IL MEGLIO DEL PEGGIO

di CARLO ALBERTO FALZETTI

Esiste un’attesa da parte della Russia, della Cina, dell’Iran di veder collassare l’Occidente. Una sorta di autodistruzione della civiltà occidentale. In tal senso non è necessario, se non in casi specifici, utilizzare l’armamentario bellico, basta attendere.

Questa strategia dell’attesa ha le sue ragioni.

L’Occidente ha perso da tempo la sua identità secolare. Le sue ideologie politiche sono vanificate: la lotta politica è condotta solo in funzione di gruppi di potere non esistendo visioni strategiche. Destra e sinistra si distinguono unicamente per differenze tattiche schiacciate sul presente. Lo svilimento dei partiti è sintomatico. Il risultato di tutto questo  lo si può facilmente riscontrare osservando la classe politica di ogni ordine e grado, in Europa e negli Stati Uniti.

Al decadimento politico corrisponde il decadimento valoriale a partire dal sentimento religioso. L’identità cristiana non caratterizza più, se non in parte minore, l’Occidente.

Il consumismo sfrenato, basti pensare alle passate festività, è il tratto fondamentale della società.

Lo sport cattura, per molti, le passioni, colmando i vuoti politici e religiosi.

Il fenomeno degli influencer , cioè delle varie tecniche di seduzione, ci dimostra quanto le scelte del pubblico possano essere facilmente assoggettabili dal persuasore più capace.

La tecnologia imperante offre il convincimento che il “possibile” sia a portata di mano. Questa onnipotenza del possibile reso reale ha come contrappeso il progressivo abbandono del “ pensiero pensante” mentre rafforza il “pensiero calcolante”.

Questo ordine sociale produce in ultima analisi individui, ovvero esseri separati gli uni dagli altri che “acconsentono” alle relazioni con gli altri e con il loro ambiente. Acconsentire significa che la relazione è una scelta, non una necessità, un accidente non la sostanza dei rapporti umani. La società è così intesa come massa di individui isolati che intrattengono relazione contrattuali e competitive . Questa visione conduce a relegare in secondo piano, ai margini, come residuale le affinità elettive, le solidarietà, gli atti caritatevoli.  Lo scambio di reciprocità è secondario rispetto allo scambio contrattuale.

In ciò consisterebbe la libertà che viene proclamata quale vanto irrinunciabile. In questa visione “utilitaristica” degli individui viene meno il “principio di autorità ”rappresentato dall’”anteriore “(l’anziano), dal docente, dallo Stato.

Il “disagio della società” porterebbe, dunque, ad una lenta frantumazione dell’ordine, ad uno sfaldamento della struttura socio-economica dell’Occidente.

La società capitalistica genera da sé la propria negazione!

Solo che non è attraverso la “caduta tendenziale del saggio di profitto” ma attraverso l’auto-collasso della sovrastruttura. L’evoluzione frenetica della struttura economica –tecnologica in luogo di essere in uno stato più avanzato della sovrastruttura ideologica vede quest’ultima sempre più aderente allo stato produttivo. Talmente aderente ai mutamenti virtuali e tecnici da collassare in termini di valori e di identità.

Questa autodistruzione è ciò che anima le speranze dei Paesi che hanno scelto l’autoritarismo in luogo della democrazia. Le loro fauci sono spalancate sotto l’albero occidentale in attesa che la mela marcia si stacchi dal ramo.

Non è un fatto nuovo.

Si rammenti la caduta dell’impero romano! Ma, più propriamente, sarebbe da rammentare la caduta di Costantinopoli, ovvero la dissoluzione del mondo bizantino. La lotta delle immagini sacre (Iconoclastia) condusse ebrei ed islamici (sic!) sempre più numerosi nei domini bizantini ad una lotta contro le icone che rappresentavano l’identità culturale greco-ortodossa. Il risultato di questo decadimento identitario fu quell’atto finale tanto atteso: la caduta di Costantinopoli  (1453).

La lenta perdita di identità, l’ossessione verso la mercificazione, l’economicismo, le passioni tristi: questo è il vero nemico!

Perché dovremmo combattere questo nemico interno invece di pensare all’esterno?

Perché, nonostante le patologie sopra richiamate, noi possediamo quella creatura da noi partorita, da noi allevata, da noi fatta crescere, da noi, oggi, maltrattata che ha nome “democrazia”!

Il meglio del peggio!

.  .  .

Avevo preparato un pensiero sull’inizio dell’anno. Sarà per la prossima volta. Penso sia più appropriato chiarire l’argomento “Occidente”, terra dell’occaso, del tramonto.

CARLO ALBERTO FALZETTI

https://spazioliberoblog.com/

SPAZIO CLICK