“PESCI, PESCATORI, PESCIVENDOLI E CONSUMATORI” DI GIORGIO CORATI – Prospettiva del consumatore. Approccio “C0/C9” al consumo sostenibile dei prodotti della pesca (a sostegno della piccola pesca costiera oggetto del FEAMPA).
di GIORGIO CORATI ♦
L’articolo odierno, che segue i due precedenti,1 propone una soluzione per il consumatore in merito al comportamento di consumo, considerando l’adesione del consumatore stesso a un nuovo approccio al consumo sostenibile dei prodotti della pesca. Come verrà spiegato, l’”Approccio” intende promuovere un “comportamento di consumo rinnovato” ovvero porsi come utile a sostenere un consumatore informato proattivo e prosociale e, in sintesi, effettivamente riconosciuto e essere ascoltato come portatore di interesse attivo.
Abbiamo posto, in precedenza, se è possibile immaginare o pensare al futuro dell’attività umana di consumo di prodotti della pesca senza un costante e responsabile impegno in merito alla sostenibilità da parte del consumatore del proprio consumo. Si è posta la domanda rispetto al consumatore dei prodotti della pesca di origine locale quale portatore di interesse attivo e al ruolo di un consumatore informato, prosociale e proattivo a sostegno della piccola pesca costiera oggetto del Fondo europeo FEAMPA 2021-2027.2
Va considerato, inoltre, che il consumatore è sempre più spinto verso nuove modalità di consumo e stimolato verso stili di comportamento che talvolta, se non spesso, possono anche essere generalmente ritenuti non sostenibili se si considerano le minacce degli effetti negativi del consumo sul mantenimento dell’equilibrio esistente tra specie ittiche in termini di biodiversità.
Alla domanda, per essere brevi, ognuno può rispondere a proprio modo con la propria visione.
È, tuttavia, difficile disconoscere il legame esistente tra il consumatore e le risorse ittiche.
Le risorse ittiche, comunque al centro dell’interesse pubblico, possono essere considerate le beneficiarie di priorità di intervento e di azioni efficaci in termini di produzione sostenibile, mentre l’adozione e l’attuazione di “buone pratiche” da parte del consumatore possono esserlo in termini di consumo sostenibile e apportare un contributo rilevante ai temi oggetto delle priorità, degli obiettivi e delle azioni del FEAMPA rispetto al contesto dell’attività alieutica della piccola pesca costiera. Tutto ciò, in una visione connessa al concetto del paradigma dell’economia circolare.
Quale bene comune da salvaguardare e tutelare, le risorse ittiche hanno un’importanza rilevante come fonte alimentare e come “fattore di produzione di ricchezza”, oltre che rimarchevole in particolare per l’attività della piccola pesca costiera e in generale per coloro che sul mercato sono gli artefici della disponibilità quotidiana di tale cibo.
Quale prospettiva ha dunque il consumatore se consideriamo a) che, mentre da un lato il crescente consumo di alcune specie ittiche è giunto a livelli molto prossimi all’insostenibilità nel tempo del consumo stesso, dall’altro si rileva in quanto evidente il mancato o lo scarso utilizzo di specie meno note, per le quali occorre maggiore informazione al fine del loro utilizzo, e se consideriamo b) che l’equilibrio tra le specie ittiche in termini di biodiversità è fortemente minacciato e il rischio sempre più concreto è quello di vedere assottigliate le quantità di pescato disponibili già anche per la soddisfazione dei bisogni alimentari nel momento attuale?
Una soluzione che qui proponiamo è un innovativo Approccio “C0/C9” al consumo sostenibile dei prodotti della pesca da cattura locale (vedi, Tabella 1 in fondo) ovvero un “Codice di buone pratiche di consumo”. Il Codice è basato su modalità di consumo adattate da strategie di economia circolare proposte da uno studio (Potting, Hekkert, Worrell, & Hanemaaijer, 2017)3 in cui è sviluppato un quadro concettuale sul ruolo dell’innovazione nelle transizioni da un’”economia lineare” verso un’“economia circolare” nelle catene di prodotti e che, definisce delle strategie di circolarità all’interno della filiera produttiva in ordine di priorità.
L’Approccio “C0/C9” può rivelarsi utile per il consumatore nel contesto del mercato dei prodotti della pesca e dell’Economia Blu, perché promuove un “comportamento di consumo rinnovato” ovvero può essere utile a sostenere un consumatore che intende essere informato, proattivo e prosociale.
