RUBRICA BENI COMUNI, 87. RITORNO A CENCELLE (PRIMA PARTE)

a cura di FRANCESCO CORRENTI

Immagino che i Lettori di questa rubrica – molti dei quali conosco personalmente e so persone di età non troppo distante dalla mia – siano abituati alle rievocazioni di fatti avvenuti alcune decine di «anni fa» e ne abbiano una loro idea diretta. Nel caso di questa puntata, la questione – per fermarsi ai documenti che propongo – risale ad un ventennio addietro, periodo che può apparire breve o lungo a seconda di quali vicende, fauste o nefaste, abbia riguardato. Qui parlo dei tentativi compiuti nel 2004 per acquistare, in nome e per conto del Comune di Civitavecchia, il sito archeologico della città carolingia di Cencelle, ossia della “Leopoli” fondata nell’854 da papa Leone IV per trasferirvi la cattedra episcopale, gli abitanti e, quindi, il nome, della città portuale di Centumcellae, assalita e saccheggiata dai Saraceni nell’813.

Subìto il sacco dell’813 e forse attaccata ancora in seguito, fino all’incursione dell’846, che vide le orde arabe assalire e devastare vari centri abitati del Lazio e depredare le basiliche fuori le mura di Roma, il centro portuale che aveva raggiunto nel corso dei secoli uno sviluppo promettente, non ha più ragione di esistere. Il quarantennio durante il quale i profughi della città “traianea” hanno vagato, esuli, sui monti, serve a stabilire un’analogia tra la situazione del popolo di Centumcellae ed il popolo eletto, densa di sottintesi religiosi e politici.

Dopo l’esodo, dopo i quarant’anni di tribolazione, il popolo di Centumcellae giunge così alla terra promessa e Leone, nel trasparente parallelismo suggerito dal Liber Pontificalis, quale suo condottiero, assume il ruolo di nuovo Giosuè, ossia – secondo il significato del nome di «Salvatore». Come tale è accolto dalla «moltitudine osannante dei fedeli», quando si reca sul posto a lavori quasi ultimati. Mentre le rovine deserte della città sul mare sono chiamate con la denominazione di Civita vecchia, analogamente ai tanti luoghi abbandonati e diruti del territorio.

Il titolo di oggi, “ritorno a Cencelle”, si potrebbe ritenere di tipo ucronico, dato che ci fu una (molto ritardata: quarant’anni!) “andata a Cencelle”, non ci fu mai (checché ne abbiano scritto Molletti, Guglielmotti e Calisse) un “ritorno da Cencelle” ed il “ritorno a” ha avuto varie puntate, dalla “gita” (in senso letterale) per le «Celebrazioni del Millenario della Città» nel 1889, alle varie escursioni promosse dall’Associazione Archeologica “Centumcellae” nel XX secolo, fino alle straordinarie campagne di scavo condotte dalla cattedra di Archeologia Medievale della Sapienza Università di Roma, a partire dal1994, grazie ad una intuizione di Letizia Ermini Pani, e proseguite fino ad oggi, sotta la direzione della prof. Francesca Romana Stasolla.

Per riassumere le fasi dell’attività svolta venti anni orsono, riporto alcuni brani delle proposte di deliberazione inviate alla Giunta. La prima, protocollo interno n° 1 in data 14 gennaio 2004, redatta dall’Ufficio proponente che è l’Area Pianificazione Urbanistica, dirigente il sottoscritto, ha per oggetto “Resti città Medievale di Cencelle – Atto di indirizzo”. L’assessore relatore è quello alla Cultura, avvocato Ernesto Tedesco

Premesso che:

  • come è noto la città di Centocelle (vulgo Cencelle) – costruita e consacrata da papa Leone IV nell’854 – ha costituito dal IX al XIII secolo il luogo di rifugio costruito dal Papa Leone IV della popolazione dell’omonima città romana (Centumcellae) saccheggiata dai saraceni, venendo abbandonata solamente agli inizi del Quattrocento a seguito della diversa situazione politico-amministrativa dei territori dello Stato Pontificio dalla quale è scaturita la rinascita della città portuale con il nome, nel frattempo acquisito, di Civita vecchia;
  • i resti della città, tuttora esistenti tra le colline alla sinistra della valle del Mignone, sono stati oggetto di recente di scavi da parte dell’École Française di Roma e della Università di Roma, che hanno consentito di rimettere in luce interessanti parti del tessuto urbano e individuare gli elementi costitutivi della città leonina (“Leopoli”);
  • le leggende settecentesche, riprese da alcuni storiografi municipali nell’Ottocento e ancora in parte persistenti nella tradizione popolare, sono state smentite dalla moderna critica storiografica che ha dimostrato l’infondatezza della leggenda sulla mitica figura del vecchio Leandro e sulla quercia affiancata dalle lettere O e C dello stemma cittadino;
  • rimane, tuttavia, molto forte nel sentimento dei cittadini di Civitavecchia il legame spirituale con l’antica città anche nella diversa ottica con la quale l’esodo e il trasferimento delle prerogative cittadine sono state inquadrate nella nuova interpretazione, nonostante il fatto che l’assetto politico-amministrativo scaturito dalle lontane vicende dei territori ha collocato i resti di Cencelle entro i confini del Comune di Tarquinia;

Considerato che:

