AMORE E’ DONNA

di CARLO ALBERTO FALZETTI

Antica la storia, ma palpitante la sua presenza attorno a noi.

Mio caro,

non  ho mai cercato nulla in te, Dio lo sa, se non te; desideravo semplicemente te , nulla di tuo.

Non volevo il vincolo del matrimonio.

Mi sforzavo di soddisfare non la mia ma la tua voluttà, come tu ben sai.

E se il nome di moglie sembra pur santo  e più importante, per me è sempre stato più dolce  quello di amica o, se non ti scandalizzi di concubina o di prostituta.

 Io preferivo la libertà dell’amore al vincolo coniugale.

Ti accusi e mi accusi dei nostri piaceri. A quante cose vergognose la tua lussuria smodata trascinò i nostri corpi nel fango della palude dei sensi, questo tu dici.

Ma  Il tuo è un ostinato lamento.

Tu lo sai, io che ho molto peccato, sono completamente innocente!

Il crimine, difatti, non è nell’effetto dell’azione, ma nel sentimento che anima colui che agisce.

La giustizia di Dio giudica non l’azione ma l’animo col quale la si è compiuta.

La nostra furia amorosa (ricordi ciò che avvenne in un angolo del refettorio dopo che furtivamente eravamo sposati?) ha creato in me profondo turbamento  ma, credimi, nessuna, nessuna riprovazione in me.

Credevo  che già da tempo questa amarezza fosse svanita dal tuo animo grazie all’evidente presenza nelle nostre vite della divina misericordia.

Sappi che le tue continue rimostranze sono tanto più tristi e angoscianti per me quanto più sono pericolose per te.

 Dimostreremo ancora una volta quanto fu retto e utile ciò che ci è accaduto, come fu più giusto che la vendetta divina ci colpisse quando eravamo sposati piuttosto che mentre eravamo amanti.

Penso come madre a nostro figlio Astrolabio. Che la mano di Dio non si allontani da lui.

.  .  .

L’avversità al matrimonio era per lei prova massima di amore. Vittoria dell’amicizia non utilitaristica che sgorgava dalla lettura del De Amicitia. Vittoria del fin’ amor di Provenza. Così femminile, così elegante nelle sue parole (Petrarca).

Così distante dall’algida logica di Abelardo. Eppure, la sua intelligenza contorce l’etica dell’intenzionalità contro il suo stesso autore: il valore morale è dato dall’intenzione, non dal contenuto dell’azione.

Valga questa regola ai nostri giorni!  Quanti di noi ipocriti potremmo imbrancare?

Ebbe, Eloisa, il premio d’aver al Paracleto il corpo di Pietro. Oggi, dopo tanti stravolgimenti il corpo di lei riposa  a Père Lachaise assieme al suo amato.

CARLO ALBERTO FALZETTI

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