“PESCI, PESCATORI, PESCIVENDOLI E CONSUMATORI” DI GIORGIO CORATI – L’intelligenza quale forza produttiva; valore aggiunto.

di GIORGIO CORATI ♦

In uno scritto datato 1861, Cattaneo1 pone l’attenzione sull’intelligenza quale forza produttiva in economia a fianco delle tre fonti di produzione, già allora evidenziate da oltre un secolo, ossia  natura, lavoro e capitale. L’intelligenza, che per Cattaneo coinvolge fenomeni interiori all’uomo e soggiace al pensiero, di fatto è rilevante, perché in un confronto a parità di fonti di produzione genericamente eguali di natura, lavoro e capitale, l’intelligenza, diremo oggi, fa la differenza e determina indubbiamente valore aggiunto.

Secondo Cattaneo “il detto di Genovesi2 [1757] “chele ricchezze d’una nazione siano sempre in ragione della somma delle fatiche””, non era esatto (p.142). “Vent’anni più tardi (1776)”, scrive Cattaneo, “Adamo Smith fu più assoluto nel suo dire, affermò che “le classi dotte non producono valore alcuno, e che l’opera loro svanisce all’atto stesso in cui appare”” (II, 3). […] “Quarant’anni dopo Smith (1815), Gioia,3 […] “sebbene non assegnasse all’intelligenza una propria e proporzionata parte della scienza economica, mostrò, egli il primo, d’apprezzarne l’efficacia”, sostenendo – parafrasando le sue parole riportate da Cattaneo – che in ogni prodotto si riconoscono sia l’azione mentale e l’idea direttrice sia l’azione corporale e i moti di esecuzione.

Riprendendo il testo di Cattaneo su Genovesi, l’autore continua a parlare “della somma delle fatiche”, sostenendo che “esse sono ben più veramente in ragion composta dell’intelligenza e del lavoro. E ogni qual volta un atto del pensiero, abbreviando la fatica, aumenta il frutto, esse possono crescere in ragione inversa della somma delle fatiche” (p.142).

Ponendo per un istante l’attenzione ai bisogni e al contestuale consumo di beni da pensare, creare e produrre concretamente, al fine della soddisfazione delle necessità dell’uomo, può essere interessante, e perché no attinente, ciò che scrive Cattaneo, ma non prima di considerare quanto un’idea possa rivelarsi “vincente” o risultare effettivamente concreta quale passo ulteriore verso il progresso, nel processo di crescita e sviluppo delle attività umane e a maggior ragione di quelle economiche, tenendo anche conto di come strategie di economia circolare4 possono essere concretamente determinanti a sostegno della neutralità climatica.5

Ebbene, Cattaneo osserva che

parrebbe a prima giunta che l’attenzione delle genti barbare dovesse confinarsi alla ricerca delle cose necessarie alla vita animale. Eppure l’uomo, anche nello stato più selvaggio, sente prima il bisogno d’ornarsi che non quello di vestirsi; i viaggiatori lo descrivono nudo, ma screziato a vari colori e fregiato di penne e di collane: animal gloriosum. Fin dai primi rudimenti delle nazioni, l’intelligenza si rivolge ai bisogni morali, e soprattutto a quella vanità che con barbari ornamenti prelude al fasto elegante delle nazioni civili. Anche oggidì, chi s’accinge a far viaggio tra siffatte tribù, suole a preferenza fornirsi di ciondoli, di campanelli, di specchi e d’altre simili inezie dai selvaggi pregiate. Ecco adunque fin d’allora avviato il commercio del superfluo col necessario, il valor delle cose dipendendo più dalla stima che ne fa la mente che non dall’utilità che ne riceve la persona” (p.142).

In merito al valore, tentiamo un accostamento a quanto riportato da Amoroso (1958),6 quando scrive che il valore “è legato a tutti i dati che riflettono”, [tra l’altro], “l’apprezzamento che di tutti i beni e di tutti i servizi fanno pro tempore tutti i membri della collettività” [e da] “la capacità e le possibilità di sfruttare le leggi della tecnica, quali sono conosciute pro tempore” (p.196). E ancora, continua Cattaneo sostenendo che: “laonde la misura dei valori, principio d’ogni cambio e d’ogni commercio, e fondamento di tutta l’economia, risiede principalmente nella regione del pensiero; e varia con ogni vicenda del pensiero” (p.142). In questo senso, dunque, l’azione concreta del pensiero, nel cui ambito indubbiamente è la visione dell’uomo, è attuata tramite la tecnica7 (e ovviamente la tecnologia); la tecnica intesa come mezzo e come fine sostiene l’uomo stesso lungo un processo che può condurlo verso il miglioramento continuo e il progresso, auspicabilmente senza imbrigliarlo o senza condizionarne l’immaginazione o la visione della nuova idea.

