RUBRICA “BENI COMUNI”, 55. BENI COMUNI: BUONI ESEMPI (DA IMITARE)

di FRANCESCO CORRENTI

A volte, quando uno meno se l’aspetta, càpitano delle sorprese piacevoli. È quello che mi è successo oggi, sfogliando le pagine del sito ufficiale del Comune di Trevignano Romano. Per uno che ogni settimana, normalmente il giovedì, pubblica una rubrica dal titolo “Beni comuni”, trovare lo stesso nome di “Beni comuni” nel sito del Comune in cui vive per una parte dei suoi giorni dal 1978, cioè da 45 anni, e di cui ha studiato a lungo e approfonditamente il territorio per finalità pianificatorie e proprio di tutela e valorizzazione di quei beni, “scoprire” che l’amministrazione comunale ha adottato una iniziativa in quel senso, significa se non la piena felicità, almeno un discreto piacere.

Nel testo del provvedimento leggo – e mi compiaccio – parole esemplari:

«L’idea di introdurre nella coscienza collettiva il concetto di “Beni Comuni” significa promuovere un diverso modo di amministrare, significa riconoscere un nuovo protagonismo a tutta la cittadinanza, non più spettatrice giudicante delle decisioni assunte dall’Ente, ma parte attiva di processi decisionali che impattano sulla vita quotidiana della cittadina. Il ruolo dei nuovi cittadini sarà quello di contribuire e collaborare con l’Amministrazione Comunale a difendere, tutelare, valorizzare e sviluppare la cultura dei “beni comuni” che non coincidono necessariamente con i “beni pubblici” in quanto i beni comuni riguardano la funzione e l’effettiva utilità che ogni bene preso in considerazione ha per l’intera comunità. Sono beni comuni spazi pubblici che l’intera cittadinanza frequenta e usa quotidianamente come parchi giochi, giardini pubblici ed ogni altro luogo di vita sociale, così come sono beni comuni servizi pubblici che contribuiscono alla qualità della vita di tutta la comunità.»

«Con l’approvazione del Regolamento per la cura, la rigenerazione e la gestione condivisa dei Beni Comuni, il Comune arriva ad una tappa importante di un lungo percorso iniziato diversi anni fa e portato avanti con determinazione fino al risultato della stesura di un documento programmatico che definisce con chiarezza i principi dell’amministrazione condivisa e le modalità per operare con efficacia evitando ogni possibile confusione tra il ruolo dell’istituzione e quello della cittadinanza proponente.

«Lo strumento principale è il Patto di collaborazione sottoscritto dall’Amministrazione rispetto ai progetti proposti da cittadini singoli o associati, giudicati fattibili ed in linea con le previsioni regolamentari. Il progetto prevede che il modello di amministrazione condivisa sia applicato anche nei Comuni di Anguillara e di Bracciano che si sono già dichiarati disponibili a creare una piattaforma comune gestita da un unico staff composto da responsabili di ogni territorio i quali potranno garantire coerenza ed efficienza a progetti più estesi e che abbracciano tutta l’area geografica del lago.

«Siamo tutti consapevoli che si tratta di una grande sfida, ma siamo altrettanto consapevoli che, una volta superate le difficoltà iniziali, i risultati saranno importanti in quanto si creerà un clima di fiducia in grado di rafforzare il capitale sociale esistente nei nostri territori che saranno arricchiti da nuove capacità, competenze, esperienze e idee che le comunità vorranno mettere a disposizione per prendersi cura dei beni comuni presenti sul territorio in cui vivono.»

Beni comuni 55 figura 1

Davvero, è emozionante: non c’è una parola di troppo né una di meno! Forse, la mia insistenza in tanti documenti del PRUSST sulla pratica del principio di sussidiarietà (non credi, RC?!) non era una fantasia velleitaria…

E ancora, il programma di «inserire nel palinsesto un programma sulla storia locale, partendo dagli etruschi fino ad arrivare a dare voce alle prime comunità di pescatori e contadini insediati nel piccolo borgo medioevale di Trevignano Romano.»

