Due antifascisti che la guerra fredda divise e la famiglia riunì.
di GIORGIO GARGIULLO ♦
Parliamo di Nemesio Piroli e di Cheren Gatta entrambi antifascisti che pagarono pesantemente l’essere stati tali. Parteciparono alla Resistenza rischiando più volte la vita. Entrambi membri del CNL – Comitato di Liberazione Nazionale- cui aderivano tutti i partiti che lottarono per la liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Nel dopoguerra le diverse appartenenze politiche li portarono su fronti contrapposti e poi per motivi familiari ritornarono alla antica amicizia.
Nemesio Piroli nacque ad Allumiere nel 1895. Giovanissimo frequentò gli ambienti anarchici. Partecipò alla prima guerra mondiale e successivamente nel 1921, con la scissione di Livorno, aderì al P.C. d’Italia. Assunto alle ferrovie dello Stato, nel 1924 sposò ad Allumiere Rosa Giannini. Dopo la nascita del figlio Ennio si trasferì con la famiglia a Roma, sede del lavoro la stazione di Tuscolana; nel 1934 non essendo ascritto al PNF, venne trasferito in Basilicata.
Successivamente venne di nuovo trasferito a Salerno dove rimase fino al settembre 1943 quando con la famiglia ritornò ad Allumiere ove riprese i contatti con i compagni di partito a gli altri amici antifascisti. Entrò in clandestinità aderendo alla formazione partigiana comandata da Ezio Maroncelli. Nell’aprile del 1944 venne arrestato dai tedeschi e dopo un soggiorno nel carcere di Bracciano inviato nella prigione della Gestapo di via Tasso. Resistette a torture e ridotto in fin di vita venne tradotto nel campo di concentramento di Littoria. Da lì riuscì ad evadere e, tornando ad Allumiere, si unì di nuovo ai compagni partigiani e continuò la lotta contro nazisti e fascisti. Nel dopoguerra torna in servizio nelle ferrovie e continua con impegno la sua militanza nel PCI.
Nel 1948 ritorna nella “clandestinità” perché accusato di aver preso parte ai tumulti che scoppiarono il 14 luglio 1948 a seguito dell’attentato a Palmiro Togliatti segretario del PCI. Infatti si sottrasse all’arresto e per 15 mesi, fino al processo fu latitante. Venne riconosciuto innocente e dopo la pensione dalle ferrovie, intraprese l’attività di commerciante. Morì a 84 anni il 7 novembre 1979 giorno in cui nel mondo comunista, il suo mondo, si celebrava il sessantesimo anniversario della Rivoluzione bolscevica, la sua rivoluzione.
Cheren Gatta nacque a Civitavecchia nel 1903 da Vincenzo e Angela Fede. Fin da giovane frequentatore di ambienti cattolici; si diplomò e trovò lavoro nella società dell’allume. Aderì al Partito Popolare e fu seguace di Don Sturzo. Per le sue posizioni antifasciste perse il suo lavoro. Durante il ventennio visse in ristrettezze economiche adattandosi anche ai lavori meno qualificati; visse la sua situazione economica con grande dignità.
Dal settembre del 1943 in rappresentanza della Democrazia Cristiana fece parte del CNL . Mantenne i contatti con il CNL romano e in uno dei suoi spostamenti da Allumiere a Roma riuscì a sfuggire ad un rastrellamento tedesco immediatamente dopo l’attacco partigiano di via Rasella e quindi sfuggì al massacro delle fosse Ardeatine. Finita la guerra e dopo la nomina di Pietro Scala a sindaco, fece parte della Giunta municipale alla quale parteciparono Benedetti Vincenzo per il PSI, Foschi Alessandro per il PCI, De Dominicis Carlo per il Partito D’Azione, Chiapperini Pietro per il PSI, Leandri Damiano per il PCI, Amorosi Pietro del Partito d’Azione e Ferrari Felice per la Democrazia Cristiana.
Nelle prime elezioni libere dopo il fascismo, il 31 marzo 1946 venne eletto consigliere comunale e contribuì con il suo partito, la DC, alla elezione del sindaco Renato Pucci e della Giunta municipale cui fecero parte Vincenzo Benedetti, vice sindaco del PS e gli assessori Longhi Pietro PCI all’istruzione, Spartaco Arciprete PSI alle finanze, Marconi Gino PSI all’alimentazione e all’annona; Siligato Antonino DC all’Igiene, Ceccarelli Alessandro, democristiano, allo stato civile. Venne eletto presidente dell’IACP oggi ATER .
Nel 1947 con la rottura tra i partiti popolari, PCI e PSI continuarono l’azione di governo cittadino mentre la Democrazia Cristiana assunse sempre più il ruolo di partito d’opposizione. Cheren Gatta, coerente nella sua fede politica, segui le indicazioni di partito.
L’attentato a Togliatti del luglio del 1948 lo vide vittima di un assurdo pestaggio da parte di alcuni esagitati del PCI solo per il motivo di essere democristiano.
A seguito di ciò e di altre azioni che si determinarono a Civitavecchia e in tutto il paese, che Togliatti, ripresosi dalle gravi ferite pose fine, molti finirono in carcere in attesa di processo. Furono indagini sommarie e superficiali al punto che tanti vennero assolti al processo.
Tra questi si ricorda Fernando Barbaranelli, Bruno Tombolelli e lo stesso Ennio Piroli figlio di Nemesio
Fu in quel periodo che tra i due antifascisti che la politica aveva diviso, sul piano personale e famigliare si instaurarono di nuovo ottimi rapporti. Il matrimonio di Ennio Piroli figlio di Nemesio con Anna Gatta figlia di Cheren rinsaldò una vecchia amicizia. A riprova che i sentimenti, qualche volta prevalgono sulle divisioni ideologiche che in quel periodo erano fortissime e in molti casi laceranti.
GIORGIO GARGIULLO

Ho letto con interesse la storia di questi uomini, vero che gli ideali dividono ma almeno loro li avevano, quando si crede in qualcosa per fede non per convenienza, anche se quell’ideale non di condivide lo si rispetta.
Grazie di aver raccontato un pezzo di storia e di umanità 🐈⬛🌹
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