“Pesci, pescatori, pescivendoli e consumatori”. Mah… che pesci pigliare! Commiato -6.

di GIORGIO CORATI

RIPRESO.*

Dopo la visita al supermercato, gli amici della piccola comitiva rinnovano un appuntamento.

 Marta: “La vista di quei filetti surgelati delle nostrane orata e spigola ti hanno turbato, Ettore!”

Ettore: “Beh… insomma, abbiamo fatto il giro dei sette mari” e ride per la sua battuta.… “… di trovare l’orata e la spigola, proprio non ci avrei scommesso!… Amici, devo però anche confessarvi di essere un po’ stanco… sapete… l’età non aiuta”.

Giorgio: “Coraggio Ettore! Non sarà mica per il pranzo? Dopo quell’abbuffata così gustosa… ci sta!”

Ettore: “Usciamo da qui! Devo prendere un po’ d’aria”.

Uno dopo l’altro Ettore, Marta, Sandro e Giorgio escono dal supermercato e in breve raggiungono un’aiuola antistante e si fermano.

Ettore: “Ho un’idea!”

Marta: “Ma non sei stanco?”

Ettore: “Mi sono ricordato che tra un paio di giorni, in serata, si terrà un convegno sui prodotti da forno della tradizione civitavecchiese e sui dolci tipici organizzato da un’associazione locale. Ecco… diciamo che si tratta di un incontro con la cittadinanza… via!”.

Sandro: “Interessante, Ettore! E dove si terrà?”

Ettore: “Qui nel centro storico. Ci sarà anche la “sora” Rosa… Marta!… hai assaggiato i suoi grissini al ristorante, ricordi?!”

Marta: “Si, Ettore… li abbiamo mangiati a pranzo! Buoni… anzi squisiti!”

Sandro: “L’anziana signora Rosa del forno in centro storico?”

Ettore: “Si Sandro… Beh… l’hanno invitata… lei è una testimone della tradizione… Credo parlerà del suo lavoro… su come prepara i prodotti insomma…, mentre il convegno sarà tenuto da un mio amico… Mario, si chiama Mario… Lui si interessa di storia e di tradizione locale”.

Sandro: “Io ci sarò, senza dubbio”.

Ettore: “Si tratta di un momento secondo me anche piacevole, perché so che ci saranno degli… assaggini…” e sorride come al solito. “La nostra tradizione gastronomica è ricca di ricette tradizionali e di ricette tipiche, ma anche i prodotti da forno della tradizione e alcuni dolci tipici sono estremamente gustosi, direi!” e sorride di nuovo come al solito.

Giorgio: “Certo, Ettore. Senza ombra di dubbio, come già faceva notare Nando del Blu, parlando di piatti a base di pescato come la zuppa di pesce civitavecchiese e la minestra di pesce preparata con la “mazzumàja”1, la gastronomia civitavecchiese è interessante… direi anche nota… anche per alcuni suoi prodotti da forno e per taluni dolci tipici”.

Sandro: “Sono d’accordo… Molti piatti della tradizione civitavecchiese prevedono l’uso del pescato fresco, la cui disponibilità si deve soprattutto al lavoro dei pescatori della flottiglia civitavecchiese”.

Ettore: “Si, Nando… è un fenomeno, ma lui cucina solo pescato. Va bene, ma non si vive di solo pesce!” e ride sghignazzando. “Dalla “sora” Rosa compro spesso pane e “pizza coperta”… la pizza civitavecchiese, no!? quella farcita a doppio strato… così appetitosa!”

Marta: “La conosciamo Ettore! Chi non la conosce!… e poi… è così squisita!”

Ettore: “E poi quando arriva il momento… ah si… mi lascio deliziare il palato dalle frittelle di riso di san Giuseppe… che meraviglia, che sapore!… sono così accattivanti che una tira l’altra!”.

Giorgio: “Ettore! Sai che ti dico? Conosco anche io quel forno… ecco! Quando arriva il momento… come dici tu… allora, e solo allora, compro le “fave da morto”, ecco!”

Sandro: “Benissimo. Scopriamo… diciamo… gli altarini, eh!?” e sorride singhiozzando in modo compiaciuto.

Marta: “Bene a questo punto, allora… verrò anche io. Ora, però, devo lasciarvi… sono stata veramente bene con voi e non voglio perdermi il piacere di rinnovare le nostre conversazioni. A presto, cari amici”.

Marta si congeda tra saluti e strette di mano.

Giorgio: “Ciao Marta… A presto!… Ettore… hai nominato dei prodotti della gastronomia veramente rappresentativi di commemorazioni e pure di ricorrenze locali importanti!”.

Ettore: “Tempo fa il mio amico Mario parlava dei prodotti da forno della nostra tradizione, utilizzati pure come dono… come mezzo, con cui rilanciare l’affetto o il piacere di un’amicizia… in effetti, però, osservando il comportamento di molti nostri concittadini, sono utilizzati anche per porgere un saluto di benvenuto”.

Sandro: “Si, sono d’accordo. Questo certamente è un modo per non smentire la storica propensione all’accoglienza da parte dei civitavecchiesi, sebbene un tempo chiunque giungesse in città fosse definito forastièro”.2

 Giorgio: “Mi sento di dire che attorno ad alcuni prodotti quasi è palpabile un sentimento di autentica appartenenza da parte dei membri della comunità locale, che pur con alcune varianti di preparazione si stringono… per così dire… nella condivisione del gusto”.

Sandro: “Beh… l’accoglienza… Certo! Civitavecchia si affaccia sul mare, quello stesso mare che nei secoli passati è stato luogo e testimone di importanti traffici commerciali. Non per nulla da sottovalutare è il passaggio di generazioni di popoli e di genti, le più diverse e ciascuna con le proprie peculiarità, che di fatto hanno… diciamo… modellato la gastronomia, tramite l’uso e l’utilizzo degli ingredienti più disparati, molti dei quali sono materie prime, un tempo definite prodotti coloniali, qui da noi diversamente introvabili”.

Ettore: “Interessante quanto dici, Sandro… Sulla condivisione del gusto, Giorgio… direi che… pur essendo gli ingredienti legati alla consuetudine ampiamente condivisa, come dite… tuttavia, ecco, direi che il gusto personale spesso gioca un proprio ruolo nell’utilizzo delle materie prime come dici tu, Sandro… e anche dalla consuetudine strettamente famigliare nell’utilizzare questo o quell’ingrediente”.

Sandro: “Beh comunque vada il risultato è sempre ottimo…non credete? Quante volte parenti e amici vi hanno chiesto come sono? Ti piacciono eh! io li faccio… …Quante volte vi è capitato? Nonostante lievi differenze e ovviamente le diverse capacità nella preparazione e nel risultato, ho sempre assaggiato e… diciamo… mangiato di gusto”! e sorride compiaciuto.

Giorgio: “Va bene, allora… Dai… ci vediamo direttamente al convegno tra due giorni”.

È oramai sera e gli amici si congedano tra saluti e strette di mano.

GIORGIO CORATI

 Bibliografia
* Pubblicato il 14 maggio 2025 su https://spazioliberoblog.com/2025/05/14/pesci-pescatori-pescivendoli-e-consumatori-mah-che-pesci-pigliare-al-supermercato-5/.
1 “Mazzumàja” è un termine dialettale che sta a indicare pesce di piccola taglia e di scarso valore commerciale.
2 forastièro”o anche forestièro o foresto: in dialetto civitavecchiese il termine indica una persona che giunge da fuori città.