VITTORIA
di CARLO ALBERTO FALZETTI ♦
La nostra vita è solo un rapido lampo fra due eternità di tenebre.
E’, dunque, il nulla il nostro approdo finale?
Il ruscello che si getta nel mare, alla fine del suo percorso, sentendo la dolcezza delle sue acque invasa dall’acre salsedine marina prova l’ infinita gioia nel lasciarsi finalmente annullare nell’immensità.
E’, dunque, il ritorno alla Natura generante il nostro approdo finale?
Questo è ciò che il pensiero dominante pensa.
Tuttavia, la questione rimane sempre incerta. E ciò può dar spazio ad un sentimento di ribellione.
Ma, se è il nulla o il ritorno alla Natura è il nostro fine ultimo allora facciamo in modo che questo non sia giusto!
Lottiamo contro il destino anche senza speranza di vittoria. Facciamo in modo che il nulla o l’annullamento,, se questo ci è riservato, sia una ingiustizia.
Affido il tuo ricordo a Miguel de Unamuno.
. . .
Tutta l’esistenza mi angustia.
Me stessa, soprattutto.
Vasto è il mio dolore, non conosce confini.
Nessuno lo conosce se non Dio nei cieli. Ed Egli non vuole consolarmi. Non vuole aver pietà di me.
Giovane mio, tu che sei ai primi passi.
Se ti sei smarrito, ritorna!
Quanto bisogna soffrire quando si sono sperperati la forza ed il coraggio della propria giovinezza.
Soffrire, quando, affranti e disfatti, si debba incominciare una ritirata.
A traverso paesi distrutti e province rovinate,
circondato dovunque dall’orrore delle devastazioni, dalle città bruciate
e dalle macerie fumanti di speranze deluse.
Una ritirata lenta come un annata di sventura,
lunga come una eternità.
Vittoria, la tua anima amica, di sempre, l’anima inquieta pervasa da timore e tremore così scriveva per te il 12 maggio del 1839 nel suo Diario.
Ti saluto dicendo qualcosa che ti farà piacere. Il ruscello, mentre precipitosamente s‘avvicina al mare che lo inghiottirà, avverte l’ingiustizia di ciò che sta per accadere e nutre la speranza di risalire alla fonte, fin sopra, per farsi di nuovo nube. Nube creata dal mare ma ben distinta da esso.
CARLO ALBERTO FALZETTI