Urbanistica e Mobilità sostenibile
di ROSAMARIA SORGE ♦
La sostenibilità ambientale è il filo conduttore che lega gli obiettivi di pianificazione urbana e territoriale ed è fondamentale per garantire un futuro alle nuove generazioni attraverso il risparmio di risorse territoriali, ambientali ed energetiche e il riuso di materia in una ottica di economia circolare applicata all’edilizia e all’urbanistica.
La riduzione del consumo dei Suolo è strettamente legato alla Rigenerazione Urbana ed entrambi questi due fattori rappresentano i punti centrali nelle prospettive future di governo del territorio. Si mira a superare l’urbanistica di espansione a favore del recupero e riuso del patrimonio edilizio esistente e per raggiungere questo obiettivo si usano tecniche di incentivazione urbanistica e meccanismi di premialità. Le varie regioni in Italia hanno varato leggi regionali tese a definire e normare gli aspetti fondamentali che permettono l’attuazione di un principio fondante del nuovo modo di concepire l’Urbanistica interpretata in modo unitario insieme ai beni ambientali e culturali per altro spesso trattati separatamente dalla legislazione.
Una delle maggiori tendenze emergenti è la propensione all’urbanistica consensuale e la partecipazione dei cittadini nel processo decisionale; le direttive europee (42/2001 e 35/ 2003 ) promuovono il coinvolgimento delle comunità locali nelle valutazioni ambientali strategiche e nei processi di pianificazione territoriale. Molti comuni hanno adottato delle linee guida per la partecipazione dei cittadini. Oggi l’urbanistica assegna un valore rilevante alle proposte che emergono dal basso espresse da cittadini in forma libera o associata e da portatori di interessi locali ( stakeholders)
La sostenibilità dei processi di pianificazione urbana non può prescindere dalla mobilità urbana, che interessa lo spazio urbano, l’ambiente costruito, la sicurezza e la salute. I Piani urbani per la mobilità sostenibile detti brevemente PUMS includono diverse fasi che vanno dalla preparazione e analisi alla definizione della strategia, alla pianificazione e attuazione delle misure e al monitoraggio e valutazione finale. La definizione degli obiettivi e degli indicatori misurabili sono fondamentali per monitorare i progressi.
L’approccio dei PUMS non è settoriale come si usava fare un tempo ma integra diversi aspetti quali le politiche sociali, la logistica delle merci la ciclabilità in una visione a lungo termine che non resta nell’astratto ma guida azioni concrete anche nel breve e medio termine. I PUMS non interessano solo l’ambito comunale ma la mobilità reale delle persone che travalica spesso gli ambiti comunali. Inoltre i piani urbani di mobilità sostenibile cercano di attivare azioni virtuose come l’uso delle biciclette e l’andare a piedi grazie ad interventi mirati. I PUMS si devono adattare al contesto che vogliono definire e pertanto non possono che essere flessibili comportando l’impiego di gruppi interdisciplinari che attraverso una visione futura della mobilità creano vari scenari per arrivare a definire obiettivi chiari e misurabili con indicatori precisi e target realistici. Quindi preparazione e strategia per poi definire le misure concrete come ad esempio le ZTL, nuove infrastrutture. nuove linee di bus, realizzazione di parcheggi e piste ciclabili, incentivi per la mobilità condivisa, la logistica delle merci in città, etc etc avendo ben chiaro che la valutazione finale nel definire costi e benefici non può prescindere dall’impatto sociale ed ambientale. Impegno sicuramente complesso incentrato sulle persone che abitano vivono lavorano in un territorio, migliorando l’accessibilità per tutti senza distinzioni di reddito o di status sociale, accrescendo l’attrattività dell’ambiente urbano, migliorando la sicurezza stradale, riducendo l’inquinamento atmosferico ed acustico in sintesi migliorando per tutti la qualità della vita.
ROSA MARIA SORGE

La mobilità urbana sostenibile non è solo una questione tecnica, ma una scelta politica che riguarda il diritto alla città. Quando progettiamo piste ciclabili, potenziamo il trasporto pubblico o favoriamo la mobilità dolce, non stiamo solo riducendo le emissioni: stiamo ridisegnando relazioni, accessi, possibilità.