  • il complesso urbano e monumentale dei resti archeologici di Cencelle appartengono allo stato attuale, a seguito di compravendite tra proprietari privati, ai signori Stendardi;
  • la valorizzazione pubblica del suddetto resti complesso archeologico riveste carattere prioritario, unitamente agli opportuni interventi di scavo, consolidamento e restauro, conservazione e tutela;
  • tali interventi non possono prescindere – anche ai fini dell’ottenimento di contributi da parte della Comunità Europea, dello Stato, della Regione e della Provincia – dalla proprietà pubblica delle aree interessate;
  • il Comune di Civitavecchia intende provvedere a tutte le opportune iniziative finalizzate a quanto detto in precedenza, anche in relazione alla possibilità di inserire il complesso stesso tra le attrattive del percorso turistico rappresentato dalla dismessa linea ferroviaria Civitavecchia-Capranica, il cui recupero quale percorso polivalente è stato accolto dalla Regione Lazio, dalle Province di Roma e di Viterbo e dai Comuni interessati quale opera da finanziare anche attraverso il PRUSST di cui Civitavecchia è il comune capofila;
  • in tali attività e iniziative, il Comune di Civitavecchia intende procedere di concerto e in piena armonia collaborativa con il Comune di Tarquinia, nel cui territorio ricadono al presente gli immobili in argomento, nonché con il Comune di Allumiere e con la Regione Lazio, interessati alle iniziative di valorizzazione;

Visto il decreto legislativo 267/2000;

Tutto quanto sopra espresso, si chiede a codesta spettabile Giunta Municipale di conferire il proprio indirizzo secondo la presente proposta se condivisa:

ATTO DI INDIRIZZO

  • dare mandato all’Assessorato alla Cultura in collaborazione con il Dipartimento Urbanistica-Area Pianificazione Urbanistica e Assetto del Territorio di provvedere a tutte le incombenze e di condurre le trattative con i signori Stendardi per l’acquisizione dell’area;
  • dare mandato al dirigente dell’Area Pianificazione Urbanistica, Arch. Francesco Correnti, di provvedere alla definizione delle attività tecniche e amministrative necessarie al conseguimento del risultato e ai dirigenti e funzionari delle altre Aree e Settori interessati (Ragioneria, Patrimonio, Cultura) di concorrere e collaborare per quanto di competenza a tali attività;
  • prendere comunque atto che la presente deliberazione non comporta, in questa fase, impegno di spesa per l’Amministrazione Comunale.

Beni comuni 87.1. Fig

La seconda proposta ha il protocollo interno n° 16  in data 9 aprile 2004. Ufficio Proponente: Dipartimento Urbanistica e Territorio. Relatori: Assessore Sandro Scotti e Assessore Ernesto Tedesco. Oggetto: “Concessione in uso temporaneo di locali per deposito reperti archeologici all’Università di Roma”.

Premesso che:

  • l’Università di Roma ha in corso lo scavo dei resti archeologici medievali della città di Centocelle-Leopoli, oggi nota come Cencelle, fondata nell’854 dal Papa Leone IV allo scopo di dare asilo ai profughi della città portuale romana di Centumcellae, assalita e distrutta dai Saraceni;
  • il suddetto scavo, oltre ad aver messo in luce la topografia e importanti resti architettonici della città, ha consentito il recupero di reperti di eccezionale interesse;
  • la Soprintendenza Archeologica per l’Etruria Meridionale e l’Istituto di Archeologia Medievale dell’Università hanno chiesto al Comune di Civitavecchia di poter depositare i materiali di scavo presso una struttura comunale idonea a custodire il materiale stesso e consentirne la catalogazione, lo studio e il restauro da parte del personale scientifico delle due istituzioni;

Considerato che:

  • già nel luglio 1976, per iniziativa di Francesco Correnti, Archilde Izzi e Fabrizio Pirani, erano state avviate le procedure per l’acquisto da parte del Comune di Civitavecchia della tenuta di Cencelle, all’epoca appartenente alla famiglia dei marchesi Sacchetti (corrispondenza con la marchesa Sacchetti in data 17luglio 1976);
  • di recente l’Amministrazione comunale ha ripreso contatto con gli attuali proprietari, signori Stendardi, per giungere alla auspicata acquisizione del complesso monumentale e archeologico;
  • l’accoglimento della richiesta sopra indicata di depositare i materiali di scavo presso una struttura comunale rappresenta un atto di rilevante valore culturale per la città di Civitavecchia che non può essere trascurato né rinviato;
  • i locali da destinare allo scopo suddetto possono essere individuati all’interno dell’Antico Ospedale in piazza Calamatta destinato dagli strumenti urbanistici vigenti ad attrezzature culturali e già sede della Biblioteca Comunale, dell’Archivio Storico Comunale e del deposito dei materiali di scavo della missione archeologica operante nel pagus etrusco della Castellina;
  • tali locali sono già stati opportunamente sistemati per tali finalità, dotandoli di cancelli e di arredi idonei;
  • peraltro l’attuale situazione proprietaria (la L.R. n° … ha attribuito l’immobile alla GE.PRA.) consente che il Comune possa concedere l’uso dei locali solo per un periodo limitato, subordinatamente cioè alla possibilità di permanenza delle stesse strutture comunali;

PROPONE DI DELIBERARE

  • concedere, l’uso temporaneo dei locali situati all’interno dell’Ospedale Vecchio in piazza Calamatta, subordinatamente alla possibilità di permanenza delle stesse strutture comunali;
  • dare atto che la presente deliberazione costituisce atto di indirizzo;
  • stabilire che, con successivo separato atto, l’Amministrazione comunale definirà le procedure per l’acquisizione del complesso monumentale e archeologico della città medioevale di Centocelle-Cencelle, secondo gli intendimenti più volte espressi;
  • dichiarare la presente immediatamente eseguibile

FRANCESCO CORRENTI                                                              (1 – segue alla prossima puntata)

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