DOSSIER BENI COMUNI, 113. PIETÀ PER IL CICLO! – 4
a cura di FRANCESCO CORRENTI ♦
(4 – continua dalla puntata precedente)
Lorella Pierini Anelli, venerdì scorso – a proposito della terza puntata di questo dossier Pietà per il ciclo! – mi ha mandato «il cortometraggio su Civitavecchia nell’immediato dopoguerra», piegandomi che «Emiliano lo ha realizzato con l’A.I. e animando molte foto di quel periodo.» Ed ha aggiunto: «Molti di noi hanno dato voce ai personaggi! Ci farebbe piacere un suo parere. Grazie. Il finale è ambientato in un luogo molto caro a tutti noi…»
Emiliano Luciano (civitavecchiese classe 1973), ideatore della Pagina Facebook “Civitavecchia e le Vecchie Città”, mi ha convinto da tempo sulle straordinarie possibilità di scoprire aspetti sconosciuti, come i colori dei luoghi, nella documentazione fotografica che ci è rimasta del passato, dalla quale noi di altra epoca abbiamo comunque potuto trarre tante fondamentali informazioni nelle nostre ricerche sulla storia urbana di Civitavecchia, con il metodo che abbiamo pazientemente applicato di anastilosi grafica dei centri storici scomparsi.
La mia risposta a Lorella è stata, come era giusto, di sincera ammirazione, aggiungendo anche un ulteriore motivo di mia personale convinzione riguardo al valore che avrebbe un centro culturale specialistico istituito nelle aule dipinte di via Gaspare Pecorelli: «Come sempre, un risultato eccellente, anzi direi più che altro quasi incredibile, espressione di una bravura straordinaria. È necessario creare un luogo in cui questi filmati insieme alle foto e ai tanti disegni e al resto (storia del Poligono militare, fortificazioni che c’erano dislocate, divise dell’esercito italiano, la lenta ripresa nella città bombardata, la vita dei profughi e la storia delle loro vicissitudini, il clima politico e gli avvenimenti di quel periodo nel mondo) siano permanentemente visitabili dalle scuole della regione, dai cittadini e dai turisti. Cosa potrebbe esserci di meglio dell’ultima Casermetta rimasta? Con i suoi bellissimi cicli pittorici? Con i documenti già disponibili, con le conoscenze acquisite, in pochissimo tempo e minima spesa, è possibile ridare dignità al sito, renderlo agibile e istituirvi un presidio di studi e ricerche, un museo dei Cicli pittorici e della storia della Scuola del Genio, un archivio di documenti dimenticati, un laboratorio di approfondimento e riscoperta».
Nucleo documentale dell’archivio, per citare alla rinfusa alcune opere ben note a chi abbia conoscenza della materia, saranno il volume commemorativo Obiettivo Civitavecchia 1943-1993 e il materiale connesso (se ne auspica la ristampa, in accordo con il voto unanime del Consiglio comunale al tempo della presidenza di Gino Vinaccia), gli album di Armando Blasi (previo restauro da parte dell’Istituto centrale per la patologia degli archivi e del libro), le fotografie di Giuseppe Scotti e di Umberto Mazzoldi, i numerosi studi elaborati ed i documenti e le pubblicazioni del dopoguerra raccolti dal CDU, i volumi del 1923-24 Optimus Princeps di Roberto Paribeni (acquistati nel quadro dei progetti del PRUSST) e, tra l’altro, l’ottima tesi di laurea di Giulia Schietroma Danni bellici e ricostruzione nei centri storici del Lazio (dedicata in gran parte a Civitavecchia, conseguita con la votazione di 110/110 e lode nel 2014 e donata sia alla Biblioteca comunale sia alla Casa Circondariale di via Tarquinia dall’Autrice, da me inutilmente presentata con lettera per un doveroso incontro al sindaco pro tempore, che non volle mai riceverla né firmare la lettera di ringraziamento predisposta, come d’uso: caso non isolato, del resto).