Il Codice definisce modalità di consumo sostenibile che sono supportate da “buone pratiche” avviate dal consumatore in autonomia “dal basso verso l’alto” ovvero da azioni concrete, denominate “AttuAzioni C0/C9”, che sono intese e considerate azioni facenti parte di un processo continuo, i cui effetti possono anche essere valutati e come risultati anche valorizzati nel contesto del concetto di sostenibilità.
La visione dell’Approccio “C0/C9” pone il comportamento di consumo lungo la transizione dal modello dell’“economia lineare” (dall’“AttuAzione C9”) verso il paradigma dell’economia circolare (all’“AttuAzione C0”) cioè, in ordine di priorità, l’utilizzo degli “scarti biologici”, la riduzione del consumo di specie considerate maggiormente commerciali dall’attività di pesca ovvero specie più sfruttate commercialmente dalla pesca e una minore pressione esercitata sulla capacità di. riproduzione e di rinnovamento delle specie ittiche – dando anche importanza alla cosiddetta “stagionalità del pescato” – possono tendere a favorire l’utilizzo di specie cosiddette “minori” e di quelle considerate “di scarto”, nonché la sostenibilità del consumo attuale e futuro. Si tratta della sostenibilità del consumo attraverso il cambiamento del concetto di “consumo fine a se stesso”, della conseguente implementazione di “buone pratiche” di consumo, nell’evoluzione verso un “comportamento di consumo rinnovato”, fino al raggiungimento di un comportamento prosociale di consumo a sostegno sia del mantenimento di un buono stato di biodiversità sia della sostenibilità del consumo intra- e intergenerazionale.
Il Codice consta di tre tipologie di “macro azioni” che si distinguono per obiettivo in “consumo ottimale dei prodotti della pesca”, “rispetto del ciclo di vita naturale delle specie ittiche”, “massimizzazione del valore delle specie ittiche e utilizzo degli scarti”. Alle “macro azioni” fanno riferimento dieci tipologie di “AttuAzioni C0/C9”, caratterizzate da un approccio tattico o strategico, motivate, definite e tra loro correlate che sono finalizzate al raggiungimento dell’obiettivo a cui sono associate e concorrono all’obiettivo generale.

Nota generale dell’Approccio “C0/C9” al consumo sostenibile dei prodotti della pesca
Prima ancora di introdurre alla conoscenza delle singole “AttuAzioni” proposte, si rimarca che l’ottica dell’Approccio “C0/C9” pone il comportamento di consumo lungo la transizione dal modello dell’economia lineare, dall’“AttuAzione C9”, verso il paradigma dell’economia circolare, all’“AttuAzione C0”. La logica di attuazione considera, in ordine di priorità, la massimizzazione del valore e l’utilizzo dello “scarto”; la riduzione del consumo di specie considerate di pregio o maggiormente commerciali dall’attività di pesca ossia specie più sfruttate commercialmente, nonché una minore pressione esercitata sulla capacità di riproduzione e di rinnovamento delle specie ittiche, dando anche importanza alla cosiddetta “stagionalità del pescato”; un maggior utilizzo di specie cosiddette “minori” e di quelle considerate di “scarto”, per favorire nel flusso del tempo la sostenibilità del consumo. Si tratta della sostenibilità attraverso il “cambiamento” di un concetto diremo di “consumo fine a se stesso”, compiuto spesso in modo meccanico, frettoloso e, a volte, senza un’effettiva intenzionalità; della conseguente adozione o attuazione di “buone pratiche”, nell’evoluzione verso un “comportamento di consumo rinnovato”, fino al raggiungimento di un comportamento prosociale di consumo a sostegno sia del mantenimento di un buono stato di biodiversità sia della sostenibilità del consumo intra- e intergenerazionale.
Le “AttuAzioni “C0/C9”, che potrebbero rivelarsi realisticamente adeguate nel flusso del tempo, sono utili quali “mezzi” per il raggiungimento dell’obiettivo della “Macro area” a cui sono associate, per il raggiungimento dello scopo o del fine nella cui visione sono sia pensate sia attuate, nonché al raggiungimento dell’obiettivo generale dell’Approccio “C0/C9” stesso (vedi, Tabella 1).
Nel prossimo articolo tratteremo di ”Priorità, Obiettivi specifici e Azioni del FEAMPA” e di “Analogie tra Priorità 1 e 3 dello stesso FEAMPA e PN dell’Italia e Approccio “C0/C9””. Successivamente giungeremo alle Conclusioni.
GIORGIO CORATI
