Caos e uova ai tempi di Trump
di PAOLA CECCARELLI ♦
Se seguite anche di poco il caos che ha investito il paese da quando Elon Musk è diventato presidente…oops, scusate l’errore (volontario e non casuale), allora – dicevo – da quando Trump è diventato presidente (con una esigua differenza di voti, alla faccia di chi si sgola che gli americani gli hanno dato un mandato inequivocabile), da quando insomma il circo repubblicano ha montato le tende alla Casa Bianca, saprete che ogni giorno nuove leggi e ordini esecutivi stanno minando il tenore di vita di una larghissima fetta di popolazione a partire da chi sta rischiando di perdere la casa per colpa di licenziamenti improvvisi a chi rischia di dover sospendere cure mediche perché i prezzi delle medicine sono aumentati o rischia di ammalarsi perché i sistemi assistenziali sanitari sono in pericolo di essere dimezzati se non cancellati (vedi Medicaid e Medicare). Di questi giorni anche la notizia che Musk ha indicato di voler smantellare persino la Social Security mettendo a serio rischio le pensioni di milioni di americani. Insomma, tira un’aria bruttissima se non fetida da queste parti.
I livelli di disoccupazione che sotto Biden avevano raggiunto il minimo storico nel 2024, sono di nuovo in aumento grazie ai vergognosi licenziamenti operati dal DOGE di Musk in vari settori governativi con la dubbia intenzione di abbattere gli sprechi ma con il solo risultato di parchi nazionali chiusi per mancanza di personale, uffici federali dimezzati, lavori nella ricerca scientifica ed accademica annullati, contratti non rinnovati. Le vittime più recenti sono il Dipartimento all’Educazione e le Poste. Delle migliaia di persone licenziate da un giorno all’altro solo in pochi sono stati assunti di nuovo grazie agli interventi di alcuni giudici che ne hanno dichiarato illegale il licenziamento. Per gli altri, ancora non si sa la sorte futura.
Tutto questo lo sapete, spero.
Come saprete o ricorderete che lo slogan con cui i repubblicani erano andati aggressivamente contro Biden durante le elezioni era stato il famigerato “Eggs are too pricey”, le uova costano troppo, cioè l’economia è a pezzi.
Era falso ma Trump e accoliti avevano saputo soffiare fuoco sulle fiamme e il risultato è ora nostro da scontare.
Quindi parliamo di uova.
La crisi è scoppiata subito dopo l’insediamento di Trump e i consumatori hanno cominciato a trovare scaffali vuoti o in altri casi con pochi cartoni in vendita e spesso un cartello dove il negozio di turno si scusava con i clienti per l’inconveniente.
I prezzi quindi duplicati.
Ieri ad esempio, sono andata a fare la spesa da Market Street, un supermercato in una zona a nord di Dallas che offre prezzi leggermente al di sotto della media.
Quello dove di solito andavo fino a qualche mese fa era stato incluso nella lista di boicottaggio perché aveva cancellato le iniziative DEI (Diversity, Inclusion and Equality) sotto richiesta di Trump e Musk. Quindi avevo cambiato supermercato. Si fa resistenza anche così, colpendo nel portafoglio. Ognuno fa quel che può.
E funziona. Un altro grosso distributore dove andavo di solito, Target, ha infatti pochi giorni pubblicato le cifre degli ultimi mesi di fatturato e sono più che felice di riportare che è andato a picco di ben 12.4 miliardi di dollari. Anche Target aveva infatti eliminato le sue iniziative DEI tra cui le più discusse quelle legate ai prodotti Pride che erano stati rimossi dagli scaffali.
Sta succedendo lo stesso al buon Elon che ha visto la sua Tesla precipitare: le azioni hanno perso il 49% del loro valore iniziale e le vendite globali hanno perso più di 200 miliardi.. Non è ancora abbastanza ma è un ottimo inizio.
Comunque, dicevamo delle uova. A Market Street le ho trovate ma senza la varietà di alcuni mesi fa. Per esempio, le uova che di solito compro non c’erano. Mediamente ora un cartone di 12 uova costa sui 7-8 dollari se le vuoi provenienti da allevamenti biologici/organici o sui 5 dollari se vengono da posti meno sicuri. In certe zone un singolo uovo ora costa anche un dollaro. Una cosa mai vista.
L’influenza aviaria ha decimato qualcosa come 160 milioni di polli di allevamento in due anni ma sono in molti a sospettare manovre di manipolazione del mercato da parte dei produttori più grossi che sono accusati di stare gonfiando scorrettamente i prezzi e fornendo numeri non veritieri rispetto ai polli da abbattere. Tra le bugie di Trump che aveva addossato tutta la colpa soltanto Biden e le difficoltà economiche dei produttori più piccoli, sta di fatto che i pasti sui tavoli americani si sono decisamente impoveriti con un particolare occhio ai diners e ristoranti che basano sulle uova i loro menu.