Ecco dunque”, “chiude” il suo pensiero Cattaneo,

con ornamenti e strumenti di guerra e di caccia e frutti della terra selvaggia adunarsi un qualche avere, un qualche primo patrimonio della nuda tribù. Ecco nell’infanzia delle genti atteggiarsi le quattro forze produttive, intelligenza, natura, lavoro e capitale, in una serie che sempre e ad ogni volta viene aperta dall’intelligenza” (p.142).

Sostenendo, dunque, l’importanza dell’intelligenza, quale quarta forza produttiva oltre alla natura, al lavoro e al capitale, Cattaneo, a tal proposito e nel parlare dell’uomo selvaggio, osserva che

ogni qual volta un artefice trovò nuove materie da filare, da tessere, da fondere vi fu chi pensò di andarle cercando presso quei popoli che le avevano da natura, ma non avevano saputo farsene profitto. Ogni nuova idea dell’artefice diede una nuova idea al mercatante; generò un nuovo ramo di commercio. E il beneficio dell’idea nuova arricchì anche la tribù barbara che dormiva inconscia sull’ignoto tesoro” (p.145).

Ora, in merito al commercio e più precisamente soffermandoci sull’importanza dei beni venduti all’estero e sul sostegno conseguente all’economia del paese esportatore, parafrasando quanto sostiene Cantillon (1974, [1755]),8 se si suppone che le risorse degli Stati siano genericamente eguali, la ricchezza relativa di uno Stato consiste nella maggiore o minore quantità di denaro che vi circola. Ciò è dovuto alla ricchezza prodotta dai beni esportati, considerando come di minore entità la quantità di ricchezza “decumulata” a seguito delle importazioni. Si può conseguentemente sostenere, come afferma Cantillon, che è il denaro degli stranieri la causa di un aumento della quantità di denaro effettivo in circolazione in uno Stato, oltre alla ricchezza che giunge in uno Stato per diverse altre vie, diremo oggi. Ciò può valere anche a livello di territorio locale ossia per un’area ben più circoscritta, in cui un sistema di imprese produce ed esporta propri prodotti, nonché attività e intelligenza anche sottoforma di prodotti innovativi o innovati caratterizzanti novità sul mercato dei beni destinati al consumatore.

In un’area orientata all’esportazione di prodotti o materiali innovati o anche prodotti tecnologicamente avanzati – siano essi anche, ad esempio, conseguenza della ricercata valorizzazione di materie prime seconde derivanti da cascami e scarti – anche il denaro corrispondente alle vendite legate all’esportazione stessa incrementa la quantità di denaro all’interno di quel territorio. Inoltre, la circolazione di una parte di quel denaro aggiuntivo produce, senza dubbio, una ricchezza che si somma a quella prodotta in precedenza nell’ambito della realtà locale stessa. Il risultato è una maggiore capacità sia di spesa sia di investimento all’interno e nell’ambito della realtà socioeconomica locale. Se, ad esempio, si tratta di un’area in cui opera un sistema produttivo localizzato in prossimità di un porto, e dunque un’area tendenzialmente vocata all’esportazione, nel caso in cui i costi di navigazione o i costi marittimi in generale siano maggiormente convenienti o concorrenziali rispetto a quelli del trasporto terrestre ma anche ferroviario, il sistema produttivo può beneficiare dell’esportazione via mare e ciò può essere assimilabile ad un vantaggio competitivo e sostenere anche le attività portuali, creando un ulteriore valore aggiunto.

Nel caso dell’area retroportuale di Civitavecchia, ad esempio, un sistema di attività economiche legate all’economia blu9 orientate all’esportazione potrebbe essere la risposta ad alcuni attuali quesiti contingenti che affliggono parte delle attività economiche locali. Si tratterebbe di un sistema che, per il retroterra e l’entroterra, sarebbe probabilmente in grado di rappresentare un fattore di spinta, un ulteriore motore di sviluppo per colmare, come riporta Barbieri (1955)10 in Memorie di geografia economica, una “lacuna” già avvertita nella metà degli anni Cinquanta del Novecento, che è ancora in larga parte attuale, ossia la mancanza di un movimento commerciale di prodotti “locali” da esportare via mare dal porto e di uno sviluppo dell’economia dell’entroterra di Civitavecchia; sviluppo che, a maggior ragione, oggigiorno può essere sostenuto da infrastrutture portuali innovative, se si considerano, ad esempio, i notevoli traguardi tecnologici nell’attuale scenario di decarbonizzazione del settore marittimo,11 che, tra l’altro, esce come favorito dal confronto con il trasporto su strada, il quale è già “pressato” dal trasporto su rotaia per il quale l’Unione europea12 ha importanti progettualità.

In una serie di prossimi articoli sarà ripreso il tema del recupero e della valorizzazione di materie prime seconde derivanti da cascami e scarti, e specificatamente ciò che è definito “scarto ittico”,13 ovvero un tema che in parte è già stato affrontato in articoli precedenti.14

La questione dello “scarto ittico”, considerando anche possibili implicazioni di carattere economico, sociale e ambientale, sarà affrontata a partire da ulteriori note riportate in Memorie di geografia economica da Barbieri (1955).

