RUBRICA BENI COMUNI, 98. CLAMOROSO!
a cura di FRANCESCO CORRENTI ♦
Giovedì 4 maggio dell’anno (santo) 2000, a quanto leggo nei miei appunti sull’agenda di allora, fu una giornata di lavoro frenetico come al solito. In ufficio, appena arrivato da Roma, mi occupo del progetto della nuova “Scaletta”, stabilendo telefonicamente un appuntamento per questa sera alle 18, a Roma, con l’ingegner Del Tosto, per uno scambio di idee sulla struttura. Poi concordo, sempre telefonicamente, con il collega e caro amico Morlupi alcune questioni che riguardano l’elenco dei materiali espositivi che l’anno prossimo andranno a Ishinomaki per la grande mostra celebrativa, per cui dobbiamo sentire il Museo di Castel Sant’Angelo e l’Ente della Quintana di Foligno. Bisogna preparare per l’8 un pannello per la Fiera di Roma per partecipava al Forum della P.A. con il nostro “Inventario del patrimonio architettonico e dei BCA” appena terminato. Mi chiamano da Viterbo e da Orvieto per problemi del PRUSST e il direttore della Filiale di Tarquinia della Banca Monte dei Paschi di Siena, al quale ho scritto giorni addietro comunicandogli che il nostro Comune è interessato ad approfondire l’argomento della concessione di contributi per l’esecuzione di lavori di restauro di beni culturali. In particolare, l’eventuale contratto di mutuo con quell’Istituto di Credito potrebbe riguardare il restauro del Tempietto neoclassico di San Lorenzo, il costituendo Museo Civico e il potenziamento delle attrezzature della Biblioteca e dell’Archivio Storico comunali, all’interno di immobili di interesse storico e di proprietà del Comune.
Alle 12,30 ho una riunione con l’assessore Emilio Leoncini e il collega architetto Piacentini per un argomento divenuto piuttosto seccante, dato che incide negativamente sulla serena attività degli uffici. Sulla stampa locale, infatti, alcuni articoli riportano notizie non rispondenti a verità, perché qualche isolato operatore nel settore dell’edilizia, non comprende che, nello svolgere il lavoro di servizio pubblico in modo serio e coerente, gli “addetti” – dirigenti e funzionari – non esprimono proprie opinioni ma applicano semplicemente le leggi e le disposizioni che regolano la materia. Data questa incapacità di comprensione, si sono verificati spiacevoli tentativi di influenzare l’opinione pubblica con argomentazioni scorrette e false, tanto da rendere necessario un confronto tra noi, per verificare l’opportunità di intervenire, contravvenendo alla prassi di ignorare le questioni prive di effettivo valore. Tornato a casa, evidentemente sull’onda delle discussioni mattutine e in attesa di verificare con l’ingegner Del Tosto le due o tre soluzioni strutturali che si prospettavano per realizzare il mio progetto per l’Autorità Portuale del collegamento tra il Porto e la piazza Vittorio Emanuele II più o meno nello stesso luogo dell’antico Caracollo (che ho illustrato, accompagnando lo scritto con molte tavole di disegni e foto, nella puntata n° 73 della rubrica, uscita il 2 maggio 2024, riportando nella puntata del 9 maggio i commenti dei lettori), ho avuto l’impulso di “scaricare” il fastidio per le assurdità lette in quei giorni con il toccasana del buon umore.
Proposta ai Consiglieri comunali di Civitavecchia
Non sono nativo né cittadino di Civitavecchia, ma credo – come dirigente del Comune da più di trentuno anni e cultore di studi sulla città da circa trentasei – di poter rivolgere ai Consiglieri comunali una proposta che non riguarda le pratiche d’ufficio.
Dalla rassegna stampa delle ultime settimane (ma evidentemente il problema risale almeno a quando i quotidiani si scrivevano su tavolette in caratteri cuneiformi), a parte qualche opinabile e affrettato “saliscendi”, non ho capito quale fosse l’opinione “indipendente e neutrale” degli autori degli articoli sui problemi di fondo, ricavata da interviste, approfondimenti, ricerche. È sfuggito, ad esempio, in uno degli articoli, un «tutti in città sapevano che», eppure quello che tutti sapevano e nessuno diceva, una volta detto, è divenuto una “clamorosa” rivelazione che suscita appunto “clamore”.
Da qualche tempo, uno spettro si aggira nel villaggio globale: quello del revisionismo ad ogni costo. Tutto viene rimesso in discussione, dall’Olocausto alle colpe della Chiesa, da Ignazio Silone allo sbarco sulla Luna. Quotidiani, settimanali (ebdomadari), mensili e altri fogli a periodicità variabile riportano la notizia eclatante ma non ne approfondiscono il senso e l’attendibilità. Tutto va bene, purché faccia scandalo e clamore.
