Mission Impossible
di ROBERTO FIORENTINI ♦
Abito in centro e faccio uscire il cane la mattina presto. Mi capita, pertanto, quasi tutti i giorni, di fare un percorso che comprende le isole pedonali di Piazza Saffi e Piazza Fratti, Corso Marconi e Viale Garibaldi, nella zona di Piazza degli eventi. Fingiamo di non vedere le decine di auto parcheggiate nelle isole. Ma se vi dicessi che queste zone vengono spazzate, sia dalle macchine spazzatrici che dagli operatori con carrozzino, tutti i giorni, voi ci credereste ? Penso di no. E se vi dicessi che questa zona di Civitavecchia , alle sette e mezza di mattina , è ( piuttosto ) pulita , voi ci credereste ? Penso ancora di no. E’ normale non crederci, visto che , a meno che non siate mattinieri come me, difficilmente potete averla vista meno che ingombra di cartacce, cacche di cani e rifiuti abbandonati. E come diceva un personaggio televisivo di qualche anno fa, la domanda nasce spontanea: chi diavolo butta tutta questamonnezza per terra, tutti i giorni ? Immagino che la risposta possa non piacere a molti. Noi. Siamo noi civitavecchiesi, noi abitanti della città, di una delle città più sporche dell’Italia Centrale. Tarquinia non è così sporca, Viterbo nemmeno. Per tacere di Grosseto. Non è così sporca Latina e nemmeno Frosinone. L’Umbria e la Toscana, così come le Marche, hanno centri storici praticamente impeccabili. La sporcizia di Civitavecchia, quindi, è una caratteristica endemica delle popolazioni che la abitano. Il civitavecchiese medio butta la cicca per terra e , qualche volta, anche il pacchetto di sigarette vuoto. La sera, quando esce con gli amici a farsi una bevuta, lascia la bottiglia vuota della birra dove gli capita. E così la carta unta della pizza al taglio. Risparmia volentieri sul costo dei sacchettini usati per raccogliere quelle che , con linguaggio burocratico, si chiamano “ deiezioni canine “. Non li ha proprio mai comprati, ne ignora il costo e la tecnica di uso. Una volta chiesi ad un proprietario di cane, tra l’altro persona laureata e tuttaltro che cafona – ad eccezione di questo aspetto, ovviamente – se avesse un sacchetto da prestarmi, perché avevo dimenticato i miei. E quello mi rispose di non averli mai avuti. Stupito gli chiesi come faceva. E , con grande ed assoluta naturalezza, costui mi confessò che non aveva mai raccolto la cacca del suo cane , tra le altre cose neppure di piccola taglia. Ed al mio perché , rispose con candore : “ perché mi schifo “! Qualche giorno fa è stata approvata una legge che multa chi butta in terra i mozziconi di sigaretta. Tale è il disincanto circa la possibilità che il civitavecchiese possa ottemperarvi, che l’Amministrazione Comunale ha ritenuto di non prendere nessuna iniziativa per convincere i concittadini. Ed infatti le strade sono un tappeto di cicche, specie nei pressi di bar, ristoranti e locali, dove la gente esce a fumare. Cicche e bottiglie vuote, cartacce e cacca dei cani: rifiuti prodotti da civitavecchiesi di ogni genere, uomini come donne, giovani e vecchi, ricchi e poveri, persone di ogni livello culturale. Lamonnezza è davvero un tratto distintivo della civitavecchiesità. E un sacchetto traboccante, abbandonato in terra vicino al cassonetto, per non fare nemmeno lo sforzo di aprirlo, dovrebbe essere il simbolo della città e sostituire la quercia dell’Ottimo Consiglio nel gonfalone di Civitavecchia. Salto a piedi pari la descrizione dello stato in cui versano le periferie, le discariche abusive nei fossi e nelle campagne attorno alla città, la raccolta differenziata che raggiunge livelli più simili a città del Nord Africa che del resto d’Italia. Taccio del tutto sulle responsabilità delle pubbliche amministrazioni, di questa come delle altre che l’hanno preceduta, sulla totale assenza di iniziative di sensibilizzazione sul tema della pulizia della città e di repressione dei comportamenti più estremi. Spendo, invece, le ultime righe per fare un cenno all’abitudine di abbandonare accanto al cassonetto mobili, elettrodomestici e rifiuti ingombranti di ogni genere e grado. Davvero pensate che uno che lascia un divano accanto al cassonetto possa pensare che sia sbagliato svuotare il posacenere dell’auto in terra ? Temo che vedere pulita la nostra città sia davvero una “ mission impossible “ .
