“L’ERA TRUMP E’ INIZIATA”
di MARINA MARUCCI ♦
Mi sono letteralmente rifiutata di assistere in televisione all’insediamento del 47° Presidente degli Stati Uniti d’America. La vivo molto male perché credo che stiamo sprofondando dal ”sogno americano, all’incubo Trumpiano”, come racconta sul Podcast di Repubblica on line, del 21 gennaio Massimo Giannini, un incubo che ci riguarda direttamente.
Al di là delle considerazioni strettamente politiche e come le scelte economiche del futuro Presidente americano incideranno non soltanto nella vita dei suoi concittadini, ma anche nella nostra, visto che viviamo in un nazione che occupa lo spazio dell’emisfero occidentale, credo vada avviata una approfondita riflessione sul comportamento e le reazioni degli uomini e delle donne, di fronte ai cambiamenti epocali che stiamo vivendo.
Da vari anni la paura del futuro si è molto diffusa, l’ostilità al migrante o al diverso è scivolata, da parte dei cittadini, verso una richiesta puramente securitaria, così il malcontento, alimentato dalla destra sovranista ha soffiato verso un nuovo “revanscismo”. Coloro che erano rimasti ai margini della vita politica, sia europea che statunitense, oggi con Trump hanno ritrovato la loro Voce, la loro guida, vedi gli afascisti di Fratelli d’Italia, i franchisti di Vox, i nuovi Nazionalsocialisti della AFD, l’Ungeria di Orban e chi ne ha più ne metta.
Eppure questi cambiamenti culturali e di governo non sono avvenuti, almeno in occidente, attraverso colpi di stato, assalti alla sede del parlamento, guerre civili, ma con il libero e democratico voto dei suoi cittadini. E’ successo soltanto negli USA nel 2021 con l’aggressione a Capitol Hill, i cui assalitori sono stati già graziati dal neo Presidente.
In questa caotica fase storica alcuni parlano di una nuova democrazia, cioè quella del Capo o Capocrazia: il Capo viene eletto direttamente dal popolo sovrano e quindi legittimato a comandare, rifiutando la versione novecentesca della democrazia stessa, perché obsoleta, carica di iter legislativi, discussioni parlamentari, contrappesi istituzionali.
A cento anni di distanza sembra di rivivere la storia del precedente secolo, con i dovuti distinguo ma con risvolti simili ed inquietanti, come l’avvento del fascismo in Italia nel 1922 e il nazionalsocialismo nella Germania del 1930.
Nel XXI secolo, il secolo della tecnologia avanzata e dell’intelligenza artificiale, il consenso viene indirizzato ed utilizzato dai social media a seconda il Grande Fratello di turno, una sorta di occhio Orwelliano che controlla, oltre i nostri movimenti, anche i nostri pensieri, li plasma, li vìola, li lede, li manipola.
Ci fa credere di tutto e il contrario di tutto, con notizie fuorvianti sulla storia recente, se non addirittura attraverso la sua cancellazione, in cui “leoni da tastiera” sempre in agguato spacciano, quale diritto alla libera espressione, ogni sorta di insulto, ogni fake news come informazione giornalistica, con poche possibilità di replica.
Nel nostro paese lo smarrimento delle persone è piuttosto evidente, la voglia di reagire, di cambiare non dilaga più nelle piazze. I cittadini sempre più impoveriti e delusi non vanno a votare, o votano in maggioranza i partiti considerati fuori dalla cosiddetta “Casta”. Non fanno più riferimento ai movimenti o partiti che dovrebbero rappresentarli, in una democrazia troppo complicata e complessa ma si affidano a quelli che vorrebbero imitare, in una identificazione che passa attraverso la grande menzogna che ognuno può fare qualsiasi cosa e diventare quello che vuole: tutto è permesso, senza più regole, né limiti, per questo bisogna essere più forti e quindi competitivi: “E’ il capitalismo, bellezza”.
