È UFFICIALE: Ha vinto Joe Biden.
di MATTEO VECCHI ♦
La vittoria del candidato democratico (si spera) possa essere una “sliding door” per la politica mondiale.
Nel 2011 il mondo è entrato in un periodo di forte crisi delle istituzioni, dei valori e della democrazia. La vittoria di Trump nel 2016 ha segnato questa “era del caos”.
Brexit, Bolsonaro, Orbàn, Bannon, Salvini, Le Pèn, Grillo… giusto per citare alcuni dei protagonisti.
Siamo stati abituati per decenni ad una sana (più o meno) alternanza fra destra e sinistra. Un’alternanza che, salvo alcune espressioni infelici, come le varie sparate di Silvio Berlusconi sulla magistratura, ha sempre tenuto il campo politico e quello istituzionale ben distinti nonostante le contaminazioni che dall’una e dall’altra parte non possono non arrivare.
Ma allora che diavolo è successo in questa era del caos? Quanto, come e perché il populismo ha minato alla stabilità e al tessuto democratico di interi continenti oltre che dei paesi?
Identifichiamo il “populismo” come una forza capace di muoversi autonomamente, simile ad un fantasma, al fine di rendere più immediato il discorso.
Il fantasma del populismo ha dapprima preso pieno controllo delle piazze virtuali e non (partendo però sempre dalle prime). Ha poi creato una sofisticata macchina di propaganda (prettamente social con pagine “civette” e gruppi che creassero una “eco Chamber”). É infine passato all’incasso grazie al continuo ed estenuante lavoro di pochi onorevoli eletti che hanno provveduto ad aprire le porte delle istituzioni dall’interno (Farage in europa con il partito Ukip, i vari convegni organizzati presso la camera dei deputati dal Senatore Salvini e simili.
Piazze- Propaganda- Personaggi Chiave in posti chiave.
Lo schema di attacco da parte del fantasma è esattamente quello che ha guidato tutti i partiti tradizionale che tanto vengono condannati.
Ma manca ancora un punto: quello dell’ideologia. Il cervello.
È forse proprio qui che il fantasma è costretto ad arrendersi. Dopotutto; i fantasmi non dispongono di un cervello.
Informazioni sommarie e mistificatrici, complotti, la retorica del noi contro loro (dove “loro” spesso e volentieri sono quelli che provano a guidare i “noi”).
Uno strumento ingegnoso cucito, grazie alla profilazione di ognuno di noi attraverso quegli stessi canali social che usiamo per passare qualche minuto di svago. Se si parla all’elettorato tendente a sinistra basterà infatti affermare “Noi, il popolo, contro le élite!” Se al contrario si parla al popolo tendente a destra saremo tutti contenti con un “il popolo contro la sinistra che ha fatto solo del male”. Da notare come l’unico bersaglio ben identificato e riconoscibile rimane sempre appunto la “sinistra”.
Tutti i protagonisti sopracitati sono stati guidati (o impossessati) dal fantasma del populismo tutti fautori dello stesso piano che voleva annullare libertà civili e i diritti, vituperando con lo sproloquio la parola “doveri”; il diritto infatti sottintende sempre un dovere.
Tutti quanti volevano sorpassare le ideologie, facendole passare come vecchie e stantie, Tutti quanti hanno usato le fake news per distorcere e modificare la realtà.
La vittoria di Biden è un primo tassello per riportare il mondo alla normalità. Un primo, fondamentale, segnale che il caos può essere sconfitto. Ma non si sconfiggerà certamente con la conta all’ultimo voto o usando gli strumenti di sempre, sarebbe dispendioso in termini di energie e denaro e non si otterrebbe comunque un risultato soddisfacente. Per sconfiggere il caos, serve il cosmos.
E checché se ne dica l’affidarsi ad un demiurgo non basta, non può bastare.
MATTEO VECCHI