LE RADICI CATTOLICHE E SOCIALISTE DI CIVITAVECCHIA
Papa Cornelio, Marx, Gramsci, Pietro Gori – Mosca terza Roma
di LIVIO SPINELLI ♦
Le radici cattoliche di Civitavecchia secondo l’Annovazzi risalgono all’Apostolo Pietro: “Centumcellae fu accesa dal fuoco della Santa Fede quando Pietro era ancora vivo a Roma, dato che egli per adempiere all’apostolato non si contentava di rimanere a Roma, ma si recava fuori per le città e province circonvicine ”. Nel 253 d.C. a Centumcellae risedette addirittura Papa Cornelio, forse in esilio.
Con la divisione dell’Impero tra oriente e occidente, Centumcellae assunse un ruolo strategico importantissimo, essa fu il caposaldo di quel corridoio bizantino che la univa a Ravenna, fu sede degli esattori imperiali e la Diocesi fu oggetto di aspre contese, tra i cristiani ariani fedeli all’Imperatore d’oriente e i cattolici fedeli al papa di Roma. Il cordone ombelicale di fedeltà che univa Centumcellae a Costantinopoli fu sancito dall’Imperatore d’Oriente COSTANZO II, che nominò EPITTETO II Vescovo, un non italiano di sicura fede Ariana, suo uomo di fiducia e “spia”, per tenere sott’occhio il Papa di Roma. Sotto il Vescovo Epitteto la potenza di Centumcellae raggiunse il culmine, quando egli esiliò in Tracia il Papa di Roma LIBERIO, sostituendolo con l’antipapa Felice, condannò il Vescovo di Alessandria Atanasio e il Vescovo Lucifero di Cagliari. Questo cordone non fu mai totalmente reciso, nemmeno quando la città fu rasa al suolo nel ‘800, nemmeno quando essa cambiò nome in Civitavecchia e neanche nel 1453 con la caduta di Costantinopoli, seconda Roma, alla quale subentrò Mosca – la cosiddetta terza Roma.

Mosca CATTEDRALE DI SAN BASILIO
E’ proprio questo legame speciale con Costantinopoli prima, e Mosca dopo, che ha fatto di Civitavecchia una città fedele al Papa di Roma, ma allo stesso tempo di speciale fede socialista e comunista. Non a caso Civitavecchia fu città particolarmente cara a Karl Marx, in quale nel “18 Brumaio di Luigi Bonaparte” scriverà che: l’8 maggio 1849, l’Assemblea nazionale francese, inflisse un voto di biasimo al ministero, per l’occupazione di Civitavecchia da parte di Oudinot, e ordinò che la spedizione romana venisse ricondotta ai suoi scopi presunti. Per la cronaca l’Oudinot, ex ufficiale napoleonico, e capo del corpo di spedizione contro la Repubblica romana: salpato da Tolone il 22 aprile con circa 7000 uomini, sbarcò a Civitavecchia il 24, e subì una cocente sconfitta il 30 aprile, a Roma a Porta S. Pancrazio, ad opera di Garibaldi. E’ alla fine del ‘800 che a Civitavecchia si comincia a parlare di Anarchici e Socialisti, per arrivare agli anni di prigionia di Antonio Gramsci di cui parla nelle sue Lettere, ma questa in parte è storia nota.
Meno conosciuto è invece il monumento situato nella piazza del mercato di fronte alla ex compagnia portuali, che il “Gruppo Anarchico Pietro Gori” di Civitavecchia dedicò “al poeta dell’idea”, nel 1946, subito dopo la liberazione, presenti gli anarchici di Piombino Armando Borghi e Giovanni Forbicini, quest’ultimo – in qualità di oratore alla commemorazione – aveva dettato anche la lapide:
GLI ANARCHICI E IL POPOLO
DI CIVITAVECCHIA
A PIETRO GORI
CHE IN TERRA NOSTRA
AL DI LA’ DEI MARI
AI FRATELLI IGNOTI
FORZANDO IL DESTINO DEI SECOLI
INSEGNO’ LE VIE DELLA LIBERTA’
Roma 1910 un gruppo di aderenti alla Federazione Socialista Anarchica del Lazio
LIVIO SPINELLI