Non anticipo qui i contatti e le intese in corso tra enti, associazioni culturali e altre realtà locali e della Tuscia, di cui ho fatto cenno la volta scorsa, per il coordinamento delle iniziative e la definizione dei contenuti dell’Accordo per la presa in carico del Museo del Poligono del Genio “Boselli e Mastrangelo”. Attualmente, è quasi ultimata la stesura della proposta che, previo concerto con la Soprintendenza e parere della Segreteria generale comunale, sarà presentata all’Amministrazione, che così verrebbe totalmente sollevata dalle responsabilità e dalle cure del Bene vincolato. Gli obiettivi da raggiungere comprendono l’alto patrocinio del Ministero della Cultura e di altre istituzioni, il supporto e la cooperazione delle associazioni, la programmazione delle iniziative secondo un calendario di coordinamento annuale degli eventi. Questi saranno indirizzati sui tre temi collaterali della valorizzazione, il primo dedicato al “Patrimonio a rischio” (uno dei progetti prioritari del PRUSST, già applicato in diversi Comuni per alcuni interventi di somma urgenza), il secondo ai “Nodi nevralgici” dei diversi “Cammini” (di Hasekura e dei Martiri Giapponesi, dei Templari e di papa Fieschi, dell’Aurelia antica, degli Etruschi, Farnesiano, Variante Cimina della Via Francigena e altri minori) con le pubblicazioni in corso di edizione, il terzo alla riscoperta de “la Vecchia Civita pittoresca nella Civitavecchia delle pitture ignorate”, con il suo prezioso “Anello mancante” ritrovato e le iniziative avviate.
Saranno ripresi i contatti con la Regione Lazio (Buone Pratiche e Litorale Nord/Tuscia 40), mentre personalmente concorderò con gli uffici la data e gli orari (secondo il programma già delineato con la segretaria generale avv. Angela Rosaria Stolfi) per il sopralluogo ricognitivo di competenza alla Casermetta, ai sensi dell’art. 49 della legge 27 giugno 1907, n° 386.

Essendo i dipinti a tempera della Casermetta delle opere di pittura murale, potevano nel tempo subire deterioramenti di vario tipo, così come l’edificio su cui sono dipinti e, per questo motivo, la Soprintendenza ha ritenuto necessario ed urgente fissare la data per una visita specialistica da tenersi a luglio, allo scopo di verificarne lo stato di conservazione e accertare i tempi e le modalità del restauro, mai più eseguito dopo il progetto rapidamente redatto nel 2005, che è naturalmente fondamentale per ottemperare agli obblighi della proprietà di un bene pubblico di particolare interesse storico-artistico, così da poterne preservare il valore e soprattutto il messaggio originale concepito dai committenti (l’Arma del Genio) e dagli artisti – per giunta genieri in servizio – al momento della realizzazione. Recenti accessi da parte dell’ufficio comunale e il successivo controllo, con report fotografico, della delegata dott.ssa Roberta Galletta hanno constatato uno stato generale dell’immobile e dei fregi non tale da destare gravi preoccupazioni, sempre che non si trascurino ulteriormente le azioni necessarie a ripristinare la loro piena agibilità e l’integrità del materiale pittorico.
Altra data ed orario saranno stabiliti per la ricognizione non dilazionabile alla sede e all’archivio dell’Ufficio Consortile Interregionale della Tuscia nel Casale Antonelli del Parco della Resistenza, sollecitata ripetutamente dalla Presidenza dell’Organismo di Vigilanza e Controllo del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Non solo si rischia di perdere, come già avvenuto in parte in modo del tutto anomalo e inconcepibile, il materiale consegnato formalmente agli uffici nel casale e altro importante materiale storico-artistico, che deve essere la sede del centro di documentazione sulla storia urbana, ma non si vede ancora nessuna concreta risposta su progetti culturali come la posa in opera dei resti dello stemma di Benedetto XIV sulla fontana del Vanvitelli, il ripristino della lapide marmorea alla bocca della darsena, il viale dei 100 pilastri dell’antica Aurelia traianea e altro ancora, per cui è stato chiesto più volte agli uffici di sporgere denuncia di furto alle Forze dell’Ordine,
Tanto al sopralluogo ricognitivo alla Casermetta quanto all’ispezione nel Casale Antonelli hanno espresso l’intenzione di intervenire gli ex sindaci delle Amministrazioni che furono protagoniste delle fasi più rilevanti e incisive dei programmi PRUSST della Tuscia, PIAU Porti & Stazioni, API Litorale Nord, Contratti di Quartiere, Progetto Città, e delle giornate “Punti di fuga”: Pietro Tidei, Alessio De Sio, Giovanni Moscherini, Giulio Marini, Eugenio Stelliferi e Fabio Menicacci. La stessa intenzione è stata espressa dalla presidenza di alcune note associazioni culturali di Civitavecchia, dal Gruppo archeologico del Territorio Cerite e da singoli studiosi e ricercatori interessati a collaborare alle iniziative previste in futuro.