Le periferie, spesso escluse dai grandi piani di mobilità, ci insegnano che la sostenibilità non può essere disgiunta dall’equità. Una mobilità giusta è quella che mette al centro chi ogni giorno si muove per necessità, non per privilegio: donne, studenti, lavoratori precari, corpi fragili.
Il trasporto urbano deve diventare infrastruttura di prossimità e coesione, non solo spostamento. Serve pensare le città con uno sguardo intersezionale, dove lo spazio pubblico sia attraversabile da tutte e tutti, senza gerarchie né ostacoli. Perché una città giusta si riconosce da chi la può abitare.
"Mi piace""Mi piace"
Mi affascina fin dai tempi dell’università il dibattito città reale/città ideale, molto attivo nel nostro Cinquecento, sorretto dalle ardite teorizzazioni degli Umanisti e dei grandi artisti del nostro Rinascimento.
Vivere la città è un diritto imprescindibile, per tutti, per i ” sani” e per i fragili, per bambini adulti vecchi. Per chi gioca, per chi lavora, per chi frequenta spazi ricreativi culturali scuole giardini etc etc
Per questo vanno monitorate costantemente le condizioni della mobilità reale, non sempre adeguate e non sempre accessibili.
Da qui, credo, bisogna partire per progettare o riprogettare la fruibilità degli spazi abilitati alla vita quotidiana.
Maria Zeno
"Mi piace""Mi piace"
Non ho competenze necessarie per svolgere in autonomia un ragionamento sullo specifico. Posso dare un giudizio da semplice cittadino. La parola sostenibilità è da tempo oggetto di abuso incontrollato. Si è parlato di sostenibilità come qualcosa che è soggetta ad un sovra-carico che rischia di spezzare il grado di resistenza del soggetto in causa. Dunque, sostenibilità ambientale significherebbe che il paesaggio, il suolo, lo spazio aereo non possono accettare olre un certo livello di inquinamento da fumi, da esalazioni, acustico…. Si è parlato di sostenibilità economica intesa come quel limite di redditività sotto il quale un area non può andare. Si è parlato di sostenibilità sociale ponendo precisi confini circa la tollerabilità della delinquenza e del disagio.
Si è posto in essere un gradiente di sostenibilità complessiva di un territorio sommando le singole componenti specifiche.
Ma veramente esiste un luogo ove vigga il rispetto di questo parametro?
Forse in qualche angolo del Paese. Nel nostro territorio Alto Laziale dubito che città e campagna rispettino i limiti che danno vita al concetto sopra espresso.
I “portatori di valore”, altra frase di grande effetto derivante dalla traduzione inglese. Veramente i cittadini si sentono consapevoli di essere portatori di qualcosa che dovrebbe essere oggetto di cura ed attenzione?
Non è problema di singole Amministrazioni, di colorazioni politiche. E’ un problema culturale: lo Stato, di ogni ordine e grado, non risulta credibile agli occhi del cittadino, il cittadino a sua volta non offre allo Stato quel rispetto che deve. Il risultato finale è la situazione caotica che le Amministrazioni locali debbono affrontare sperando, nel proporre e realizzare singole azioni, di riuscire a raggiungere obiettivi. L’insostenibilità generale finisce per avere la prevalenza.
Insostenibilità ambientale, economica, sociale e cittadini portatori di inquietudine!
Mi scuso per il mio ottimismo espresso da semplice cittadino.
"Mi piace""Mi piace"
Il commento di Maria mi richiama alla memoria La città del sole di Campanella dove l’istruzione avveniva anche attraverso graffiti murari e tutto veniva regolato attraverso una rigida disciplina che non ammetteva la proprietà privata e limitava fortemente le libertà personali (era un comunismo teocratico). Città ideale e liberaldemocrazia sono, ahinoi, difficilmente compatibili a meno di una rivoluzione culturale, ma non di tipo cinese. Come scrive Carlo è un problema di cultura, altrimenti rischieremmo di sprecare soldi per opere inutilizzate (quanti di noi hanno visto transitare una bicicletta sulla pista ciclabile di viale Baccelli, ormai pressoché irriconoscibile?)
Ettore
"Mi piace""Mi piace"
Condivido la tua riflessione, Ettore.
Maria Zeno
"Mi piace""Mi piace"