Da mesi in ogni città americana tra ristoratori e distributori alimentari si mette in atto all’alba una lotta all’ultimo sangue giocata al telefono per accaparrarsi le forniture di uova. Prima delle 6 di mattina l’asta è finita. Se il diner che offre solo prime colazioni non ha trovato le uova da comprare quel giorno si troverà costretto a non aprire per niente.
Lo scorso autunno una dozzina di uova comprate all’ingrosso costava 2 dollari. Ora ne costa 8. Il prezzo è quadruplicato. Molte le piccole fattorie che sono fallite per colpa dell’aviaria visto che hanno dovuto abbattere gli animali infetti e non hanno potuto ricomprarli.
A fronte di tutto questo, negli States è quindi scoppiata una nuova mania: i polli in affitto.
Una fattoria del New Hampshire aveva avuto un’idea folgorante: visto l’aumento della domanda e la scarsità del prodotto, perché non affittare le loro galline? E così hanno fondato “Rent the chicken”, un servizio per cui a richiesta ti mandano una o più galline (in free delivery), con tanto di mangime e istruzioni per costruire il pollaio e ti seguono passo passo per 6 mesi per farti impratichire dando anche la possibilità di comprarti i polli e far diventare permanente una scelta di vita dettata all’inizio da motivazioni transitorie. Sono molti quelli che dopo alcune settimane scelgono infatti di tenersi le galline.
Del resto basta avere anche un piccolo pezzo di giardino, ma ci sono casi in cui i pollai si tirano su anche dentro le case o sui balconi o terrazzi degli appartamenti. Una senatrice repubblicana ci ha pure scherzato sopra trovando la cosa simpatica. La tipa non si è certo chiesta il motivo di questa scelta che per molti è diventata disperata.
In aggiunta, esiste anche il servizio ” Hatch the chicken” cioè l’affitto di un incubatore per le uova per chi vuole iniziare dai pulcini.
Gli affari stanno andando a gonfie vele.
Decine e decine le fattorie che stanno cavalcando il trend.
Di media l’affitto dei polli costa sui 3 /5 dollari per un pulcino mentre una gallina costa dai 15 ai 50 dollari a seconda della sua età e razza. I prezzi chiaramente variano da stato a stato. Con i tempi che corrono, sono in effetti soldi che si recuperano velocemente.
Ho quindi voluto informarmi se anche nella mia zona ci sia un Rent The Chicken e posso confermare che si’, nel caso volessi iniziare non avrei problemi.
Ho trovato una fattoria vicino Dallas online e il loro kit in affitto include 2 gallinotte che depositano uova tutti i giorni, il pollaio dove tenerle, il mangime e le ciotole per l’acqua. Il lease/affitto costa sui 500 dollari per 6 mesi. Se invece volessi partire dai pulcini Deric and Amy (i titolari della fattoria) offrono l’affitto di un mini incubatore per 5 mesi a 225 dollari con 7 uova di qualità, la lampada per tenerle a temperatura costante e tutti gli accessori necessari con la dovuta spiegazione sull’esito dell’incubazione. Se il pulcino nasce femmina sarà allevato per diventare gallina , se nasce maschio il galletto sarà allevato per fertilizzare le uova.
Potrei pagare il tutto con PayPal presso il loro sito online. Alla fine della descrizione dell’offerta, Deric and Amy avvertono però che visto l’alto numero di richieste e l’aumento del prezzo del gas per le consegne e quello dei mangimi ci potrebbe essere una piccola quota in aggiunta da pagare.
Insomma, che dite? Mi lancio? Il problema sarebbe la mia gatta. Non so come reagirebbe a pulcini e gallinelle varie in giro per casa o sul balcone. Non bene, credo. Prevedo omelette indesiderate.
PAOLA CECCARELLI

sostituire con uova di struzzo
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Bella cronaca dell’attuale situazione statunitense, ma il partito democratico di Obama e Biden che fanno? Si leccano ancora le ferite per non aver capito l’orientamento dell’elettorato? Eppure era abbastanza chiaro! Per aver cambiato negli ultimi mesi un candidato alle presidenziali che ormai non dava più affidabilità politica anche a livello mondiale, sacrificando una donna che ora è tornata nelle nebbie delle storia! Credo sia necessaria una profonda riflessione ed una adeguata assunzione di responsabilità da parte di chi, senza strategia né visione politica ha fatto in modo, forse senza rendersene conto, quindi ancora più grave, che i conservatori, gli oligarchi, i primatisti bianchi e chi ne ha più metta ( mi riferisco a Musk e C. ) oggi determinino il nuovo ordine mondiale.
Marina Marucci
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Cara Paola, che piacere risentirti.
Le tue news non danno più il senso del grande sogno americano, la voglia di libertà, gli ampi spazi relegati nelle incubatrici per i pulcini!
Non vi è indice di una economia green, ma l’evidenza di un forte protezionismo che avrà gravi conseguenze sia in Usa che in Europa.
Uno stravolgimento che investe il nostro modo di vivere e sentore di una economia di guerra.
Grazie,Paola
Paola
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A fornire le uova penseranno i danesi, se Trump molla la Groenlandia. Eggs for minerals.Ottimo contributo, Paola.
Ettore
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