RIFLESSIONI SUL BLOG – COME FACCIO A NON INTERVENIRE?
di CARLO ALBERTO FALZETTI ♦
La cultura è paziente,
benigna è la cultura;
la cultura non invidia, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto,
non cerca il proprio interesse, non si adira,
non tiene conto del male ricevuto,
non si compiace delle sue espressioni,
tutto tollera, tutto condivide,
tutto spera, tutto sopporta.
Nacque il blog come spazio per accogliere espressioni in piena libertà.
Contenitore incontenibile di squallida mercanzia social.
Recinto di spontaneismi , onesti culturalmente, ma giammai esposti al dirigismo redazionale.
Crebbe invigorendo nei contributi variopinti che spaziavano dal folklore civico al dotto saggio al commento di cronaca all’erudito richiamo all’arguto commento.
Si limitò nel tempo in termini di quantità espositiva quando prudentemente si avanzarono segnali di sobrietà da parte del devoto lettore.
Trascorso il lustro rampolla ora naturale l’esigenza di sviluppo.
Sviluppo significa certamente contaminare ancor più chi è propenso alla lettura e chi allo scrivere. Ma circola nella mente dei più che sviluppo significhi anche mutamento qualitativo.
Orbene, ogni mutamento che investe l’ordine della qualità conduce al porre in essere strategie di cambiamento. Ma cambiare significa alterare il paradigma fin qui condiviso o, comunque, accettato tacitamente e, sia pur passivamente. Mettere in discussione valori accettati e resi abitudinali non è mai neutro ed indolore stante una naturale ed inconsapevole forza inerziale che sempre domina nelle organizzazioni.
Ma in cosa consiste lo sviluppo qualitativo?
Sembra accettato che il blog voglia passare da circolo ristretto di scambio erudito a qualcosa che appaia essere “attore sociale”, ovvero portatore di interesse civico all’interno di una comunità non sufficientemente rappresentata in termini politici, scarsa di idee, schiacciata sul presente dunque affetta da grave miopia che insiste su una popolazione in maggioranza disincantata, inaridita quanto a valori, apatica quanto ad iniziativa, in crisi identitaria.
Terreno fertile per le capacità cittadine che possono disporre di eccellenze derivanti da primari successi professionali o da itinerari di elevato impegno culturale, o di innate capacità critiche autodidattiche.
Dunque, i presupposti esistono. Che può mancare?
Manca la penosità del fare.
- La cultura nell’organizzazione del blog non può essere identificata con l’erudita conoscenza settoriale (che deve esistere certamente in modo florido ma non quale univocità del fare). Per cultura si intende quell’insieme di assunti che il blog si pone e che servono per risolvere i suoi problemi di porsi come un attore sociale di un territorio e che ben funzionando possono essere considerati il modo corretto di pensare da parte dei membri.
- Gli assunti hanno a che fare con il lavoro di equipe ( meno che mai solitario). Comunanza di interessi e di capacità. Catena di valore che ha come terminale il lavoro di chi può esprimere il giudizio in ambito di Consiglio Comunale o che si esprime nei media cittadini (articoli a firma “blog”.)
Assunto significa pensare che il blog è un sistema aperto che vive perché esiste scambio con l’esterno vanificando l’autoreferenzialità. (dunque partecipazioni, convegni, attività teatrali….)
- La strategia espressiva punta sul fatto di farsi conoscere all’esterno raffigurando se stessa come qualcosa di desiderabile perché impegnata a porsi come attore al pari degli attori politici, mediatici, del terzo settore.
Nel momento in cui gli effetti sperimentati denunciassero un qualche successo l’effetto perderebbe via via di valore e solo allora il blog si identificherebbe con la sua causa: l’essere attore sociale diventerebbe a pieno titolo la teoria dominante dell’azione.
Le pene hanno così termine?
Questa è sola aurora. Le promesse del giorno sono tutte da vivere secondo lo spirito auspicabile.
L’incipit dell’articolo, piegando il senso della paolina carità alle nostre esigenze, costituisce quello spirito che dovrebbe soffiare sopra il blog e sopra le teste dei suoi membri.
CARLO ALBERTO FALZETTI
Bene il tuo incipit ma molto lontano dalle reali pulsioni umane, comprese le mie; io non scriverò un articolo sulla proposta di associazione e non lo farò per svariate ragioni che evito di raccontare, alcune nobili, altre forse ignobili: starò, una volta tanto , alla finestra ad aspettare come andrà a finire e dove porterà questa avventura dovesse mai concretarsi
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Grazie Carlo.
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Ciao Carlo, la lettera di Paolo ai Corinzi, mi fa ricordare il mio amato film blu di Krzysztof Kieslowski. Blu come il logo di Spaziolibero.
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Tantissimi articoli.
Pochi o zero commenti
MOLTO il POLITICAMENTE CORRETTO.
Intanto
“LA MUCCA NEL CORRIDOIO STA BUSSANDO ALLA PORTA:
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Vlalentina amica mia,
leggo solo ora il tuo commento. Richiamare il Film Blu col suo stupendo inno è cosa meravigliosa.
Io non osavo tanto. Volevo solo commentare faccenduole interne. Tu hai dato dignità a quelle righe che se erano già sublimi nel parlare dell’amore Krzyszof ha ancor più esaltato con il suo film.
Come non ringraziarti.
E’ questo ciò che il blog può fare di meraviglioso sondando, scandagliando, diffondendo bellezza. Il civismo è anche questo.
Ho tanta difficoltà, verso il finale, ad adattarmi verso il basso. Non voglio e non posso per il rispetto di un passato che non è mai passato.
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