“Le pulci dei Rothschild e altre strane storie di libri e di scrittori”
intervista a GIORGIO LEONARDI a cura di ANDREA MORI ♦
“Le pulci dei Rothschild e altre strane storie di libri e di scrittori” è il tuo ultimo libro, di cosa tratta?
È una raccolta di curiosità e stranezze intorno al mondo dei libri, di chi li scrive e tutto sommato anche di chi li pubblica. Insomma, ho deciso di muovermi all’interno del mio ambito. Ma non si tratta di storie inventate o frutto della mia fantasia, per quanto certi avvenimenti possano sembrare improbabili ogni particolare è rigorosamente autentico, verificato e verificabile. Nelle pagine del volume sono raccontati episodi curiosi che riguardano grandi autori che nessuno vi ha mai raccontato, ma si incontrano anche personaggi bizzarri realmente esistiti ma poco conosciuti e libri assurdi di cui, molto probabilmente, non avete mai sentito parlare. In definitiva, è un campionario di notizie che non troverete in nessun altro libro.
Anche il titolo suona un po’ bizzarro.
Il titolo è preso da uno dei capitoli del volume. Un capitolo in cui si racconta dell’insospettabile legame che esiste tra la grande famiglia di magnati e miliardari e il più infimo degli insetti, la pulce. Pochi sanno, infatti, che Charles Rothschild, il grande banchiere, coltivò per tutta la vita un hobby curioso: quello di collezionare pulci. In qualunque parte del mondo andasse (ed era uno che viaggiava parecchio), raccoglieva esemplari di pulci, fino a costituire una importantissima collezione di ben 260.000 esemplari (tuttora conservata al British Museum). E non finisce qui, perché sua figlia, Miriam, ereditando questo patrimonio di pulci, si è successivamente a sua volta appassionata allo studio di questi esemplari, su cui ha scritto un’opera-catalogo di ben 7 volumi, costati grande fatica, che rappresentano tutto quanto c’è da sapere su questo parassita. Lascio naturalmente alla malizia del lettore stabilire il nesso tra una famiglia di ricchissimi banchieri e degli insetti ematofagi! Ma la cosa sorprendente è che la competenza di Miriam in fatto di pulci salvò persino l’economia di una nazione come l’Australia. In che modo, lo racconto nel libro.
Quella dei Rothschild e delle pulci non è l’unico argomento che tratti, si può fare un accenno a qualche altra storia curiosa che racconti nel libro?
La vicenda dei Rothschild occupa solo uno dei 21 capitoli monografici del volume… e all’interno di ciascuno ci sono spesso più storie. Uno di questi capitoli parla, ad esempio, di alcune incredibili sviste tipografiche che hanno portato persino a conseguenze molto gravi per gli autori e per gli stessi tipografi. L’incubo di chi scrive libri è quello di seminare refusi. Talvolta essi possono cambiare drasticamente (e drammaticamente) il significato di una frase o di un libro. A volte sono causa di involontaria comicità. In certi casi, data la portata dell’errore, come racconto in un apposito capitolo, possono determinare anche la vita delle persone.
E ancora, forse pochi sanno che in pieno Settecento ci fu chi si prese la briga di scrivere dei veri e propri trattati su un argomento scabroso e irriverente come le flatulenze. Anche in questo caso, sembra assurdo ma è tutto assolutamente vero. E se aggiungessimo che uno di questi autori, che scrisse in forma anonima, era addirittura Jonathan Swift, l’autore de “I viaggi di Gulliver”?
C’è anche un capitolo sull’ipertrofia erotica di Maupassant. Ai tempi le sue “performances” nei bordelli parigini erano quasi una leggenda: una storia apparentemente divertente ma con un finale drammatico. E poi ancora molte altre storie: dal racconto di una notte di paura che Stephen King visse realmente in un hotel immerso nella natura a simpatici resoconti di vita con i cannibali. Dalla storia della biblioteca più licenziosa del mondo ad alcune strane coincidenze nascoste tra le pagine di libri. E così via… tanti altri argomenti che lascio scoprire ai lettori. E ribadisco: sono tutte storie autenticamente vere.
C’è anche un capitolo dove si parla della strana usanza di rilegare libri con pelle umana.
Sì, e la prima cosa che ci viene in mente è la sadica follia criminale che i nazisti esercitavano sulle povere vittime dei loro campi di sterminio. E quindi può forse stupire la notizia che quest’usanza non fu solo una questione per psicopatici ma che, in passato (anche recente), questa pratica era molto più diffusa di quanto si potrebbe immaginare. Ho voluto raccontare le storie di alcuni di questi strani e inquietanti libri, spesso legati a fatti giudiziari. Basti pensare che in passato era consuetudine affidare i corpi delle persone giustiziate alle scuole di medicina per le esercitazioni anatomiche. E talvolta la pelle di questi condannati veniva prelevata dai corpi, opportunamente conciata (spesso con una soluzione a base di urina), conservata e usata per foderare edizioni “molto particolari”. Certo è un tema un po’ macabro, per questo ho cercato di affrontare l’argomento talvolta anche con un pizzico di leggerezza.
Come hai trovato queste curiosità?
Di mio sono caratterialmente una persona curiosa, che ama leggere e indagare nelle pieghe nascoste delle cose, cercando, come dichiarava Verlaine, le sfumature più che i colori. Credo che questo sia il motore dell’umanità. Nella mia ormai lunga attività di lettore compulsivo e ricercatore professionale mi sono spesso imbattuto (con modalità le più disparate, e talvolta anche decisamente casuali) in fatti strani o personaggi eccentrici che, una volta opportunamente verificati, ho voluto raccogliere e raccontare a modo mio, mettendoci anche un po’ di ironia, ma senza inventare niente perché spesso la realtà è, come in questi casi, molto più fantasiosa della più spericolata invenzione.
Scrivendo il libro ti sarai proposto un “target” di lettori. Chi dovrebbe leggere “Le pulci dei Rothschild e altre strane storie di libri e di scrittori”?
Tutti i curiosi come me, e gli amanti di quel pizzico di follia che è il sale della vita. Non a caso la dedica iniziale del volume è ai miei gatti (creature curiose per eccellenza) e, nel breve proemio, cito “L’elogio della follia” di Erasmo da Rotterdam, perché una salubre dose di stravaganza ci aiuta a venir fuori da un grigiore altrimenti imperante, che è poi il grigiore della normalità e della mediocrità. L’eccentricità è necessaria all’uomo dal momento che, come dice anche La Rochefoucault, «Chi vive senza follia, non è poi così saggio come crede di essere».
Hai altre opere in preparazione per il nuovo anno?
In preparazione c’è sempre qualcosa, ma per la verità c’è anche qualcosa di già pronto che attende solo di vedere la luce delle stampe. Tra febbraio e aprile sono infatti in uscita due miei saggi monografici: il primo tratterà la vita da fuorilegge di un anarchico francese dell’Ottocento, il secondo invece (come doveroso bilanciamento) racconterà la straordinaria parabola umana e artistica di una grande diva, sempre del XIX secolo. Quest’ultimo, in particolare, è il frutto di studi e ricerche lunghe, approfondite e dense di soddisfazioni. Ma c’è anche altro che bolle in pentola. Per scaramanzia, però, non ne parlo ancora.
ANDREA MORI