1°: osservazioni sul reale

di ERMANNO MENCARELLI ♦

Città e memoria, un connubio di sentimenti e stimoli che tengono viva l’immagine di una Civitavecchia, che come dice Ettore Falzetti, tra odio ed amore vale la pena essere vissuta e dalla quale è difficile staccarsi. Un’ottica diversa, che stimola la acuta riflessione di quanto siamo legati a questo contesto e di quanto invece ce ne vogliamo liberare, può essere quella offerta da un maestro della fotografia italiana del paesaggio: Franco Fontana.

Classe 1933, un uomo che reinventa la realtà, definendola non asettica percezione dell’attuale, bensì, trasposizione dall’occhio alla mente ed alla immagine fissata in un preciso momento “tempo”. Lo stimolante tentativo di paragonare le opere di Fontana, esposte nei principali musei d’arte moderna del mondo, alla memoria del paesaggio civitavecchiese, ci viene offerta da un tema che nei primi anni 2000 il Fotografo ha catturato con acume indagatore, cogliendo dal suolo delle città un tema anonimo trasformandolo in tema intrigante: “gli asfalti” .

La strada o la parte di essa intesa come luogo urbano, osservata da un artista come Fontana è il suggerimento di come possiamo cogliere in spicchi di realtà immagini evocative della nostra memoria, soprattutto in quei luoghi che oggi vissuti o dimenticati, sfuggendo ai nostri occhi, non rilasciano emozioni o meglio ancora sensazioni. L’ “asfalto crepato” con le sue ombre riflesse, le lacerazioni dovute all’usura, una sbiadita segnaletica, ci riportano alle nostre pietre, che a distanza di tempo da episodi devastanti di distruzione o di consumato abbandono, sono ancora lì, pregnate della valenza di un luogo che non è solo relitto o degrado, ma è cultura di una di una Città, identità mai perduta e quindi spazio della memoria.

Franco Fontana

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Civitavecchia da iphone

Colature Menca4  

                                                              Lagune       Menca5

Abbraccio  Menca6

Questo suggestivo intrigo tra arte e luogo, tra osservazione e percezione ci deve indurre ad impegnarci ancor di più alla salvaguardia di un patrimonio che non sta mai davanti al nostro sguardo, ma sta dentro al nostro modo di percepire la realtà urbana che è storia e cultura di una Civitavecchia preziosa e pertanto utile in ogni suo frammento di essere Città.

Questo confronto provocatorio con uno dei maestri della fotografia moderna ci sia di stimolo a non negare mai i luoghi dove viviamo e ci rapportiamo, altresì a comprenderne sempre il loro messaggio in positivo siano esse “crepe” o “lacerazioni” ma comunque necessari alla crescita della nostra coscienza civile e umana.

Il dilemma di Falzetti va sciolto sicuramente con ottimismo, anche attingendo linfa sensoriale da una delle forme più contemporanee dell’arte moderna come la fotografia.

di ERMANNO MENCARELLI