Alcuni giorni fa il quotidiano online La Repubblica ha pubblicato la notizia della sanzione ai danni del Comune di Roma e dell’Ama per aver violato la privacy, riportando i nomi delle donne che avevano abortito sulle croci nei cimiteri dei feti della capitale. I fatti vennero alla luce nell’estate del 2020 perché all’inizio dell’anno, proprio il 3 gennaio, a Civitavecchia, l’assessore Manuel Magliani, di una giunta a trazione leghista del Sindaco Ernesto Tedesco, aveva accolto una proposta dell’Associazione Difendere La vita con Maria, dando in gestione un’area del cimitero nuovo, con una convenzione firmata con l’allora direttore Asl Rm4 Giuseppe Quintavalle, di predisporre un cimitero per tutti i resti abortivi non richiesti dalle donne per inumazione privata, di qualsiasi età gestazionale.
La riposta spontanea di un comitato di donne, divenuto poi un presidio permanente a Civitavecchia, le Ardite, fu veloce e ottenne il risultato di bloccare la proposta.
Alcune donne che ci seguivano sui social, una in particolare, volle scoprire cosa fosse successo al resto del suo aborto, solo lì dopo le restrizioni più rigide del Covid si venne a conoscenza di ciò che avveniva regolarmente tra asl, ospedali, ama e cimiteri romani.
La foto che questa donna scattò nell’estate del 2020 alla croce che riportava il suo nome fece girare la notizia in tutto il Paese. Scoprimmo addirittura che esisteva una mappatura dei cimiteri dei feti in tutta Italia.
Da allora, molte le riflessioni, le lotte, gli incontri e anche le prospettive diverse che le donne vollero dare alla loro indignazione. C’è chi scelse la via della violazione della privacy, probabilmente la più immediata e socialmente accettabile.
Ecco che infatti il garante per la privacy è intervenuto e ha giustamente multato. Ora su quelle croci, che continuano ad esistere, ci sta un codice alfanumerico e sono sicuramente di più le donne che sono consapevoli di cosa firmano in quel momento. Tanto il lavoro ancora da fare: su due fronti. Ma quei luoghi ormai esistono, hanno un devastante potere simbolico, soprattutto per quelle che avevano scelto l’oblio: sanno che qualcosa del loro resto biologico è sotterrato lì sotto, che qualcuno ci potrebbe deporre un fiore, che qualcuno ha resa sacro qualcosa che sacro non doveva essere, per sua scelta. La seconda questione è la necessità di una nuova narrazione sull’aborto e di concerto sulla maternità.
E’ di ieri la notizia che una donna verrà avviata a beatificazione e alla quale il Comune di Roma, intitolerà una via, perché dopo aver portato a termine due gravidanze di feti incompatibili con la vita, durante la terza gravidanza di un feto, nonostante le fu diagnosticato un tumore, rifiutò le cure, il bambino è nato e lei ora è morta di quel cancro non curato.
Non giudicherò, come non faccio mai, le scelte che ogni donna può e deve essere libera di fare sul proprio corpo, sulle proprie gravidanze, esistono delle strutture ospedaliere che si sono dotati di hospice perinatali in cui si piò andare a partorire bambini la cui prognosi prevede poche ore di vita.
Ciò di cui non mi capacito è che l’Italia persegue legalmente coloro che hanno deciso che la loro qualità della vita non è più tale per continuare a vivere tra atroci dolori, sofferenze, incapacità di muoversi e di essere autonomi e deve ricorrere all’eutanasia in completa illegalità o ricorrendo a sotterfugi è scappatoie legali, ma facciamo Santa, ed intitoliamo una via, ad una donna che decide di non curarsi e morire per mettere al mondo bambini orfani.
L’Italia attualmente è un paese che priva del diritto alla genitorialità accudente bambini e bambine nati e nate da coppie omogenitoriali se concepiti con la maternità surrogata. Perché le donne se vogliono o non vogliono essere madri devono essere poste sotto tutela, non possono decidere da sole, a meno che non muoiano ammazzate dal concetto sacro della maternità.
La ministra Roccella propone una sanatoria per i bambini e le bambine già nate, come se fossero cartelle esattoriali, abusi edilizi, bolli auto.
Il tuo corpo, in quanto donna, non è tuo ma della società. Vecchia storia ragazza mia.
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Il problema etico é sempre lo stesso, anzi i problemi sono 2 e purtroppo non c’è modo d’incontrarsi su questi
1) Quando comincia la vita?
2) Siamo, proprietari dei nostri figli ancorché non ancora nati?
“Uomini che parlano di cose delle donne che riguardano le donne” é già stato detto, non serve ripeterlo…
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Il legislatore italiano ha esaurito questo tema, fissando a 12 settimane +6gg la possibilità di abortire anche senza malformazioni embrionali. Ha allungato poi fino al quinto mese di gravidanza e cioè dopo esami diagnostici prenatali come amniocentesi e morfologica la possibilità di ricorrere all’aborto terapeutico. Fu addirittura un gesuita ad introdurre la possibilità dell’aborto terapeutico al policlinico Agostino Gemelli. Non è questo il tema.
Siamo sicuramente proprietarie del nostro di corpo, e anche della possibilità di decidere quando non sia più vita. Non solo in odor di beatificazione perché madri.
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Le questioni etiche non si regolano per legge, sono oltre la legge. In alcuni stati esiste anche la pena di morte, ciò non vuol dire che sia eticamente accettabile, é quanto meno discutibile, come discutibile é l’inizio della vita anche se “normato”.
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Il legislatore italiano ha esaurito questo tema e con un lungo iter parlamentare e referendario fissando il termine a 12 settimane +6gg come ultima possibilità di abortire senza malformazioni embrionali. Allungando poi a 5 mesi, dopo analisi diagnosticate approfondite come amniocentesi e morfologica la possibilità di abortire per aborto terapeutico. Addirittura fu un gesuita ad introdurlo all’interno del policlinico Agostino gemelli.
Il nostro di corpo sicuro ci appartiene, appartiene a uomini e donne che decidono che la loro non è più vita senza essere in via di beatificazione perché madri.
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Brava
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Ti leggo solo ora Valentina e ti ringrazio. Un tema così sensibile esige un approccio culturalmente appropriato anche perché oggi il confronto di pensiero e di idee sta assumendo troppo spesso toni aggressivi e assertivi. Sacro per etimologia- ebraica e non solo-è per sé stesso l’inavvicinabile, l’ intoccabile. Appunto come questo tema che ha per soggetto il corpo femminile e tutto ciò che lo riguarda.. Usare cautela evitando pregiudizi e idolatria. È il minimo che dobbiamo pretendere.
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❤️
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