LA SPINA DI MACHIAVELLI.

di CARLO ALBERTO FALZETTI ♦

 Togliere la vita ad un bambino privandolo della sua vita futura. Abolire la sua gioia di crescere, di avere il suo cammino, le sue sorprese, gli affetti, le ansie, i giochi, le emozioni, le piccole conquiste adolescenziali, i primi  tremanti amori, le pulsioni…

Costringerlo ad assistere all’orrore dei “grandi petardi dei grandi” che scuotono la terra, distruggono le abitazioni, lo privano della sua amorevole cuccia. Questa la guerra di oggi come di ieri.

Invocare la pace come può non essere cosa buona e giusta? Certo che lo è, ma il punto fondamentale è su quale base noi la si invochi. Domanda chiave questa: su quale base?

Per alcuni la si invoca sulla base di Cristo!

L’etica diviene terreno della non-violenza (offri l’altra guancia…).Il punto sostanziale è semplice: il viaggio terreno è solo un momento rispetto all’immortalità. Dunque, qualunque obiettivo della Città umana passa in secondo ordine rispetto alla Città di Dio che sarà (Il mio Regno non è di questo mondo).

Se volessimo osservare in assoluto fervore tutto questo, significherebbe essere dominati da una decisa etica della intenzione. Non importa quello che fai, importano le motivazioni con le quali agisci, indipendentemente dalle conseguenze pratiche.

Se hai motivazioni cristiane devi agire in conformità ad esse: non resistenza, perdono, dialogo, non violenza.

Ma tutto questo ha un presupposto: il Regno, il vero Regno, la vera vita non è di questo mondo. Il cuore puro deve potersi appagare della propria buona coscienza e lasciare che la contesa governi, che il furbo, il ladro, il violento il mascalzone trionfi. Non c’è bisogno di un mondo di giusti, di una legge sociale: è il cuore puro  che conta. Ancora una volta, non è questo mondo che viviamo quello vero!

Per altri la si invoca sulla base di un pacifismo laico!

Se hai motivazioni laiche di tolleranza e di umanità devi agire anche in questo caso in piena conformità ad esse (Kant). Con una giustizia sociale noi possiamo garantire la pace.

Etica cristiana rigorosa ed etica laica:  in ambedue i casi è fondamentale l’intenzione che hai indipendentemente dagli effetti scaturiti.

Dunque, si invoca la pace sulla base di una “etica dell’intenzione”.

.  .  .

Possiamo avere un mondo di pace? Davvero è possibile? Eppure che cosa è la pace? Non è la pace il grande laboratorio  dove si prepara quotidianamente l’odio, l’avversione, il rancore che sfocerà, quando sarà raggiunto il punto di saturazione, la guerra guerreggiata? La pace intesa come non belligeranza sembra essere una illusione. Si domanda: come sia stato possibile, in Occidente, dopo decenni e decenni di pace assistere agli eventi di oggi? Domanda ingenua se non ipocrita. Se pace significa vivere in una comunità lacerata da ineguaglianze assurde, cupidigia, futilità, ingiustizie insanabili, sopraffazioni allora è naturale attendersi la lotta armata. Chi invoca il pacifismo ad oltranza deve riflettere sulla condizione umana.

Degli uomini si può dire questo generalmente: che siano ingrati, volubili, simulatori e dissimulatori, fuggitori dei pericoli, cupidi di guadagno; e mentre fai loro bene, sono tutti tua, offrono el sangue, la vita, e’i figliuoli…ma poi. Ma poi sanno essere ingrati e violenti. Nel Principe, nelle Istorie fiorentine, nei Discorsi Machiavelli parla della insaziabilità quale sostanza umana. Creati per avere desiderio di ogni cosa ma nulla potrà soddisfare il loro desiderio.

Ecco la “spina di Machiavelli”: la grande illusione di vincere il male col solo bene!!

La spina che lacera la coscienza dell’ottimismo. Ma l’uomo è il legno storto di Kant. L’uomo è l’homo homini lupus di Hobbes (e di Plauto). L’uomo è leone o volpe o entrambe, come indica il segretario fiorentino.

E circa il pacifismo quale la sua posizione?

 Machiavelli non avrebbe indecisioni: se vuoi essere rispettato devi dotarti di soldati ottimi.

Il metro per giudicare è il realismo politico. La politica è un dominio del tutto diverso dall’etica che generalmente si intende.

Per Machiavelli vige l’etica dell’efficacia e della efficienza. Efficacia nel raggiungere assolutamente l’obiettivo. Efficienza di farlo al minimo costo. Il “bene comune”, lo Stato, deve prevalere su tutto. Il potere dello Stato va difeso, costi quel che costi, qualsiasi sia il mezzo utilizzato. Il fine tutto assolve!

La politica di uno Stato non può non “entrare nel male”. Se devo raggiungere il fine non posso esser distratto da altro pur se l’altro fosse il più buono dei propositi. L’uomo di Stato machiavellico è colui che sa difendere il suo Stato: il Principe è l’ Agnus Dei qui tollit peccata mundi.

Una minaccia proveniente dall’Altro va controbilanciata senza alcuna arrendevolezza. Esiste una sorta di “neutralità” della politica verso chi offende e minaccia nei confronti dell’etica normalmente intesa. Nessuna norma etica di contenuto laico o religioso può influenzare la politica quando questa cerca di tutelare l’integrità di uno Stato. La guerra, quando è fatta quale difesa dall’aggressore, è sempre giusta! Naturalmente giusta ove tutti gli altri mezzi diplomatici e negoziali non abbiano sortito effetti.

