Diario di viaggio – Normandia. Seconda tappa: Rouen.

di VALENTINA DI GENNARO

La nostra seconda tappa che ci fa approdare in Normandia è la bellissima Rouen.

Subito ci dirigiamo verso la sua splendida cattedrale, andiamo alla ricerca di una tomba, una tomba che contiene però solo  un cuore.

Tutti i Duchi di Normandia risiedettero a Rouen, a eccezione di Riccardo Cuor di Leone, che preferì sviluppare Caen come capitale, anche se il suo cuore si trova sepolto appunto nella Cattedrale di Rouen.

Il cuore di Riccardo si trova insieme alle spoglie mortali di Enrico il giovane.

Arriviamo sotto una pioggerella incessante. Condizioni atmosferiche che ci fanno subito entrare nel mood normanno, ma soprattutto sono un viatico per ricordare la storia dell’eroina che in questa città trovò la morte.

Giovanna D’Arco, la pulzella d’Orleans.

Giovanna fu condotta nella piazza del Mercato Vecchio di Rouen e fu data lettura della sentenza ecclesiastica.

Come cantava De André: “

Sono stanca della guerra ormai, al lavoro di un tempo tornerei a un vestito da sposa o a qualcosa di bianco per nascondere questa mia vocazione al trionfo e al pianto”

Tra le case a graticcio e i vicoli bagnati dalla pioggia Giovanna ha percorso i suoi ultimi passi, dopo un lungo processo per stregoneria ed eresia.

Parte del processo di Giovanna si basò anche sul provare l’effettivo stato di illibatezza della ragazza.

Fu infatti più volte sottoposta alle visite per constatare il suo stato di verginità.

L’illibatezza e la verginità femminile permangono ancora come miti inespugnabili.

Il terrore che gira intorno alla libertà sessuale è ancora tantissimo. Il fatto che ancora oggi una donna con una sessualità libera e soddisfacente sia vista con un occhio di giudizio ci fa capire che siamo ancora tutti responsabili dell’esistenza di questi concetti, come appunto la verginità.

Smettiamola di dire alle ragazzine che qualcuno si prenderà la loro verginità, o che perderanno la verginità. Altrimenti sembra che il primo rapporto sessuale ti porti via qualcosa che non ritroverai più. Invece il sesso dovrebbe essere all’insegna di cose che si acquisiscono e si imparano: una maggiore conoscenza del proprio corpo, del proprio piacere e della propria libertà.

Anche dopo aver superato la verginità come garanzia matrimoniale, siamo passati alla verginità come qualcosa, almeno per quanto riguarda le ragazze, da ammantare di romanticismo, quasi di sacro.

Insegniamo  ai nostri figli e alle nostre figlie la dignità del loro corpo autodeterminato.

Che sceglie per sé in modo consapevole e informato.

Sfatiamo anche quest’ultimo mito: Sfatiamo un mito: la verginità non esiste.

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VALENTINA DI GENNARO

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