Magistrati, magistratura, politica e politici.
di MATTEO VECCHI ♦
Il partito politico non può essere personale.
Il partito politico ha bisogno come caratteristica chiave quella della contendibilità delle cariche. Da ottenere con metodi democratici: congressi, primarie, selezione di partito…
La figura del leader fondatore che sborsa un bel po’ di milioni per creare una realtà partitica per il bene comune e della nazione lascia sempre perplessi. Il caso Forza Italia – Berlusconi Presidente ne è l’esempio lampante.
La logica imprenditoriale, che non è certo da condannare ma sicuramente da criticare nel sistema politico/partitico, vuole che a fronte di un investimento X si ottenga un ritorno X+1 e cioè un guadagno personale. Con ciò viene meno qualsiasi buon proposito raccontato in tv o sui giornali sul voler migliorare il paese e le condizioni di altri che non siano il fondatore/i.
Le varie inchieste su fondazioni et simili lasciano forti dubbi. Ma non si risolvono attaccando chi fa il mestiere del magistrato. Era sbagliato quando a farlo era Berlusconi, è sbagliato se a farlo sono Salvini, Renzi o chiunque altro.
Mi aspetterei più che una revisione della magistratura (che propriamente aspirerebbe a cosa? Alla divisione teorica delle carriere?) un riconoscimento giuridico verso e per il partito politico.
Mi spiego.
Ad oggi il partito politico è inteso come una semplice associazione di diritto privato, niente più e niente di meno, sul piano giuridico, della bocciofila o del circolo caccia e pesca.
Ora, con tutto il rispetto non credo di essere l’unico a vedere differenze sostanziali tra le associazioni sopra descritte.
In Germania l’articolo 21 della costituzione tedesca definisce i requisiti che un partito deve (e non può non avere) per essere tale.
Democraticità interna (ossia contendibilità delle figure di vertice), trasparenza (per quanto riguarda fondi, donazioni e soprattutto, associazioni collegate), conformità alle leggi dello stato.
Qualora adottassimo una previsione simile avremmo: chiarezza sullo status di salute dei partiti e certezza di chi li finanzia, affermazione di figure politiche nuove per le loro idee e non per la profondità delle loro tasche, totale assenza di partiti che si rifanno al ventennio nero come Casapound e Forza Nuova, che sarebbero immediatamente resi incostituzionali e bocciati dalla Corte senza avere la possibilità di sporcare le schede elettorali.
La politica è di tutti, perché cercare di ostacolarne la partecipazione?
MATTEO VECCHI