Caso Moscherini, occasione per riflettere sul ruolo dei politici. O no?
di MAURIZIO CAMPOGIANI ♦
E’ passata una settimana dall’esplosione del cosiddetto “caso Moscherini”. In questi giorni l’attenzione di tutti, dei cronisti prima e degli osservatori politici e dell’intera opinione pubblica locale poi, si è soffermata solo ed esclusivamente sui fatti avvenuti, sull’evoluzione di una vicenda che ha portato alle soglie del carcere uno dei personaggi più influenti della storia civitavecchiese degli ultimi venti anni.
La pubblicazione di ampi stralci dell’ordinanza con la quale il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto gli arresti domiciliari per Moscherini e De Francesco ha generato una morbosa attenzione sui vari aspetti dell’inchiesta, dal contenuto delle testimonianze di Monti e dei fratelli Ievolella, alle frasi intercettate a qualche imprenditore, locale e non, interessato magari a partecipare alla spartizione della torta rappresentata dall’appalto per la realizzazione della nuova darsena traghetti.
Nessuno si è soffermato su un altro aspetto, a mio giudizio particolarmente importante, che emerge da questa vicenda. Un aspetto che nulla ha a che vedere con la parte giudiziaria, che naturalmente seguirà, come è giusto che sia, il suo corso. Mi riferisco al rapporto sempre più stretto tra il ruolo di imprenditore e quello di politico.
E’ giusto che un politico, soprattutto se di primo piano, sia allo stesso tempo un imprenditore, o che partecipi attivamente ad iniziative di carattere economico che si svolgono nel territorio dove esercita il suo ruolo all’interno di un partito? Moscherini, al riguardo, non rappresenta certo un caso isolato. Dagli anni ’90 in poi, magari anche dietro lo stimolo e l’esempio dell’esperienza di Berlusconi in campo nazionale, tanti imprenditori si sono avvicinati alla politica e, come per una sorta di perversa rivincita sociale, tanti politici si sono avvicinati all’imprenditoria.
La sensazione è che in una realtà come quella civitavecchiese, particolarmente depressa sotto il profilo economico e occupazionale, questo connubio abbia forse determinato fortune politiche, ma creato un corto circuito democratico e sociale.
E’ il caso che la politica apra una seria riflessione su questo argomento?
di MAURIZIO CAMPOGIANI
IL GURU DELL,INTOCCABILITA A apertouna fase di corruzione senza rischio alcuno che permette di fare gli imbrogli a tutto tondo il rischio è bassissimo poi cisono certi avvocati costosi ma bravi che se sono condannati ci sono i tre gradi di giudizio la prescrizione é garantita quindi ti puoi anche canditare a sindaco.Come stamo messi…..
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Gentile Sig. Campogiani,
pone la domanda se sia giusto che…. ecc., io direi, in risposta, che la politica, ovvero i suoi attori, già se la sono fatta, la domanda, ed hanno trovato anche qualche risposta. Non saprei in quale sia quella che ho ascoltato più di frequente, ne cito un paio o tre: “i politici non sono diversi dagli italiani”, “per fare politica ci vogliono i soldi ed hanno tolto il finanziamento pubblico ai partiti”, “non si può impedire ad un imprenditore di fare politica, sarebbe una indebita limitazione dei diritti…”.
Sicuramente ce ne sono anche altre, ma queste tre mi paiono le più gettonate.
Del resto la politica se ne è occupata eccome, fiumi di parole sono corsi allorchè si penso ad una legge sul conflitto di interessi. Alla fine comunque e sempre, prevale l’opinabilità di qualsiasi cosa, pur’anche quella del diritto per cui non v’è certezza della legge ancor prima che della pena.
Mi vengono in mente alcune frasi che dovrebbero far pensare gli elettori piuttosto che i politici, una è piuttosto datata: “…sono come gli italiani vorrebbero essere” e l’altra più recente: “…ho vinto io e, siccome il codice etico è d interpretare, lo interpreto come pare a me”.
Ecco due frasi emblematiche di un modo di essere della politica, un modo di essere per il quale il cittadino dovrebbe e potrebbe porsi la domanda sul perchè lui vada a votare. Penso che dovremmo porci, in prospettiva futura, anche la domanda: “quando il cittadino si sentirà realmente detentore del diritto e la smetterà di guardare alla politica con l’atteggiamento di colui che “dipende” dal potente di turno?”
Comunque anche oggi la TV ci ha nutrito con il nostro scandalo quotidiano… del quale m’è rimasta impressa la frase intercettata: “….DALL’ALTRA PARTE SI MUOVE TUTTO”.
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