RUBRICA BENI COMUNI, 85. COSTA CALISSE?
a cura di FRANCESCO CORRENTI ♦
Prima che lo dicano altri, avverto il lettore che questa è una puntata più bizzarra del solito. Molto autoreferenziale (e questo è capitato spesso), ha come titolo una domanda apparentemente poco comprensibile, per giunta con quei colori “mimetici” che per un verso alludono agli argomenti delle volte scorse e per l’altro vogliono proprio sottolineare la dichiarata intenzione di non rendere subito evidenti i nuovi temi di cui voglio trattare.
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«Progettare in comune» è stato ripetutamente il titolo – non molto originale ma doppiamente veritiero – delle mostre allestite nel corso degli anni nell’ampio foyer dell’Aula consiliare «Renato Pucci», per dimostrare ai nostri committenti o, se preferite, datori di lavoro, ossia ai cittadini di Civitavecchia, il buon lavoro (appunto) svolto nel precedente periodo di riferimento dal “loro” Dipartimento Territorio Urbanistica Beni Culturali e Ambientali e dal “loro” Ufficio Consortile Interregionale della Tuscia – che condividevano con i cittadini d’un altro centinaio di Comuni ed enti pubblici, tra Alto Lazio, Toscana ed Umbria.
«Progettare in comune» è anche il titolo della pubblicazione in cui sono raccolti ed illustrati, a dimostrazione, anche in questo caso, del buon lavoro e delle buone pratiche svolti per realizzare i numerosissimi – oltre 1500 – interventi pubblici e privati con il coordinamento o con l’intervento diretto del suddetto Ufficio Consortile in quel territorio indicato, nel corso dei ventiquattro anni intercorsi dall’8 ottobre 1998, data del decreto del Ministero dei Lavori Pubblici (poi delle Infrastrutture e dei Trasporti) che ha dato il via ai programmi innovativi in ambito urbano denominati “Programmi di riqualificazione urbana e sviluppo sostenibile del territorio” (PRUSST), che hanno visto Civitavecchia Comune promotore capofila del consorzio “Patrimonio di San Pietro in Tuscia ovvero il Territorio degli Etruschi”, con Viterbo, Pitigliano ed Orvieto, esteso alle province di Roma, Viterbo, Livorno e Terni, nelle tre regioni di appartenenza. Con la direzione generale ed il coordinamento dei piani di area vasta, piani urbanistici e progetti di opere pubbliche del sottoscritto (motivo evidente per cui ne parlo con tanta enfasi, dirà qualcuno, e lo ammetto).
Progettare in comune e di conseguenza anche ragionare in comune ed operare in comune – e cioè concertare, concordare, contribuire, collaborare, supportare, interagire, partecipare a qualcosa di utile nel comune interesse – è ancora oggi l’obiettivo e l’intendimento della mia attuale attività quotidiana, di cui sono parte gli articoli su SLB e questa rubrica “Beni Comuni”, svolta con i molti limiti e le difficoltà evidenti. Quella passata, che ho potuto fortunatamente svolgere insieme a tanti preziosi colleghi ed amici, è stata condotta attraverso gli studi, le ricerche, la documentazione, le elaborazioni e poi le mostre, le pubblicazioni e le iniziative di cui ho illustrato più volte le caratteristiche. Oltre che con le attività di monitoraggio e verifica svolte per conto dei vari enti pubblici e, in particolare, nel quadro dei doveri di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale della collettività che mi derivano dall’incarico onorario che mi è stato ulteriormente affidato dal Ministero della Cultura, iniziato nel 1992 e documentato nella mostra e nei due convegni svoltisi nella sede della Soprintendenza a Roma, in Palazzo Patrizi Clementi, dal 15 al 28 maggio 2019.

Si è trattato d’una retrospettiva sull’attività e gli studi illustrata affettuosamente dal prof. arch. Giovanni Carbonara, professore emerito dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e da diverse relazioni specifiche di altri relatori, che qui voglio ancora ringraziare per le parole espresse e, più ancora, per gli anni di leale amicizia, di cordiale vicinanza e di puntuale assistenza.
Proiettare tutto questo “fuori dal comune”, sentire da parte di altri, all’esterno del gruppo di lavoro, della cerchia dei collaboratori, del consesso di rappresentanti delle istituzioni per cui si opera, questa volontà di intesa non è facile. Questi anni di cosiddetto “lavoro agile”, che sarebbe stato un ottimo mezzo di semplificare alcune attività in altre epoche, con la costrizione dell’emergenza sanitaria da Covid-19, ha acutizzato gli effetti dell’isolamento, disabituato alla socialità, alla collaborazione e peggiorato le diffidenze che, in alcuni settori, hanno sempre caratterizzato i rapporti interpersonali, anche là dove non sussistono interessi diversi di carattere economico ma anche semplicemente rivalità culturali o di prestigio personale.
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Immagino che il Lettore, dopo aver letto i paragrafi precedenti, si sia chiesto di cosa gli stessi parlando, con fatti e modi non proprio di attualità. Il Lettore ha ragione ed ha colto la principale bizzarria della puntata, che è quella di essere in ritardo d’un paio d’anni. Infatti, le mie disquisizioni (comunque venate da una certa presunzione mista ad una incerta rassegnazione arrabbiata, dovute entrambe alle circostanze di allora) le ho scritte a maggio del 2022, quando avevo in effetti intenzione di pubblicarle. Mimetico ma non troppo, ho posto una “virgoletta di apertura” ed una “virgoletta di chiusura” in colore rosso e di corpo maggiorato prima e dopo i brani presi da quella puntata rimasta in gran parte inedita, perché l’amico con cui ci eravamo occupati di una certa questione aveva ritenuto preferibile attendere un momento più adatto. La copertina della puntata avrebbe dovuto essere la figura in alto a sinistra (di chi guarda) della figura di queste pagine e la questione riguardava alcune «Novità in Biblioteca (ed in Archivio)», come i due articoli apparsi su «Lazio ieri e oggi» (sul “Campanile di San Giulio e Sant’Egidio” e sulla “Stanza dipinta di Palazzo Manzi”), la scoperta del gruppo statuario di “Perseo, Andromeda e il mostro”, ed il progetto della Biblioteca di Bracciano Due – la “Bibliopterix” – dell’architetto Corrado Placidi, che fu la sola parte pubblicata nella Rubrica “Beni comuni” n° 16. Se ne vedono di tutti i colori, con Corrado Placidi. Un luogo per leggere e molto altro… il 16 giugno 2022.