Infatti, le raccomandazioni ministeriali sulla “Buone Pratiche” prevedono l’organizzazione, sui diversi temi e nelle diverse località della Tuscia, di periodici Seminari di approfondimento, diretti alla Cittadinanza e alle organizzazioni rappresentative, ai consiglieri comunali, ai membri delle amministrazioni ed al personale, aperti al pubblico, che hanno lo scopo di affrontare i problemi generali del territorio e dell’ambiente, con riferimento a temi di attualità ed a casi specifici di particolare interesse per le varie città, anche su proposta del pubblico. Saranno accompagnati da proiezioni di diapositive ed esposizioni di documenti, tra i quali tesi di laurea e studi universitari o teorici, in cui sono stati affrontati argomenti di riqualificazione urbana: saranno illustrati dagli autori e seguiti da un pubblico dibattito.
Una giornata particolare – per riprendere il titolo del programma televisivo di Aldo Cazzullo giunto alla 4^ edizione – sarà la Giornata conclusiva dei Programmi innovativi ministeriali, che si svolgerà prossimamente in Palazzo Farnese a Caprarola con la distribuzione del volume Progettare in Comune 1998.1999/2024-2025 e di altre pubblicazioni e con l’apertura di varie mostre tematiche che si sposteranno poi nelle sedi capofila interregionali di Viterbo, Orvieto e Pigliano. Il patrocinio della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria Meridionale, del MIT e degli Ordini degli Architetti PPC di Roma e di Viterbo evidenzia l’interesse polivalente dell’evento, finalmente raggiunto.

Tra le mostre, oltre a quelle sul “Patrimonio a rischio” e sui “Cammini” (connessa al convegno OAR del 14 novembre u.s. a Civitavecchia ed all’installazione della cartellonistica sul percorso del Cammino di Hasekura e dei Martiri Giapponesi), è di grande attualità quella su alcune tesi di laurea già illustrate nei seminari “Punti di fuga” di Civitavecchia e di Capodimonte (Arch. Elisa Focone, Recupero dell’ex area industriale della Società Italcementi nel Comune di Civitavecchia / Arch. Alessandro Alessi, Progetto di recupero dell’edificio industriale dismesso dell’ex cementificio Italcementi a Civitavecchia e la politica urbanistica espressa dalle azioni delle amministrazioni comunali / Arch. Danilo Di Gennaro, Civitavecchia, il caso Italcementi: una buona occasione di rigenerazione urbana). Sarà di certo una buona occasione per confrontare le loro indicazioni con la recente variante del Comune.

Ho scritto più volte, nelle precedenti puntate, che l’argomento dei Cicli pittorici non doveva apparire un’eco di polemiche esterne – comunque «necessarie su argomenti di interesse generale per la città» – perché non lo erano, trattandosi, invece, di una mia profonda e viva esigenza di riscopritore delle pitture e non solo. Data questa assicurazione veritiera, dopo gli accadimenti imprevisti, spiacevoli e sinceramente dolorosi (quanto può essere profondamente doloroso e traumatico scoprire di aver ritenuto amiche, molto amiche, persone che improvvisamente, senza nessun motivo comprensibile, se non di loro esclusiva volontà e convenienza, prendendo a pretesto una comunicazione correttissima e più che gentile, assumono comportamenti gravemente ostili), devo però rilevare che ho ben compreso i motivi esposti dalla dottoressa Roberta Galletta, delegata al Patrimonio Materiale, Immateriale, Storico, Culturale, Archeologico, Artistico, e Monumentale, al Cimitero Monumentale e alle Tradizioni, nel presentare le proprie dimissioni dall’incarico.