 GIORGIO CORATI

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 Bibliografia
1 Nuova Collana di Economisti stranieri e italiani diretta da Bottai, G & Arena, C.. (1933-XI). Cattaneo, C.. (1861). Del pensiero come principio d’economia publica in Economisti italiani del Risorgimento. A cura di Garino-Canina, A..Vol. II. Torino: UTET.
Nota: Il presente scritto, pubblicato nel Politecnico, vol. X, 1861 (pag. 402-428) è incluso nel vol. V delle cit. Opere edite e inedite (pag. 362-395) (n. d. Edit.).
2 Su Antonio Genovesi, vedi, ad esempio, il sito web consultato il 29 marzo 2024: https://www.treccani.it/enciclopedia/antonio-genovesi_%28Il-Contributo-italiano-alla-storia-del-Pensiero:-Economia%29/.
3 Su Melchiorre Gioia, vedi, ad esempio, il sito web consultato il 29 marzo 2024: https://www.treccani.it/enciclopedia/melchiorre-gioia_%28Dizionario-Biografico%29/.
4 Nota sull’economia circolare: Esistono molte definizioni non univoche di economia circolare. Quella data dalla Ellen MacArthur Foundation è ritenuta la maggiormente accreditata. È riportata in http://www.economiacircolare.com. come un paradigma riferito ad un’”economia pensata per potersi rigenerare da sola” [attraverso due diversi tipi di flussi di materiali e di nutrienti ovvero flussi] “biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera”, [attraverso processi come il compostaggio aerobico e la digestione anaerobica], “e quelli tecnici, destinati a essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera”.
Sito web consultato l’11 febbraio 2023: https://economiacircolare.com/cose-economia-circolare/.
5 Sulla neutralità climatica, vedi, ad esempio, il sito web consultato il 29 marzo 2024: https://www.consilium.europa.eu/it/topics/climate-neutrality/.
6 Amoroso, L.. (1958, p.196). Le leggi naturali dell’economia politica. Roma: Edizioni Ricerche.
7 Sulla tecnica, vedi, ad esempio, le BAT. Sito web consultato il 29 marzo 2024: https://eippcb.jrc.ec.europa.eu/reference.
8 Cantillon, R.. (1974, [1755], pp.111-113). Saggio sulla natura del commercio in generale. A cura di Sergio Cotta e Antonio Giolitti. Introduzione di Luigi Einaudi. Reprints Einaudi. Torino: Giulio Cesare Einaudi.
9 Per approfondimenti vedi, ad esempio,
Commissione europea. (COM(2021) 240 final, p.1).
Comunicazione della Commissione europea al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni su un nuovo approccio per un’economia blu sostenibile nell’UE. Trasformare l’economia blu dell’UE per un futuro sostenibile.
LazioInnova. Regione Lazio. http://www.lazioinnova.it.
Sito web consultato il 06 giugno 2023: https://www.lazioinnova.it/reti-cluster-innovazione/economia-del-mare/.
Consiglio regionale del Lazio. Legge regionale n.2 del 24 febbraio 2022. Disposizioni per la promozione della formazione, dell’occupazione e dello sviluppo nei settori della Blue Economy. BUR n.18 – Suppl. n.1 del 24/02/2022.
Sito web consultato il 13 giugno 2023:
https://www.consiglio.regione.lazio.it/?vw=leggiregionalidettaglio&id=9432&sv=vigente.
10 Barbieri, G.. (1955). Memorie di geografia economica. Vol. XII, Anno VII, Luglio-Dicembre. CNR, Centro Studi per la geografia economica presso l’Istituto di geografia della Università di Napoli: Napoli.
11 Si pensi, ad esempio, ai piani di transizione ecologica nella progettazione di nuove flotte di navi sostenibili.
12 Per approfondimenti vedi, http://www.europarl.europa.eu/ e http://www.consilium.europa.eu/.
Siti web consultati il 02 aprile 2023: https://www.europarl.europa.eu/factsheets/it/sheet/130/trasporto-ferroviario.
https://www.consilium.europa.eu/it/policies/rail-transport-policy/.
13 Per “scarto ittico” si intende l’insieme dello “scarto ittico biologico” del pesce e dei “flussi biologici della risorsa ittica”.
14 Il riferimento è negli articoli pubblicati su:
https://spazioliberoblog.com/2023/08/03/la-simbiosi-alieutica-unidea-creativa-e-potenzialmente-concreta-di-sistema-di-simbiosi-industriale-applicato-al-settore-della-pesca/.https://spazioliberoblog.com/2023/11/02/pesci-pescatori-pescivendoli-e-consumatori-di-giorgio-corati-brevi-riflessioni-sulle-implicazioni-della-simbiosi-alieutica-1/.https://spazioliberoblog.com/2023/11/09/pesci-pescatori-pescivendoli-e-consumatori-di-giorgio-corati-brevi-riflessioni-sulle-implicazioni-della-simbiosi-alieutica-2/.