ALFIERO ANTONINI – Il ricordo del figlio Cristian
Papà era un personaggio poliedrico, lo confermano, se mai ce ne fosse bisogno, le testimonianze di questi giorni.
Aveva una molteplicità di interessi: l’architettura innanzitutto in cui ha riversato un impegno straordinario anche con risultati molto apprezzati, ma poi la poesia, la pittura, la politica, lo sport.
La sua attenzione particolare era per le relazioni umane, per i contatti diretti e personali, per conoscere, sapere, e raccontare e raccontarsi. Con quella curiosità che lo ha accompagnato per tutta la vita e che è stato un suo valore assoluto.
In ognuno di questi campi ha lasciato una traccia di sé che ha voluto perpetuare pubblicando dei libri che lo raccontano.
Amava la vita in ogni suo aspetto, sembrava insaziabile e produceva, produceva ininterrottamente e accumulava carte su carte, opere su opere, senza sosta, fino alle ultime fasi della sua esistenza.
Questa molteplicità di interessi, questo eclettismo, potevano anche dare l’impressione della dispersione, dell’assenza di un centro.
In realtà egli aveva un motivo ispiratore del tutto: il culto della bellezza.
Se dovessimo sintetizzare in poche parole la sua vita e la sua ricerca e dovessimo semplificare la sua complessità, sarebbe paradossalmente facile: per tutta la vita ha cercato la bellezza.
Nei suoi lavori, nei suoi progetti, nelle sue sculture e pitture, nei suoi versi, nel suo teatro, cercava la bellezza.
La cercava nella sua città d’adozione e voleva fortemente che Civitavecchia fosse bella e produceva opere da proporre per la città spesso senza neppure preoccuparsi della loro realizzabilità.
La cercava nell’architettura e in tutte le sue passioni.
La cercava nelle relazioni umane, selezionando le sue amicizie e confrontandosi costantemente con loro.
La bellezza nella sua accezione più ampia e il rifiuto delle cose volgari, del brutto sotto ogni forma.
Ecco, così si può sintetizzare la sua esistenza e questo hanno compreso i suoi amici e le sue amiche che in questi giorni gli stanno tributando un affetto e una stima che lo avrebbero reso felice.
Ricordati di rincorrere le nuvole come un bambino, un uomo del presente che vedeva lontano…..
CRISTIAN ANTONINI
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UN PENSIERO DI PINO QUARTULLO SU ALFIERO ANTONINI
Ha fatto parte di una generazione irripetibile. Un’epoca d’oro abitata da professionisti amici che hanno animato serate, cene, feste, piene di affetti e risate, giorni felici, con madri e mogli bellissime ed eleganti, e fra tutti gli uomini lui sembrava una star del cinema, campione di pallacanestro, con una creatività artistica straordinaria, quasi eccessiva per la nostra città. Un architetto che ha lasciato un segno, un uomo che ha saputo amare ed essere amato.

Purtroppo l’ho conosciuto da vicino solo in questi ultimi anni, quando lo vedevo agli eventi di Spazioliberoblog o al Traiano, sempre sorridente e gentile, animato da un sorriso disarmante e partecipe.
So quanto è stato importante per questa Città e non solo: le sue opere, le sue idee sono testimonianza perenne.
Maria Zeno
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Lontani fisicamente dal 2007, con il mio pensionamento e la conseguente sporadica venuta a Civitavecchia, abbiamo però avuto numerosi contatti di lavoro e di svago. Ma questo, dopo una vita, quasi quarant’anni dal 1969, di continui legami e confronti, lui come progettista d’interventi privati ma anche componente di commissioni comunali (CE, CU, CTU e CCU) di cui ero responsabile, io come direttore dell’Urbanistica, ispettore onorario del MiBAC e progettista degli strumenti urbanistici e delle opere pubbliche. Non sempre concordi sui pareri, ma sempre uniti sui principi e gli ideali della professione e della cultura, per giunta più che uniti e solidali in sciagurate vicende provocate dalla disonestà di alcuni imbecilli (mi rifaccio al termine d’un noto libro del nostro comune “collega” Le Corbusier). La varietà dei nostri rapporti nel volgere degli anni ho cercato di esprimerla – e non era semplice – su questo blog con la puntata n° 37 della mia rubrica, il 24 marzo 2023, che ricorda i nostri sentimenti di tantissimi anni di vicinanza, sempre con moltissima sincerità e moltissimo affetto. A Cristian, esprimendo a lui ed a Marina tutta la partecipazione di Paola e mia al loro dolore, voglio ricordare la mia viva ammirazione per i suoi lavori di grafica e disegno che Alfiero mi mostrava tanti anni fa con fiero compiacimento paterno.
Francesco Correnti
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