La scuola civitavecchiese dei “bocchisieri”- Peppe Peris. UN CONTRIBUTO ALL’ANAGRAFE DEI PERSONAGGI

a cura di GIORGIO GARGIULLO

Sono nella memoria di tutti gli appassionati i campioni vecchi e  recenti che praticando la “nobile arte” hanno dato lustro alla città. I più recenti sono ancora sulle pagine dei giornali ed i più “vecchi” sono stati ben raccontati nei libri scritti da Franco Medici e da Alessandro Bisozzi .

Per la   partecipazione alle  olimpiadi  si ricordano Carlo Saraudi, medaglia di bronzo a Parigi nel 1924, ”l’uragano di Amsterdam”  Vittorio Tamagnini  medaglia d’oro olimpico nel 1928, poi nel 1956 a Melbourne Franco Scisciani che superò nella  selezione della nazionale Nino Benvenuti, nel 1960 a Roma Giulio Saraudi medaglia di bronzo, e nel 1972 a Monaco Pasqualino Morbidelli. Per avere la misura della qualità della scuola civitavecchiese  e il valore di quegli atleti basta sapere che ognuno di loro, tranne naturalmente la medaglia d’oro Tamagnini, venne sconfitto ed eliminato dalla competizione olimpionica da pugili che successivamente,  passati   al professionismo, sarebbero diventati  tutti  grandi campioni.

La scuola  pugilistica della nostra città oltre i campioni, ha formato tanti altri  atleti, sicuramente migliaia, che hanno praticato la boxe per minor tempo,  forse per minore attitudine o minori motivazioni personali, e quindi con minor risultati agonistici ma tutti hanno  ricevuto gli stessi insegnamenti.

Nella memoria degli appassionati rimane il nome del campione. Ma se c’è stato un campione  è ovvio che  accanto a lui c’è stata una persona che, con impegno e abnegazione, ha determinato le condizioni necessarie perché l’atleta, e poi il campione,  si formasse. Tale persona è stata figura centrale nella palestra. Si occupava di tutto, dall’apertura  e chiusura del locale per  almeno sei giorni alla settimana alla “impostazione” dei ragazzi. La passione gli faceva poi frequentare il necessario corso e gli studi per diventare Maestro, cioè cominciare ad insegnare, con l’ufficialità della Federazione Pugilistica, le tecniche della nobile arte.   L’azione del maestro non è solo tecnica ma cura anche aspetti psico-ficici e l’alimentazione. Sera dopo, ogni giorno lo si trova sempre in palestra per continuare la preparazione dei giovani.

Quando si avvicina il giorno dello scontro ufficiale con un altro atleta è il maestro che ha i maggiori oneri e preoccupazioni. I pugili debbono andare  all’incontro con la certezza della vittoria e il maestro deve infondergli tale fiducia  anche se lui stesso potrebbe avere dei dubbi che assolutamente non può esternare.

L’incontro vero e proprio non è solo uno scambio di pugni; è scambio di tattica e strategia tra i due angoli. Il maestro deve individuare in un colpo d’occhio pregi e difetti dell’avversario e suggerire soluzioni che favoriscano il suo pugile, attento alle immediate contromosse, perché  anche l’altro maestro fa la stessa cosa.  Finito il match, chi ha fatto tutto questo, chi ha sofferto insieme al pugile (magari prendendo valeriana prima del match) rimane fuori dall’euforia generale, gioisce in disparte, consapevole, convinto che il suo ruolo primario, è quello di stare vicino al ragazzo soprattutto nella  sconfitta, quando il pubblico e i fan di ora non lo acclameranno, quando si chiederà perché ha perso e si dovrà rincuorarlo, ricostruire la sua autostima.

Coloro che hanno coltivato la scuola civitavecchiese, che hanno trasformato un ragazzo in un “bocchisiere”, che nelle celebrazioni delle vittorie e dei vittoriosi sono spesso dimenticati, quelle persone che quella scuola hanno coltivato ed amato, dedicando all’insegnamento ore ed ore della loro vita, togliendo tempo agli svaghi, agli hobbies, alla famiglia, non appaiono nei titoli ma meriterebbero sempre il giusto  riconoscimento.

Peppe Peris, il Maestro Peppe, è stato tutto ciò sopra raccontato: è stato una presenza costante, giornaliera, dagli anni ’60 alla sua morte avvenuta ad inizio anni ’90. Fu tra i fondatori della società Civitavecchia Ring e ne è stato l’insegnante per tutta la vita, trasmettendo la sua passione e i suoi valori, tant’è che oggi le palestre di Pugilato di Ladispoli, S. Marinella, Civitavecchia e Tarquinia hanno insegnanti che sono suoi ex pugili.

I Branco, Marsili, lo stesso Massai, Corrente  sono gli atleti più conosciuti cresciuti  al suo insegnamento, ma insieme a loro ci sono stati centinaia di giovani, ed è difficile in questa sede ricordarli tutti. Molti oggi insegnano pugilato, proseguono la scuola pugilistica di Peppe, trasformano altri ragazzi in “bocchisieri”. E’ la  prosecuzione della “scuola Civitavecchiese” integrata da quella del maestro Peppe Peris.

Peppe Peris non è stato solo un ottimo maestro, oltre ad insegnare il pugilato ai giovani del nostro comprensorio ha avuto importanti funzioni a livello regionale e nazionale. Primo classificato nel suo corso da Maestro, negli anno ’60 dovette rifiutare, per motivi di lavoro, una convocazione come istruttore federale in supporto di Natalino Rea allora allenatore titolare della Nazionale Italiana.

Ha più volte svolto le funzioni di accompagnatore della squadra laziale ai campionati nazionale e negli incontri interregionali.

Coloro che  conobbero Peppe pugile, dai pesi piuma fino ai welter, lo apprezzarono come serio  e bravo dilettante. Sostenne circa 60 incontri vincendoli quasi tutti. Perse solo con coloro che sarebbero poi divenuti  grandi campioni quali  Altidoro Polidori e Luigi Coluzzi.

Dal suo maestro  Carlo Saraudi apprese le tecniche del pugilato, ma successivamente, nel ruolo di preparatore  di tanti giovani aspiranti pugili, ci mise molto del suo, dagli studi da autodidatta alle esperienze personali, all’attenzione estrema alla cura del particolare. Si può certamente affermare che il suo ruolo nel pugilato abbia avuto maggior riscontro da maestro di boxe che come pugile  praticante. Le centinaia di ragazzi passati per via Borghese, la sede storica della Civitavecchia Ring e luogo in cui esercitò il suo impegno di insegnante  non possono non ricordarlo se non con stima e affetto e la città crediamo debba tributare un ricordo, un riconoscimento,  all’uomo che ha mantenuto viva e trasmesso la “scuola civitavecchiese” ed ha contribuito a farne parlare, in giro per i ring d’Italia, con estremo rispetto.

GIORGIO GARGIULLO

CLICK PER HOMEPAGE