Velenoso e cinico scrittore questo Machiavelli: “sia posto all’Indice perché nemico del Vangelo e diavolo”. Così la Chiesa nell’immediato. Così tanti “umanitari”,  ottimisti, ipocriti, cattolici, protestanti si sono concessi il gioco di accusare l’ateo fiorentino.

.  .  .

Poi, il pensiero si fece più cauto. Forse le sue idee non erano del tutto isolate, forse ciò che ha detto non è una assoluta novità. Prudenza, prudenza.

Ed ecco emergere il ricordo degli storici classici e dei filosofi illustri della Grecia e di Roma. Perfetta consonanza! Dunque, Machiavelli non è un solitario pessimista.

Ma, ciò che più sorprende è l’accostamento con il grande Sant’Agostino, sommo filosofo, Dottore della Chiesa, Santo.

La spina di Machiavelli è preceduta da un aculeo potente nel fianco dell’ottimismo antropologico: la guerra giusta agostiniana (bellum iustum)!

L’uomo è legno storto anche per il Vescovo di Ippona. Non importa se questo effetto sia causa del peccato  originale o della evoluzione darwiniana.

 Tutti e due, Agostino e il fiorentino, concordano sul pessimismo di origine dell’uomo: pessimismo cristiano e pessimismo naturalistico. La Città dell’uomo, per l’illustre vescovo, non potrà mai essere la Civitas Dei. La prima è forgiata dalla libido dominandi  essendo figlia di Caino. La politica è assimilabile ad una statua di lurido melmoso fango. Può apparire ben fatta ma colui che la modella deve insozzarsi le mani. Che cosa sono mai i regni (gli Stati) se non associazioni di ladroni? Nella Città degli uomini la mani sono gocciolanti sangue e le labbra use alla menzogna. In questa Città non può che valere la legge che afferma che ogni azione è prodotto della forza (leone) e dell’astuzia (volpe): la legge che poi sarà di Machiavelli! Mai uno Stato potrà essere “giusto” poiché la storia dell’uomo è un cumulo di eterne miserie.

E la guerra?

I mali della guerra, per Agostino, sono tanti: adorare la violenza, la vendetta esibita con crudeltà superiore all’offesa ricevuta, la implacabile volontà di eliminare, la cupidigia di prevalere e tanto, tanto altro ancora (un tratto odierno è la volontà di colpire i deboli, gli inermi oltraggiando quello ius in bello che dovrebbe caratterizzare la “civiltà” attuale) . Ma è per punire questi orrori, per sanare, per rendere giustizia, per raddrizzare i torti che i “giusti” intraprendono la guerra. La giusta condotta li costringe ad agire in questo modo. Il soldato che viene trascinato in guerra per difendere ed è costretto ad uccidere è innocente: non esiste peccato ove non c’è consenso. Non è dal punto di vista del male che ha da essere giudicata la guerra ma dai beni che se ne possono ottenere, dalla speranza di pace che ne nasce (la recta intentio). Soggiogare altri popoli, invadere le altrui case, distruggere raccolti ed oliveti sembra ai malvagi essere felicità, ma è solo orrore che va contrastato.

 In sintesi, per Agostino si può essere cristiani e volere la guerra ma non goderne!

Consonanza lineare tra Agostino e Machiavelli, tra l’ateo ed il cristiano. Ambedue convinti che l’ottimismo è incompatibile con una efficace agire della politica. Nella Città di Dio vale il puro cristianesimo. Nella Città umana vale ciò che dirà mille e cento anni dopo Machiavelli. La loro è un “etica della responsabilità” (prima ancora di Weber e di Jonas), non basta agire con sana intenzione, necessita produrre cose buone!

.  .  .

Dopo questa consonanza che dire?

L’ipocrisia è forse la peggior bestia: tradisce da secoli lo spirito cristiano e quello laico, rende più forte il prepotente, ed appare flatus vocis inconcludente. Volere la pace perché  si parteggia per uno dei contendenti è malafede.

Le libertà che tanto abbiamo ottenuto con estrema sofferenza vanno protette. Ma proteggerle veramente significa essere realisti: l’uomo è un legno storto, senza questa visione pessimistica non c’è azione salvifica. L’ottimismo risiede nella speranza che si fa certezza quando la “resistenza” assumerà il significato di una sconfitta del Male incarnatosi dai tanti lupi sanguinari che la Storia ci mostra.

Non offrire la giugulare al dente famelico e farsi mastino può salvare il gregge minacciato. La guerra deve essere sempre l’opzione di “ultima istanza” ma di fronte all’aggressore seriale, esauriti i canali diplomatici, lo ius ad bellum è rispondere alla Giustizia!   

La guerra va evitata “ad ogni costo”!

 Ogni costo che significa? Significa mettere in campo ogni costo, nessuno escluso, con la necessaria gradualità. Dal più blando in poi: alle manifestazioni inneggianti alla pace senza ipocrisie di parte, alla diplomazia, alle sanzioni, ai tribunali per i delitti contro l’umanità, alle minacce, all’isolamento, alla deterrenza, alla sfida proporzionata, al ricorso della forza esibita come avvertimento, agli appelli dei leaders del mondo, alla guerra guerreggiata.

Ogni riferimento alla attualità non è per nulla casuale!!

Come fermare Netanyahu ed i suoi belligeranti ministri della morte? Come fermare la colonizzazione della Cisgiordania? Come fermare Putin e le sue follie di riottenere il ruolo egemonico di Stalin? Come è possibile quotidianamente invocare le armi di annientamento del mondo?

Machiavelli ed il suo realismo!

CARLO ALBERTO FALZETTI