BARRICATE DI UNA ESTATE AL CALOR BIANCO
di LUCIANO DAMIANI ♦
Com’erano belli i tempi in cui, giunta l’estate, si sentiva parlare dei politici solo a commento delle fotografie in costume da bagno, con i racchettoni sulle spiagge di Capalbio, impegnati a “cazzare la randa” di qualche barca a vela, oppure a brindare in una qualche festa mondana in qualche terrazzo della capitale.
Bei tempi… il Parlamento chiuso, il Presidente nella sua tenuta di Castel Gandolfo, e i giornalisti a caccia di spettegulezz.
Purtroppo per noi pare tutto terminato…. qualche cosa s’è rotta e ci si dibatte disordinatamente cercando il modo di esorcizzare il “demonio” e i “demonietti”. La cosa migliore da fare per chi è minimamente intelligente sarebbe quella di andarsene in vacanza sufficientemente lontano e possibilmente senza connessione ad internet. E’ indispensabile.
Il fatto è che come apri FB trovi una sfilza, senza soluzione di continuità, di bufale e controbufale, il complimento migliore che si possa leggere è: “cazzaro”. Si accampano argomenti che farebbero sorridere chi avesse un minimo di intelligenza. Giusto per esempio: “l’aereo di Renzi” chi potrebbe mai credere che sia proprietà di Renzi? Eppure questa affermazione è bastevole come argomento, sia per i pro sia per i contro. La cosa, però che mi lascia interdetto, è vedere come persone che reputo intelligenti e impermeabili a questi meccanismi, si siano fatti coinvolgere ed abbiano preso con impegno l’uso delle “bufale” della “notizia sparata” come argomento “utile”, in una sorta di tramonto della ragione.
Tutti sulle barricate a fare chi tira i sassi più grossi o, se vogliamo, a chi ne tira di più. Barricate perché? Lo scontro è proprio ravvicinato, ci si tira di tutto, dalla molotov allo spillo soffiato con la cerbottana, dalla fiondata allo spray urticante. Le trincee dalle quali si sparava al massimo un qualche colpo di mortaio, sono roba d’altri tempi. Del resto in accordo con i tempi attuali della comunicazione, della rapidità che ha nel titolo e nell’immagine il veicolo del messaggio, il testo appare pressoché inutile. Mi è capitato a volte, di pubblicare un articolo, un testo di legge, insomma un qualcosa che richiedeva un certo tempo per la “lettura”. Dalla pubblicazione ai primi “like” non passavano che pochi attimi, segno evidente del “like a prescindere”. E non raramente mi è capitato di notare dei like su cose che, se fossero state lette, quel like non l’avrebbero certo avute. Fa sorridere.
L’inventario delle tipologie umane in questo caos sarebbe interessante, roba da antropologo. Permettetemi di citarne un paio.
Il tipo: “si informi”. C’è gente che ama confrontarsi partendo dal presupposto che l’interlocutore sia ignorante, e, per lo più ci prende, ma non sempre. Non son tipo impressionabile dal tono altrui, ne uno che “crede di conoscere la verità” ma considera le proprie come “opinioni” più o meno fondate. Ho l’abitudine, in questi casi, di verificare sia le mie opinioni che quelle altrui. Capita che, a dispetto del “lei si informi, legga qualche libro invece di sparar cazzate”, scopri che la tua opinione non è peregrina, anzi ti si rafforza. E verrebbe da tornare dal tale e dirgli: “vedi che ho letto ed ho ragione io”, ma evito, sarebbe tanto facile quanto inutile, si finirebbe con lo sparare offese più o meno truculente, cosa che regolarmente scade quando si viene, con evidenza, contraddetti..
Poi c’è il tipo che rilancia o lancia affermazioni senza controllarne la veridicità, tanto chi è che va a controllare? A chi non è capitato di venir contestata, ad esempio, la mancata votazione in parlamento contraria o favorevole, di questa o quella forza politica? Se dovesse capitarvi, vi consiglio di verificare ciò che dice l’interlocutore, non è poi così difficile, potrebbe capitare che la notizia lanciata o rilanciata, si dimostri falsa. Vai sul sito della Camera o del Senato e….. sorridi, è capitato più di una volta, credetemi. Ovviamente non sempre le notizie son verificabili, ne tutte son degne di essere verificate.