L’argomento di maggiore interesse tra quelli di cui volevo trattare, però, era in realtà quello rappresentato in quella figura dalla veduta di piazza Leandra e dalle “due facce della medaglia” fatta realizzare dalla Zecca dello Stato in occasione del 50° Anniversario della morte di Carlo Calisse, commemorato solennemente nel giugno-luglio del 1995 (Nota 1). La veduta è la medesima che ho replicato sulla copertina di questa puntata, mentre le altre immagini della figura sono di contorno al tema della biblioteca, dei libri e delle ricerche in quei luoghi affascinanti (compreso uno schizzo del progetto d’una “sedia da caminetto per fumatore di pipa bibliofilo”). La veduta di Piazza Leandra è una delle sette incisioni dell’album Civitavecchia, opera di Umberto Prencipe (Napoli 1879-Roma 1962) che il Comune di Civitavecchia commissionò all’allora celebre artista nel 1936 per farne dono al senatore e grande storico Carlo Calisse in occasione del suo settantesimo compleanno.

E qui mi ricollego alla “domanda apparentemente poco comprensibile”, «Costa Calisse?», che potrebbe essere un quesito economico, ma in realtà è un preciso interrogativo rivolto al Comune di Civitavecchia ma anche a tutti noi, con un implicito «Cosa ne è stato?» e un oggetto sottinteso: «il dono» ed una parola bellissima che dovrebbe esprimere il nostro stato d’animo ma è pure un nome, per avere una frase completa che suona: «Cosa ne è stato del dono di Gioia Costa Calisse?»
Perché il fatto è questo: la signora Gioia Costa Calisse (!), figlia di Carla Calisse (!!) e pronipote di Carlo Calisse (!!!), ha donato al Comune di Civitavecchia proprio l’album Civitavecchia, opera di Umberto Prencipe, che il Comune di Civitavecchia aveva donato al grande storico Carlo Calisse nel 1936. Correva l’anno 2022 ed io ne fui il “gioioso” tramite, insieme a Giovanni Insolera, ma poi non è accaduto più nulla e forse del dono il Comune di Civitavecchia neppure lo sa. Da qui il titolo del 2022 mai pubblicato: «Novità in Biblioteca (ed in Archivio)». Sono certo che il sindaco Marco Piendibene, Stefania Tinti, Patrizio Scilipoti, Vincenzo D’Antò, Florinda Tuoro, Piero Alessi, Maria Antonietta Maucioni e Stefano Giannini, ed aggiungo Roberta Galletta con la sua delega, non lasceranno ignorato il dono, ma non dubito che sarà l’intero Consiglio, doverosamente, a rendere le dovute espressioni e manifestazioni di gratitudine a Gioia Costa Calisse (Nota 2), non dimenticando per il prossimo anno di ricordare ancora la figura inarrivabile di Carlo, a 80 anni dalla scomparsa (e ne saranno 30 dalla commemorazione del 1995!).
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Nota 1 – Con la deliberazione G.M. del Comune di Civitavecchia n° 833 in data 6 giugno 1995 sono stato nominato presidente del comitato scientifico per la commemorazione del 50° anniversario della morte dello storico e giurista Carlo Calisse (1859-1945). La commemorazione si è articolata in diverse attività ed eventi: la coniazione di una medaglia (con disegno del bozzetto) realizzata dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, la pubblicazione d’una monografia in “OC/quaderni del Cdu”, l’allestimento d’una mostra documentaria, la posa di corone alla Tomba di famiglia nel giorno dell’anniversario e la cerimonia nel Consiglio comunale di Civitavecchia alla presenza dei discendenti e con interventi del sindaco, di altri amministratori e di diversi studiosi, conclusi dal discorso ufficiale del prof. Luciano Osbat dell’Università della Tuscia e dalla distribuzione delle medaglie commemorative in argento a tutti i familiari presenti.
Nota 2 – Traduttrice e studiosa di teatro, si occupa di drammaturgia contemporanea. Ha collaborato con riviste e quotidiani fra cui Paese Sera, la Repubblica e l’Unità, e con le case editrici Costa & Nolan e Ubulibri.
Vicina alla scena contemporanea francese, promuove gli scambi culturali con l’Italia, tanto nel teatro quanto nelle edizioni. Ha curato Face à Face, Parole di Francia per scene d’Italia. Grazie alla traduzione e alle sue attività, ha fatto conoscere in Italia alcuni autori, fra i quali Alain Badiou, Daniel Danis, Olivier Cadiot, Jean-Luc Lagarce, David Lescot e Valère Novarina.
Nel 2011 è stata nominata da Frédéric Mitterrand Chevalier des Arts et des Lettres, ed ha ricevuto il Premio Nazionale per la Traduzione del Ministero dei Beni Culturali. Dal 2000 dirige l’associazione culturale Esplor/Azioni, che dà vita a progetti tra arte e teatro.
FRANCESCO CORRENTI
