IO STO CON I PESCI – L’azione umana associata a un Codice di comportamento di consumo di prodotti della pesca basato su strategie di economia circolare 18. Cap6.

di GIORGIO CORATI ♦

L’argomentazione di questo documento si basa su concetti di economia circolare e di consumo sostenibile; propone al consumatore un Codice di consumo, ipotizzandone i vantaggi e i benefici generali. Si tratta di una risposta concreta alla necessità rivelata di conoscere e capire quali azioni possono essere adottate e attuate per procedere lungo una traiettoria di consumo sostenibile dei prodotti della pesca.

RIPRESO.*

Marta… Ettore… stavo dicendo che l’ottica dell’Approccio “C0/C9” pone il comportamento di consumo lungo la transizione dal modello dell’economia lineare verso il paradigma dell’economia circolare e dunque dall’“AttuAzione C9” all’“AttuAzione C0”.

Ettore: “Va bene, ma…”

Ettore!… Parliamo di una… una circolarità virtuosa; concettualmente la ritengo come un’azione personale che, condotta lungo una traiettoria, determina un cambiamento prima di tornare nuovamente al suo punto di partenza; lì, in tal modo, l’azione assume una nuova valenza che può essere definita come l’effetto virtuoso dell’azione stessa.

 

Ettore: “Si va bene… ma nel concreto?”

 

La circolarità è rappresentata dall’azione, e dunque dal comportamento di consumo, a partire dall’“AttuAzione C9” lungo un percorso che, per intenderci qui ora, possiamo definirlo “a tappe”… fino a giungere all’“AttuAzione C0”, Ettore… Qui sul tavolo… ecco, questa è la grafica utile per poter seguire quanto dico…

grafica Approccio COC9

Guardando il grafico sopra, l’aspetto virtuoso dell’azione circolare si può desumere come dato da un comportamento caratterizzato dalla “Sostenibilità del consumo attraverso il cambiamento del concetto stesso di consumo (in sé), dall’“Implementazione di “buone pratiche” di consumo” e dall’“Evoluzione verso un “comportamento di consumo rinnovato” fino al “Raggiungimento di un comportamento prosociale di consumo a sostegno del mantenimento di un buono stato di biodiversità e della sostenibilità del consumo”

Ettore: “Vedo… Si… partendo dall’“AttuAzione C9” si arriva all’“AttuAzione C0””.

 

Certo Ettore. Direi che lungo questo percorso l’azione conduce a un comportamento di consumo che tende a modificarsi e distinguersi dal “consumo come al solito”, determinando effetti che poi spiegherò quando parlerò specificatamente di ogni singola “AttuAzione”.

Marta: “Da quanto leggo, la circolarità prevede però il ritorno all’“AttuAzione C9”.

Si. Per chiudere il cerchio, così come suol dirsi, l’azione virtuosa prosegue, non interrompendosi. Come si vede dal grafico, dunque, dall’“AttuAzione C0” l’azione procede fino all’“AttuAzione C9” attraverso  l’“utilizzo di specie cosiddette “minori” o considerate “di scarto””  e la “sostenibilità del consumo attuale e futuro”. Dunque il passaggio dall’“Economia lineare” verso l’“Economia circolare” si compie gradualmente attraverso l’“Utilizzo degli scarti biologici, “la Riduzione del consumo di specie maggiormente commerciali” e la “Minore pressione sulla capacità di riproduzione e di rinnovamento delle specie ittiche”.

A questo punto, quanto detto è il principio di un’azione personale caratterizzante un comportamento di consumo sostenibile che, per potersi perpetuare e non rimanere fine a se stessa, deve osservare e mantenere le “buone pratiche” proposte dalle singole “AttuAzioni” dall’Approccio “C0/C9” stesso.

Ettore: “Ah… E dunque… ecco spiegata la circolarità!”

 

Marta: “In sintesi il tuo modello di comportamento di consumo sostenibile è costituito da azioni considerate buone pratiche che una volta intraprese in sequenza vanno mantenute nel tempo”.

 

Si… è così. Si. Si tratta di buone “pratiche di consumo” ma anche di decisioni e… di consapevolezza  degli effetti del proprio agire.

Ora magari… che ne dite… inizio con le prime due “AttuAzioni”?

Ettore: “Si… poi pausa caffè! Che ne pensate?”

Marta: “Ci sta!”

 

Si dai… le prime due “AttuAzioni” si riferiscono alla “Macro azione” “Massimizzazione del valore delle specie ittiche e utilizzo degli scarti”.

La prima, da dove, per intenderci… si dà il proprio avvio al “comportamento di consumo rinnovato” è l’“AttuAzione C9”, che è definita “Consumo Etico”; il suo è un approccio tattico.

Vi spiego prima la Motivazione e poi l’“AttuAzione”.

La Motivazione… L’interesse del consumatore a comprendere l’importanza della sostenibilità del proprio comportamento di consumo nel flusso del tempo e la determinazione a dare seguito a un “comportamento di consumo rinnovato”, in una visione proattiva e di benessere collettivo, sono di sostegno all’adozione e al miglioramento continuo di buone “pratiche di consumo”. In questo senso, tramite il concetto di “Consumo Etico”, il “consumatore rinnovato” rende manifesti la propria azione giusta e concreta, il suo sostegno a favore in senso lato della biodiversità, oltre che l’utilizzo desiderabile di specie ittiche che generalmente sono considerate di “scarto” e grande attenzione civica rispetto al consumo nel corso del tempo ora e in futuro attraverso le generazioni. Favorisce, inoltre, la gestione della frazione di “scarto ittico” proprio in un’ottica di maggiore sensibilità ambientale e di maggiore efficienza nell’utilizzo delle risorse ittiche. In tal caso, il sentimento di responsabilità etica e il senso di urgenza concretizzano l’azione anche rispetto alla possibilità di conferimento della propria frazione di “scarto/rifiuto biologico” presso un impianto di raccolta dello “scarto/rifiuto biologico” ittico domestico e della ristorazione pubblica oppure il conferimento presso un centro di immagazzinaggio per lo “scarto ittico biologico” derivante dalle catture accidentali dell’attività di pesca, cioè di prodotti della pesca provenienti da catture “commerciali” che non possono essere destinate al consumo umano, e magari anche per il conferimento del pescato rimasto invenduto, oppure presso un impianto di raccolta dei residui di lavorazione di biomassa ittica o di sottoprodotti derivanti da attività di trasformazione principale o dello scarto biologico a seguito della pulizia effettuata dal pescivendolo all’atto della vendita, al fine del successivo riutilizzo della frazione organica e dei cosiddetti nutrienti.