LA STAMPA
In tutto questo caos, in questo continuo lancio di oggetti contundenti, anche le testate giornalistiche che definiresti “serie”, anche quelle delle “agenzie di stampa” che dovresti poter considerare sufficientemente libere da questa assurda logica, divengono megafoni, mistificatori della realtà. Ritrovo in prima pagina di una agenzia di stampa nazionale, due titoloni, uno sull’atro:
‘Vattene via sporco negro’, insultato e picchiato a Partitico”, la seconda: “Abusi sessuali di preti sulle suore, sempre più denunce”.
C’è da domandarsi se la stampa non stia facendo da volano a tutto quanto sta accadendo e se non ne abbia gran responsabilità. Ben sappiamo come il titolo in prima pagina abbia una valenza ben al di la dell’articolo stesso, Questi titoli, così come sono, vengono ripresi e rilanciati nei social, ottimi argomenti per chi volesse accusare di “razzismo”, come se nel paese si fosse improvvisamente diffuso il virus del razzismo. Idem per chi se la volesse prendere con la Chiesa infestata da pedofili e violentatori seriali. Insomma la stampa, anche quella “seria”, è ormai entrata nel vivo della battaglia.
Già il Manzoni raccontava di come i religiosi fossero a volte non indenni dai bisogni del sesso e ripensando il prete che mi confessava da piccolo non m’era mai piaciuto… si vede che non gli piacevo moltissimo, per fortuna.
Da giovane, emigrato al nord, mi battei con uno dal “terrone” facile, e non molto tempo fa una riunione di condominio finì male per via di un “stai zitto sporco negro”, ma non finì neppure in cronaca cittadina. Evidentemente all’epoca non erano notizie di cronaca. Come non lo erano quelle che riguardavano le scappatelle e gli abusi di alcuni religiosi.
E’ del tutto evidente che “sbattere il titolo in prima pagina” stravolge la percezione della realtà come lo fa titolare “l’aereo di Renzi”.
Beato chi è attrezzato per non cascare nell’inganno.
Del resto è molto difficile navigare fra una barricata l’altra, hai poche scelte, o ti metti a scalciare a destra o a manca o ti butti da una parte…. è una questione di sopravvivenza, il tritacarne non risparmia nessuno, a meno che non si stia ben in disparte, la dove i sassi non possono raggiungerti e neppure i fumi.
Scrivendo questo articolo mi impongo lo sforzo di non farmi sfuggire parole che possano anche appena motivare una sorta di vicinanza all’uno o all’altro.
La cosa che preoccupa è che anche i “degni di fede” divengono inaffidabili, incredibili, ci rimangono solo i fidati ufficiali e la speranza di riuscire a comprenderli ed interpretarli nel giusto modo, cosa, spesso, per pochi, a tutti gli altri resta di muoversi nel fumo, a tentoni. Per fortuna siamo un popolo di tifosi e ci salviamo col tifo, anche questo è un modo per salvarsi dalla nebbia dei petardi lanciati dalle barricate. L’importante non è giungere alla verità, ma abbracciarne una. Sarà tanto più vera quanto più forte l’abbracceremo.
LUCIANO DAMIANI
Segnalo un lapsus divertente e (forse) significativo: il Presidente (Mattarella) va in fereie a Castel Porziano, il Papa (Francesco) sale ai Castelli per trovare refrigerio a Castel Gandolfo. Vogliamo provare a scambiatre i fattori, mandando Mattarella ai Castelli e Francesco a Castel Porziano, quindi al Quirinale? Mamma mia che impressione!
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Ah… è assolutamente un vero lapsus.. 🙂 Nessuna intenzione. Però se si invertissero, per un qualche arcano accadimento, le residenze, ci sarebbero di certo le vibrate e vibranti proteste di coloro che sostengono fermamente la laicità dello Stato. 🙂
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