Reddito di cittadinanza: in quanti lo prenderanno davvero?

di ROBERTO FIORENTINI

Cominciamo intanto con il dire che intanto c’è già un sito che spiega in modo piuttosto sbrigativo di cosa si parla davvero. Il sito è https://www.redditodicittadinanza.gov.it/.

Il 17 gennaio 2019 è stato approvato il decreto sul reddito di cittadinanza, il quale è stato poi pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 28 gennaio. Il sussidio verrà erogato a partire dal 1 aprile, mentre dal 6 marzo è possibile inviare la domanda per ottenerlo tramite il sito di cui sopra o recandosi in un Caf o in un ufficio postale. Il RdC, comunque, non viene erogato a tutti i cittadini ma solo a chi ha determinati requisiti.

Ma quali sono questi requisiti ?

Come si può leggere sul sito esso “viene erogato ai nuclei familiari in possesso cumulativamente, al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata dell’erogazione del beneficio di” Requisiti di cittadinanza, residenza e soggiorno, Requisiti economici e altri requisiti.

I primi sono piuttosto semplici. Il richiedente deve essere cittadino maggiorenne italiano o dell’Unione Europea, oppure, suo familiare che sia titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente o cittadino di Paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo. È, inoltre, necessario essere residente in Italia per almeno 10 anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo. Quindi va a chiunque sia residente in Italia da almeno 10 anni, sia ai cittadini italiani che a quelli stranieri residenti, comunitari e non. Una platea potenzialmente piuttosto ampia.

Più complessa è la questione dei requisiti economici. Vediamoli. In primis il richiedente deve avere un ISEE (Indicatore di Situazione Economica Equivalente) aggiornato inferiore a 9.360 euro annui. Quindi avere un reddito familiare inferiore a 6.000 euro annui moltiplicato per la scala di equivalenza. La soglia del reddito è elevata a 9.360 euro nei casi in cui il nucleo familiare risieda in una abitazione in affitto.

Per capire quanto vi spetta di reddito familiare, quindi, dovrete sottrarre il vostro reddito familiare dalla soglia di reddito familiare da non superare per avere diritto al beneficio. Il risultato, diviso per dodici mensilità, equivale all’importo mensile che vi verrà caricato sull’apposita carta elettronica. In pratica il beneficio economico riconosciuto ai titolari del reddito di cittadinanza è composto da due parti:

  • integrazione del reddito familiare fino al raggiungimento della soglia di 6.000€
  • integrazione pari all’ammontare del canone annuo di locazione (per i nuclei familiari che vivono in un immobile in affitto) per un massimo di 3.360€. In alternativa, a chi vive in una casa di proprietà acquistata con un mutuo (ancora attivo) è riconosciuta un’integrazione per un importo massimo di 1.800€ l’anno.

Complessivamente, quindi, una persona sola che è in affitto può ricevere un’integrazione fino ad un massimo di 9.360€ l’anno, ossia i famosi 780€ al mese (per dodici mensilità).

In pratica il reddito familiare non deve essere superiore ai 6.000€ per la persona sola, mentre in caso di più componenti bisogna moltiplicare la suddetta soglia per il parametro di scala di equivalenza di riferimento. Ad esempio, in caso di un nucleo familiare composto da marito e moglie o da un genitore con un figlio il limite di reddito è pari a 8.400€ (6.000*1,4). Cioè se in una famiglia un solo membro della famiglia lavora ( anche se con uno stipendiuccio, tipo un part time da 700 euro al mese )non spetta alcuna integrazione reddituale.

Il limite massimo di reddito che garantisca l’ RDC per una famiglia di cinque persone ( due genitori e tre figli ) , che paga un affitto di 500 euro mensili è , invece, di 12.600 euro annui ( che è il limite massimo assoluto) . Sopra questo importo annuo ( in pratica 1000 euro al mese ) , indipendentemente dal fatto se si è in affitto e da quanto si paga di affitto e indipendentemente dal numero dei figli disoccupati , non interviene alcuna integrazione.

Ci sono poi altri limiti. Non si deve possedere un patrimonio immobiliare, diverso dalla prima casa di abitazione, superiore a 30.000 euro e avere un patrimonio finanziario non superiore a 6.000 euro che può essere incrementato in funzione del numero dei componenti del nucleo familiare e delle eventuali disabilità presenti nello stesso.

Se avete un figlio disoccupato, insomma, e voi non siete quasi nullatenenti il ragazzo non prenderà nulla. Credo che ben presto molti italiani , specie se sono onesti e non hanno fatto finti cambi di residenza , finti divorzi e così via , rimarranno presto molto molto delusi.

ROBERTO FIORENTINI