di ROBERTO FIORENTINI
Concordo su tutto. Il problema (purtroppo) è solo l’assoluta mancanza di cultura sociale dei nostri concittadini, i quali ignorano, o spesso fingono, di rispettare le regole più elementari del saper vivere in comunità. Ed è solo una questione locale. Come giustamente dice Roberto, basta fare un giro nel comprensorio per renderci conto di questa verità.
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È quello che Carlo Falzetti chiama mancanza di capitale sociale
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O per meglio dire: il capitale sociale ridotto in m….
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Intanto diciamolo forte e chiaro che la monnezza la buttiamo noi…
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Ogni tanto mi trovo d’accordo con Roberto, ogni tanto, e non me ne vorrà se commento il suo articolo dichiarando d’essere d’accordo con lui, tanto che non c’è nulla di particolare da citare se non l’articolo intero. Non sono mattiniero ma ho conferme che al mattino la città appare quasi diversa e vivibile. Ricordo un particolare, di qualche tempo fa, ma sarebbe certo ancora attuale. Uscendo da casa incontrai lungo la via Montanucci un operatore ecologico dalla faccia triste, di chi ha il morale sotto le scarpe, aveva la “ramazza” in mano ed attorno, tutt’intorno una gran quantità di volantini pubblicitari sparsi fra marciapiede e strada. Ci siamo scambiati uno sguardo che diceva tutto, il mio esprimeva desolazione e voglia di chiedere scusa a quell’operatore, come avessi una qualche responsabilità che, a dire il vero, in parte sentivo. Altrove, è vero, si fa opera di crescita civica in varie forme e si fanno anche atti che danno forti segnali, non sto qui a farne esempi di promozione del senso civico o semplici atti amministrativi, ma certo la mancanza di azione in questo senso, in questa città, si sente e non poco. C’è solo da sperare che una qualche amministrazione, prima o poi, si ponga il problema in modo costruttivo e non come un qualcosa di inevitabile con il quale convivere, tanto non ce la si può fare. A noi, cittadini con un po’ di senso civico, sta dare l’esempio e magari provare a bacchettare gli incivili che ci capitano a tiro. Un giorno alla Frasca c’era una comitiva che aveva acceso il falò sotto i pini mi permisi di dire qualcosa, non mi menarono, ma mi dissero: “perchè… non si può?”
Buona Civitavecchia a tutti.
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Roberto scrive delle cose giuste. Anche io esco la mattina molto presto e spesso ci incontriamo ed effettivamente molte zone della città sono pulite salvo il degrado di molte strade. C’è molta inciviltà ( vedi la carta della pizza unta sul luingomare ) e forse tutti abbiamo il torto di non indignarci di fronte a questo stato di cose. Se non ci si indigna e si protesta questi atti si moltiplicano sempre piu. Molte volte è sconcertante la frustazione silenziosa di chi deve subire episodi di inciviltà forse perchè si pensa che protestare è inutile o per paura di essere insultati.Quindi credo che un primo passo lo dobbiamo fare tutti: la disapprovazione verso chi manca di senso civico.
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“Le séjour d’Abeille est abominable” scriveva Stendhal, che aveva soprannominato la città col nome degli insetti che “derubano i fiori dei loro profumi più dolci” (cito Chome lo papa ecc. pag. 14, dove a mia volta cito Fernando Barbaranelli). E ancora, “… angusto ambiente, dalle brutte case e dalle strade e dai vicoli in cui si accumula il sudiciume”. Purtroppo è così.
Non da oggi. Vero della Toscana, dell’Umbria, ma chi ogni giorno riempie di “monnezza” e sacchetti di plastica e lavatrici e divani (!) le piazzole della Cassia bis o della superstrada per Viterbo dopo Vetralla o abbandona rifiuti in tanti luoghi di Roma ecc. o non rispetta le regole della raccolta differenziata nei comuni intorno al lago di Bracciano (che la fanno), non credo sia sempre qualcuno che arriva dalla BCdI / Bella città d’incanto. Una volta tanto, la diseducazione è diffusa.
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