Allora la relazione storica scritta per accompagnare gli studi preliminari per la revisione del PRG non era da buttar via e le carte archeologiche, la rassegna dei siti e dei monumenti, le foto delle buone espressioni di architettura moderna e contemporanea (anche di autori viventi, perbacco!) avevano un senso, erano espressione di buon senso! Anche lì, i concetti erano chiari: «Nello svolgimento delle varie fasi successive di attività, si raccomanda vivamente all’Amministrazione Comunale di promuovere la più ampia partecipazione della cittadinanza al processo decisionale, attraverso conferenze pubbliche e pubblici dibattiti con i cittadini e le loro associazioni. Il coinvolgimento delle professionalità presenti sul territorio (con incentivi per l’apprendistato e l’inserimento dei giovani), l’attenzione per le esigenze culturali, per il “diritto all’architettura”, per la qualità della vita e la riconsiderazione più consapevole del patrimonio acquisito di conoscenze, studi, pubblicazioni, tesi di laurea e progetti già elaborati in passato, devono rappresentare gli strumenti 9 per le scelte alla base di ogni intervento pubblico. Il metodo del concorso di idee e quello della consultazione attraverso assemblee, in tale ottica, costituiscono soluzioni preziose, ancorché impegnative, per l’effettiva adesione democratica a corretti criteri di governo del territorio. Il tentativo del progetto di “Bilancio Partecipato”, di cui riparleremo al § 3.1.2, pur nella limitatezza della risposta dei cittadini, ha dimostrato l’importanza di un sereno confronto e di una ampia informazione nella condivisione delle proposte. Risulta fondamentale, ai fini di un assetto del territorio coerente ma anche attento alle potenzialità di sviluppo, un confronto aperto e disponibile con l’Ente Parco di Bracciano e Martignano, per concordare ambiti, normative e ipotesi di attuazione concreta in collaborazione con la cittadinanza, al fine di raggiungere l’effettiva realizzazione delle previsioni di assetto finale.

E come non ammirare le pagine sull’Archivio storico, la perfetta sintesi storiografica che vi è tracciata, e la descrizione dei fondi – in cui si conservano documenti dal Cinquecento, dal tempo di Clemente VII, Giulio de’ Medici, dall’anno prima del Sacco di Roma ad opera di Carlo V?! «L’archivio del comune di Trevignano è conservato presso la sede del Municipio ed è costituito da materiale datato dal 1525 al 1996. Il lavoro di riordinamento e informatizzazione dell’archivio è iniziato nell’anno 1997 e si è concluso nel 1998. Dopo aver trasportato il materiale nei locali del centro sociale, per dar luogo al Comune di effettuare i lavori di restauro del Palazzo Comunale, è iniziata la schedatura e il riordinamento della documentazione. Già in precedenza l’archivio è stato riordinato da parte di personale incaricato dal Comune. Innanzitutto, è stata operata una generale suddivisione del materiale anteriore e posteriore l’Unità d’Italia (1870) e in seguito ogni operatore ha effettuato il lavoro sul materiale assegnato. La schedatura è stata eseguita mediante schede cartacee, poi riversate nel computer utilizzando il programma Microsoft Access, con l’indicazione degli elementi contenutistici e formali di ogni unità archivistica. Il materiale si presentava in parte riordinato, in parte molto disordinato, specialmente le buste che portavano la dicitura “Fogli sparsi” e “Carte sciolte”.»

Credo di non esagerare nel ritenere queste realizzazioni e i programmi in corso di attuazione dei buoni esempi da imitare, tracce e percorsi da seguire, buone pratiche da adottare. Come la recentissima iniziativa del 22 settembre scorso, “Vestirsi di natura”, posta in essere dal Museo Civico Gregorio Bianchini, che aderisce, insieme a tutte le realtà istituzionali, alle GEP, le Giornate Europee del Patrimonio, la più estesa e partecipata manifestazione d’Europa, il cui tema di quest’anno è “Patrimonio InVita”. «Il tema invita a riflettere sul patrimonio culturale inteso come sinonimo di patrimonio “vivo”, con i valori culturali, le tradizioni, le pratiche e i modi di vivere, le varie forme di conoscenza ereditate dalle generazioni passate e ancora oggi utilizzate per comprendere il presente e per modellare il futuro. Per l’occasione, presso il Museo, verrà organizzato un laboratorio di tessitura etrusca, organizzato dalla Società Cooperativa Matrix96 e l’Associazione di Archeologia sperimentale Paleoes-EXTAD con la sua Comunità Patrimoniale con cui si vuole valorizzare la produzione tessile, pratica che in antico era connessa a ogni livello sociale e costituiva una delle attività più laboriose ed articolate del quotidiano, rivestendo una grande importanza economica e culturale.»

Considerato che la maggior parte dei reperti di tessuto, in Italia, si sono conservati solo in minuscole tracce osservabili su superfici metalliche, spesso provenienti da corredi tombali, come appunto nel corredo della Tomba Annesi Piacentini, conservato nel Museo di Trevignano, dove sono state rinvenute piccole porzioni di tessuto mineralizzato, in cui è possibile individuare il tipo di intreccio, il laboratorio di tessitura mostrerà al pubblico ed alle scolaresche come avveniva la lavorazione dei tessuti per l’abbigliamento e per gli altri usi in quelle antiche epoche, con metodi e strumenti che si sono peraltro mantenuti fino ai nostri giorni. L’evento rientra in “Tesori Naturali 2023” promosso dalla Regione Lazio ed organizzato dal Comune in collaborazione con il Parco Regionale Bracciano-Martignano e, naturalmente, il Museo Civico Gregorio Bianchini.

FRANCESCO CORRENTI

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