Propongo, quindi, che qualche consigliere presenti un’interpellanza su tre argomenti – solo in apparenza inconsistenti – per aprire una discussione che i giornali potranno facilmente trasformare in scoop scandalistici. Personalmente, sono pronto a relazionarne in un pubblico dibattito, con argomentazioni ben documentate.
Scoperta un’altra lettera, inedita, di Plinio il Giovane all’amico Corneliano
Traiano non aveva nessuna intenzione
di costruire il porto delle Centumcellae
La sconvolgente rivelazione d’uno studioso dell’associazione Adriano 3000: «Solo dopo la prima lettera, Plinio scoprì che le pietre venivano gettate a mare per liberare dai sassi i “verdissimi campi” e poter piantare un bel pratino alla britanna intorno alla villa imperiale»
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Brevi di cronaca
(dal “Corriere di Cencelle” del 16 agosto 889)
Tutti ricorderanno che Leandro, nell’840, non faceva che dire: «Da questa Centumcellae, ce ne dobbiamo proprio andare!» e, in combutta col vescovo e grazie alle pressioni esercitate in alto loco, riuscì a farci trasferire tutti in questo nuovo quartiere ERP (Edilizia Residenziale Pontificia, N.d.R.). Ebbene, adesso che ci siamo sistemati quassù e ci stiamo benissimo, ieri, nell’assemblea che s’è tenuta alla quercia in località “Ovunque Chiese”, ha proposto di tornare nella vecchia città. Meno male che nessuno gli ha dato retta e l’ottimo Consiglio della comunità ha respinto la mozione all’unanimità (lui si è astenuto).
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Sconcertante rivelazione della figlia Elettra
«Il laboratorio di Guglielmo Marconi
alla Torre Chiaruccia era abusivo»
Dubbi anche sulla licenza di navigazione dello yacht e l’abbonamento radio
Non ricordo cosa ho poi fatto della “proposta”. Di sicuro non ha avuto un seguito ufficiale, né in Consiglio né altrove, ma senza dubbio ne ho parlato in ufficio con i colleghi e con qualche amministratore e con gli amici al di fuori, proprio per sollevare lo spirito avvilito dalla pochezza di certe manifestazioni e di certa cronaca.
Tornatami sotto gli occhi sul monitor del pc, ricercando documenti per una riunione che è stata molto soddisfacente e promettente, mi è sembrato cosa buona e giusta farne partecipi gli Amici del Blog, anche per ringraziarli con una puntata che spero piacevole dei moltissimi auguri che mi hanno voluto inviare ieri per il mio 86° natale.
FRANCESCO CORRENTI




Architetto, rinnovo gli auguri per il suo compleanno.
Tante le considerazioni personali sull’articolo, che mi ha dato inquietudine, dato che abitiamo in via Giordano Bruno e seguimmo gli eventi relativi al palazzo Berardi
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Accanto vi è quel quadrilatero, costruito sui ruderi del Grand Hotel, che noi chiamavamo il ” Tempio Standa”. Tra le bufale più recenti ricordo la vulgata che, con il crollo dell’ impianto fognario nel nostro cortile e nei locali sottostanti, l’acqua sporca e maleodorante fosse l’acqua delle tubature proveniente dalla ” ficoncella”!
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Caro Francesco-se mi posso permettere questa affettuosa confidenza- che spasso leggerti! Note briose , ironica presa in giro dello sport cittadino delle “bufale”, tanto diffuso da essere quasi più invasivo delle pur imponenti e generose-di-latte mammifere campane.
Maria Zeno
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Leggere i commenti di persone gentili e sempre affettuose come Paola e Maria con sei mesi di ritardo è imperdonabile. Quindi non me lo perdono. Avevo anche intenzione di punirmi in modo esemplare, ma poi ho riflettuto che nella città di cui parliamo i ritardi di ogni genere sono abituali. L’architetto Paolo Ranieri, già responsabile di importanti luoghi storico-artistici per la Presidenza del Consiglio dei Ministri, mi invia quotidianamente “per conoscenza” le sue mail su certi lavori “ferroviari” che gli stanno a cuore perché implicano la rimozione di pericoli per i cittadini, e lì i ritardi sono “annosi” anzi, “pluriannosi”. Il MIT e la presidenza dell’OdC (per esprimersi con sigle), insieme a me, attendono da sei anni il completamento di certe questioni e qui le “more” crescono ogni giorno di più e non se ne vede la fine. Non parliamo di certe altre promesse… Allora devo pensare che, a lungo andare, ho assorbito quel tipico modo di fare e che, in qualche modo, in qualche misura, posso dirmi centocellese? Allora non mi punisco, altrimenti dovrei far partecipi delle punizioni troppe persone. Ma le mie scuse a Paola e Maria comunque le porgo. Ringraziandole di cuore.
Francesco
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Ho letto e con vero piacere. I “frutti fuori stagione “, del resto, non sono i più preziosi?
Maria Zeno
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