I CANTASTORIE TRADITI – COME SI DISTRUGGE IN CINQUANT’ANNI E SPICCI UNA CIVILTÀ COSTRUITA IN TREMILA ANNI.

di EZIO CALDERAI ♦

Capitolo 4: Zenone e la storia straordinaria della guerra di Troia.

   Quando Kyros arrivò in cucina non c’era nessuno. Strano, Zenone era sempre il primo ad alzarsi al mattino. Lo cercò nella sua camera e fuori, nei dintorni. Niente.

   Fece caso che aveva tagliato una fetta di pane e mancava la sua sacca. Era uscito, dunque. L’avrebbe cercato più tardi, ora doveva affrettarsi a raggiungere il bestiame. Doveva governarlo, farlo bere e portarlo al pascolo. Avrebbe raggiunto Zenone più tardi, sapeva dove si rifugiasse quando veniva preso dalla melancolia.

   Solo a mezzogiorno, quando le sue caprette e le pecore brucavano senza fretta il prato grasso e comodo dove le aveva portate, Kyros salì sulla montagna.

   Non era un percorso facile e la fatica era tanta. Quando arrivò in cima, forse per la prima volta, si rese conto della bellezza del luogo, il più bello dell’isola. Un nido d’aquile. Il mare lo circondava e in lontananza si vedevano le isole vicine.

   Zenone era lì. I suoi occhi erano rivolti al mare, ma il suo sguardo era vuoto. Kyros lo scosse più volte, ma ci volle tempo prima che si riprendesse dal torpore.

   Cos’hai, non ti senti bene? Gli chiese Kyros.

   Non sto affatto bene, rispose Zenone, questa mattina al risveglio mi sono accorto di aver recuperato la memoria, una parte, gli ultimi dieci anni.

   Dovresti essere contento, almeno ora saprai chi sei.

   Ti sbagli. So solo di essere sbarcato con una flotta sterminata 10/11 anni fa davanti alla grande città di Troia dove ho assistito a vicende tremende. Una guerra sanguinosa. Gli Achei presero d’assedio la città di Troia. Ricordo tutto nei minimi particolari e anche ora il cuore mi viene meno.  

   Che ci facevi tu, quando sei sbarcato avrai avuto 12/13 anni, non potevi essere un guerriero?

   Non lo ero, il mio Signore mi aveva portato perché sapevo leggere e scrivere, ero bravo a tenere i conti, avrei dovuto cantare le sue gesta e narrare le sorti dell’assedio. Poi, diventato adulto, anch’io conobbi l’orrore delle armi.

   Si, ma ora scendiamo, recuperiamo il bestiame e torniamocene a casa. A proposito come ti chiami? Filippo? Non so se mi piace più di Zenone, sentiremo mia sorella e poi, come sai, deciderà la piccola Kalliope. Ormai è lei la padrona.

***

   «Dafne, Dafne siamo tornati e siamo affamati», gridò Kyros.

   La bambina si precipitò fuori di casa come una saetta, inciampò e sembrò che spiccasse il volo. La caduta sarebbe stata rovinosa.

   Alla casa, rialzata 4 o 5 metri rispetto alla strada, si accedeva da una scala intagliata nella pietra, che portava a un ballatoio avanti l’uscio.

   Zenone d’istinto si lanciò per prenderla, nella peggiore delle ipotesi per farle scudo dal selciato con il suo corpo. L’impresa riuscì. Kalliope cadde sul corpo di Zenone e non sul selciato. Quando Zenone, dopo aver rimesso in piedi la bambina, si rialzò, era sanguinante.

   I dolori li avrebbe sentiti dopo. 

   Dafne prese in braccio la figlia, la baciò per ogni dove, stringendola persino con troppa forza per il pericolo scampato, mentre Kyros portò in casa Zenone dolorante.

   Kalliope, in fondo, non si era messa paura più di tanto, ma baciò Zenone stando attenta a non sporcarsi di sangue. Distesero Zenone su una panca e Dafne gli mise unguenti ed erbe curative sulle ferite, ricordandosi di ringraziarlo dopo un po’, con le lacrime agli occhi. Gli chiese come avesse fatto a capire tutto in un istante e lui rispose che non avrebbe sopportato che la sua migliore allieva si sbucciasse il nasino.

   Le ferite erano poca cosa, rapidamente vinte dalla fame. C’era molto da raccontare.

***

   Riuniti intorno alla tavola, Zenone ripeté il racconto che aveva fatto a Kyros. Le domande seguirono come le gocce di pioggia dei temporali d’autunno.

   Raccontò dell’arrivo della flotta sulle spiagge di Troia, delle cause della guerra, iniziata con il rapimento di Elena, la donna più bella del mondo, moglie di Menelao re di Sparta, da parte di Paride uno dei figli di Priamo, Re di Troia, del re Agamennone, capo dell’esercito acheo, e delle altre casate greche, degli scontri feroci tra i guerrieri, Achille, Ettore. Odisseo, Aiace, Diomede e innumerevoli altri; anche gli Dèi partecipavano, ognuno aveva le proprie preferenze, ma il conflitto più aspro era tra Era e Atena.

   Zenone, quasi senza fiato, si fermò: «Ci vorrebbero giorni per raccontarvi quello che ho visto».

   Mentre diceva quelle parole, pensò, non ho mai visto Dafne così bella, il pericolo scampato da Kalliope, il racconto e le forti emozioni che trasmetteva le hanno infiammato il volto.

   La riunione fu interrotta dalla piccola Kalliope: «Questa volta non hai scuse, non ti mancheranno storie interessanti da raccontare». In realtà, anche le gote della bambina avevano preso fuoco e, per una volta, non aveva interrotto o corretto Zenone.

   Non c’era serata che non fosse occupata dalla lotta epica tra Troiani e Achei. I suoi ospiti capirono perché il padrone avesse portato con sé Zenone. A parte gli straordinari con Kalliope, nelle loro serate Zenone, con il suo talento, aveva fatto rivivere accadimenti straordinari, ai quali aveva direttamente partecipato, aveva detto dell’orgoglio degli uomini, del loro ingegno e della loro malvagità, dell’amore, della morte, dei conflitti, del dramma e della comicità della vita.

***

   Una sera, alla fine del racconto, Zenone si sorprese a pensare: il tempo cancellerà in un attimo l’epico scontro tra achei e troiani.

   Neppure gli avesse letto nel pensiero, la piccola Kalliope si alzò e disse: «Questa storia non può restare in questa cucina e davanti a questo fuoco. Tutto il villaggio la deve conoscere. Penserò a tutto io, andrò da Sofia e da Leonida e vedremo come fare». I grandi non avevano diritto di replica.

   Sebbene fosse la bambina più intelligente del mondo, Kalliope non poteva immaginare che stava mettendo la prima pietra alla costruzione meravigliosa della civiltà occidentale. 

EZIO CALDERAI                                                                     (CONTINUA)

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