A monte di quei motivi penso di poter individuare fatti non recenti, decisioni e iniziative delle quali avevo a mia volta subito gli effetti negativi. Sempre per forme irrituali e poco istituzionali di esercitare ruoli politici, si era pervenuti a situazioni di interruzione del normale e doveroso svolgimento degli adempimenti sanciti da programmi e disposizioni dei due Ministeri competenti, il MIT e il MiC, per dirli con le sigle. Per quanto riguarda la dottoressa Galletta, ne era derivato l’annullamento del programma da lei proposto, che invece dapprima – nel 2018, in una trasferta a Bologna – aveva entusiasmato il sindaco e due assessori di allora. Così i fondi (interregionali) che era stato possibile reperire nel capitolo del PRUSST per dotare il Comune di Civitavecchia di una risorsa di forte richiamo e grande potenziale, la “Macchina del Tempo”, non erano più utilizzabili.
Come sappiamo, a quel punto, la convinzione che si trattasse per la città di Civitavecchia, le scolaresche, i cittadini e i turisti, di «una esperienza straordinaria per vivere il passato fisicamente, “toccando” e “vedendo” storie, fatti, eventi e persone del passato che altrimenti si possono conoscere solo leggendolo sui libri», rimase solo nella mente e nel cuore della dottoressa Galletta, che così ne scrisse:
«Grazie all’enorme quantità di documenti e studi che abbiamo sulla città e sulle sue trasformazioni nel corso dei secoli grazie all’enorme archivio di studi e disegni, fotografie e documenti degli architetti Francesco Correnti e Paola Moretti, inoltre con le tavole commissionate ad Arnaldo Massarelli, sarebbe facilissimo ricreare non solo la realtà virtuale della Civitavecchia del passato ma anche l’interno della chiesa di Santa Maria e della Rocca antica o di qualsiasi altro edificio andato perduto con il tempo ma del quale si conservano testimonianze fotografiche, dove lo spettatore entrerebbe fisicamente e grazie al visore ed ai pulsanti si muoverebbe liberamente. Facendo una esperienza davvero incredibile. Pensate all’enorme impatto emotivo sui civitavecchiesi che vedrebbero per la prima volta la Civitavecchia che tanto amano ma che non c’è più. Pensate anche a quanta potenza didattica sui bambini e sui ragazzi avrebbe questo progetto per raccontare la storia cittadina e a quanto potrebbe essere forte il coinvolgimento dei tanti turisti che sostano ogni giorno in città e che potrebbero essere coinvolti in questa esperienza! Questo è esattamente quello che da anni vedo nelle mie visioni.»
Cosa è poi avvenuto e come la “Macchina del Tempo” sia divenuta una realtà – sia pure ancora non estesa fino al porto come si voleva – grazie alla generosità ammirevole e dettata solo da un immenso amore per la propria Città di Roberta Galletta, è cosa ben nota a tutti, ma forse sottovalutata e non adeguatamente apprezzata. Come non sono compresi e apprezzati, evidentemente, la dedizione e l’impegno nell’assolvimento dei compiti di delegata e di quelli, comunque prioritari e connaturati, di cittadina consapevole e sempre attiva nella difesa del patrimonio comune. In cui rientrano, tra le altre cose, i “nostri” Cicli pittorici.
Voglio quindi concludere questo “ciclo” di puntate rinnovando l’invito alla “Pietà per i cicli”, come erano e dove erano. Opera «di interesse storico-artistico particolarmente importante» e pertanto soggetta alla tutela della Soprintendenza, dato che, a parte la copia tardo-settecentesca dalle incisioni della stanza vaticana e la veduta di Afro, non esiste a Civitavecchia una analoga opera di soggetto non religioso e non situato in una delle chiese cittadine della stessa importanza, per ampiezza, significato, valore storico e peculiare qualità artistica! La cui testimonianza di arte militaresca e patriottica (e di spontaneo stile “non fascista”) è resa ancor più unica e preziosa dagli interventi di ignoti rappresentanti del “popolo liberato”, autori degli sfregi ai visi del re e del principe e del “velo di biacca” sul duce. Autentico e davvero, eloquente grido di «Viva l’Italia della Costituzione»!
FRANCESCO CORRENTI (4 – fine)

Francesco, sei un vulcano di idee, davvero. Grazie e…salviamo il ciclo di dipinti!
Maria Zeno
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