Si tratta di recuperare un valore che può generare ulteriore valore in nuovi cicli produttivi, la cui utilità si esplica a favore di tutti, sostenendo la creazione di catene di valore circolare e conciliando le attività del settore della pesca, della lavorazione e della trasformazione dei prodotti della pesca con l’equilibrio naturale delle specie ittiche in armonia con l’ecosistema marino.

Qualora l’impianto non esistesse, la sua creazione potrebbe essere considerata un’opportunità e come tale valutata nell’ottica di una simbiosi tra “buone pratiche di produzione” e “buone pratiche di consumo” – ed anche in un’ottica di eventuale “simbiosi alieutica”, in analogia alla simbiosi industriale.

La motivazione è riferibile non soltanto a scarti/rifiuti costituiti da testa, pelle, coda, pinne, lische e viscere, bensì, in senso lato, anche all’utilizzo gastronomico di specie ittiche considerate di “scarto” o che in genere sono, per così dire, “dimenticate”, che tuttavia rappresentano una valida fonte alimentare e contribuiscono a limitare il consumo di specie sulle quali si incentra maggiormente l’interesse commerciale.

L’“AttuAzione”. Si tratta della volontà di attuare e intraprendere in prima persona un consumo sostenibile di prodotti della pesca al fine di contribuire eticamente al mantenimento della biodiversità di specie in un’ottica intra- e intergenerazionale, dopo aver compreso responsabilmente cosa e come fare per attuare un “comportamento di consumo rinnovato”. Si tratta, altresì, di conferire gli scarti organici del consumo domestico dei prodotti della pesca in quanto, in caso di mancato o parziale consumo, possono essere utilizzati per la produzione energetica e quale residui di processo di produzione energetica come ammendante o fertilizzante oppure gli scarti organici di cui si parla possono essere usati come materia prima seconda per prodotti sostenibili in altri settori economici tramite l’utilizzo di tecnologie e processi innovativi per la produzione, ad esempio, di imballaggi, cosmetici, integratori per mangimi animali o altri prodotti.

Qualora esista un impianto di raccolta dello “scarto/rifiuto biologico” ittico domestico e della ristorazione pubblica oppure un centro di immagazzinaggio per lo “scarto ittico biologico” derivante dalle catture accidentali dell’attività di pesca, cioè di prodotti della pesca provenienti da catture commerciali che non possono essere destinate al consumo umano, e utile anche per quanto riguarda il pescato rimasto invenduto, oppure qualora esista un impianto di raccolta dei residui di lavorazione di biomassa ittica o di sottoprodotti derivanti da attività di trasformazione principale o dello scarto biologico a seguito della pulizia effettuata dai pescivendoli all’atto delle vendite al pubblico, al fine del successivo riutilizzo della frazione organica e dei cosiddetti nutrienti, allora conferirvi lo “scarto/rifiuto biologico” del consumo ittico domestico e della ristorazione pubblica di prodotti della pesca può essere un approccio che, inoltre, tende a contribuire alla creazione di ulteriore valore che altrimenti andrebbe perso. L’“AttuAzione” è correlata a tutte le altre.

 

Ecco l’altra, l’“AttuAzione C8” che è definita “Consumo Consapevole”; il suo è un approccio strategico.

Vi spiego prima la Motivazione e poi l’“AttuAzione”.

La Motivazione. Il “Consumo Consapevole” è riferito alla consapevolezza che pervade una buona “pratica di consumo” e tende a favorire con chiarezza un consumo adeguato al proprio bisogno e maggiormente sostenibile in un’ottica sociale, anche per le generazioni attuali e per quelle future.

L’“AttuAzione”. Si tratta di scegliere specie cosiddette “minori” o meno note e specie considerate di “scarto”. In genere la scelta può assicurare qualità nutrizionali e organolettiche simili a quelle di specie considerate maggiormente “commerciali” che sostituiscono ovvero di quelle specie ittiche maggiormente utilizzate o sfruttate.

La scelta determina tendenzialmente anche un beneficio maggiore per il consumatore in termini di costo, in quanto le specie considerate di “scarto” e le specie cosiddette “minori” in genere non sono valorizzate pienamente dal prezzo di mercato. L’“AttuAzione” è strettamente correlata alle “AttuAzioniC0 “Consumo Alternativo ed equo”, C1 “Consumo Informato” e C2 “Consumo Responsabile”.

 

Ora, però… basta così. Andiamo in cucina a preparare un buon caffè.

GIORGIO CORATI

  

Bibliografia
* Pubblicato l’8 gennaio 2025 su https://spazioliberoblog.com/2025/01/08/io-sto-con-i-pesci-lazione-umana-associata-a-un-codice-di-comportamento-di-consumo-di-prodotti-della-pesca-basato-su-strategie-di-economia-circolare-17-cap6/.

CLICK PER HOMEPAGE