Siamo preda del nostro individualismo, del nostro ego, spinti dalla necessità di apparire sempre o comunque: chiediamolo ai giovanissimi che espongono spesso le proprie vite all’approvazione del consenso mediatico. Siamo consumati dalla rabbia, dall’invidia, dettata dalla sfrenata competizione economica che erodono le nostre società e le risorse della terra.
Consiglio, per chi ancora non lo ha fatto di vedere su Netflix, la serie “BUY NOW, l’inganno del consumismo” in cui si svelano i trucchi e gli inganni che i marchi commerciali usano per fare in modo che i consumatori comprino sempre più i loro prodotti, e dove si racconta l’impatto che questo ha sulle nostre vite e sull’ambiente.
Il famoso scrittore americano Jonathan Safran Foer, alla domanda se fosse spaventato dal suo nuovo presidente, risponde di essere più spaventato dagli americani, dalla loro trasformazione che ha determinato la scelta di eleggerlo.
Penso che la deriva sia iniziata da anni e che pochi se ne siano accorti!
Come è possibile allora resistere a tutta questa pressione? Come possiamo difenderci senza scegliere di non vedere o di vivere in solitudine, come gli eremiti o gli asceti, in qualche monastero sperduto tra le montagne?
Non ho risposte, le sto cercando, ho semplicemente abbozzato un’analisi, alcuni spunti per comprendere ed auspico un confronto e un dibattito su questi argomenti, così cruciali per il futuro dei nostri figli, per le nuove generazioni, a cui preferirei non lasciare un mondo distopico.
MARINA MARUCCI

E in tutto questo, io continuo a non capire di cosa siano contenti gli italiani entusiasti dell’elezione di Trump.
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La frase più saggia è una: non spaventa Trump (quanti potenziali esseri simili ci sono nel mondo pronti ad esibire lo smodato egocentrismo?), ciò che disarma è la folla plaudente dei votanti.
Il Capo è tale per le sue capacità carismatiche ma necessita sempre il referente che recepisca quel carisma.
Se ad ascoltare parole, vuote di significato ma dense in quanto retorica e tono di voce, c’è una folla folta è a questa che va diretto l’esame critico.
Dunque, il vero problema è la mancanza di passioni collettive, di miti fondanti, di idee forti da parte degli esistenti in questo epoca del nostro mondo. Una folla che è sempre più attratta da influencer appare essere un gregge. Una folla senza pensiero pensante ed affascinata dal solo pensiero calcolante merita di essere diretta da una I.A.
Trump non si è imposto con la forza, “manu militari”. La folla ha concesso a lui potere. Le sue decisioni erano ben conosciute dai votanti prima di votare.
Se la folla non è innocente che dire del Capo?
Certamente, gli va riconosciuto il merito della coerenza: mai si è espresso in modo difforme da come agisce e agirà. Forse qualche cosa di buono combinerà in mezzo a tante dissonanze. Di certo, se il mondo attuale sta andando lontano da un ideale “umanistico” Trump non farà altro che aumentare questa lontananza.
Tuttavia, una flebile speranza che rasenta l’utopia si può avanzare: il tracotante, secondo il dettato della storia, ha la Forza dalla sua parte ma, prima o poi, la Forza cambia direzione. In questo intermezzo è difficile calcolare il tempo e le negatività provocate. Proverò Venerdì una qualche riflessione più strutturata in merito.
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Ieri ho letto sulla BBC un articolo in cui si dava notizia del decreto con cui Trump ha ordinato il licenziamento, ad horas, di tutto lo staff incaricato delle politiche inclusive, quindi minoranze e persone ” socialmente deboli” in genere…nella sua furia ha persino dettato l’ora entro la quale la cessazione dal “libro paga” deve essere compiuta.
Mala tempora currunt
Maria Zeno
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Purtroppo è così, anche la 7 ieri li ha riportato. Grazie per i commenti.
Credo che quello a cui stiamo assistendo sia solo l’inizio di una furia devastatrice e di una vendetta da tempo organizzata.
Marina Marucci
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