“PESCI, PESCATORI, PESCIVENDOLI E CONSUMATORI” DI GIORGIO CORATI – Stock ittici e “Consumo responsabile”
di GIORGIO CORATI ♦
Una promozione tra i consumatori verso un comportamento di “consumo responsabile” dei prodotti della pesca è un tema su cui si dibatte, perché è sempre più importante l’assunzione di maggiore consapevolezza riguardo al concetto di “utilizzo sostenibile”.
Un articolo pubblicato su Internet1 riporta che il “consumo responsabile” “è fondamentale per ridurre la pressione di pesca e supportare anche un ecosistema marino più resiliente al cambiamento climatico”, mentre la crescente richiesta di prodotti ittici sollecita e insidia gli stock ittici del Mediterraneo, il 58% dei quali è in condizioni di sovrapesca.
Nell’Unione europea l’attività della pesca è gestita nel quadro della Politica Comune della Pesca (PCP). Ai fini dello sfruttamento sostenibile delle risorse biologiche marine, l’Unione disciplina2 “l’accesso alle sue acque, l’assegnazione e l’utilizzo delle risorse, i totali ammissibili di catture, la limitazione dello sforzo di pesca e altre misure tecniche”.
Dato uno stock ittico, che è la frazione sfruttabile di una specie ai fini della cattura, il suo sfruttamento sostenibile deve essere gestito secondo il principio del Rendimento Massimo Sostenibile – si utilizza il termine Maximum Sustainable Yield, MSY. Si tratta, di fatto, di gestire nell’ottica di garantire la sostenibilità a lungo termine dal punto di vista economico, ambientale e sociale. Tale principio è legato a pareri scientifici disponibili sulle specie ittiche oggetto dell’attività di pesca e al cosiddetto approccio precauzionale. Tramite tale approccio sono adottate misure mirate alla conservazione delle specie, anche qualora le informazioni scientifiche manchino di dati sufficientemente certi o puntuali. A monte di tutto ciò vi è la determinazione per l’assegnazione preventiva, ogni fine anno, del Totale Ammissibile di Catture (TAC), cioè dell’assegnazione dei quantitativi di cattura per ciascuna di quelle specie che compongono la maggior parte delle specie ittiche commerciali.
Soprattutto nel periodo estivo, che in genere è caratterizzato da un aumento della domanda, e dunque del consumo, il rischio che ciò alimenti eccessivamente le quantità delle catture è sempre incombente.
Cosa fare, dunque, potrebbe chiedersi il consumatore.
Considerando che la domanda nel suo complesso si indirizza fortemente su alcune specie in particolar modo, allora una soluzione può essere data dalla diversificazione nella tipologia di scelta, che può essere attuata, decidendo a quale tra i molteplici prodotti ittici accordare una nuova preferenza e poi, di volta in volta, decidere per una nuova specie, anche non nota, magari partendo dalla semplice curiosità di conoscerla.
Ovviamente è richiesta una maggiore variabilità di specie in termini di offerta di mercato.
Informazione e consapevolezza giocano un ruolo importante verso l’attuazione di un “consumo responsabile”. Tale “pratica” dell’agire del consumatore impone un ripensamento nelle scelte, dei modi e delle modalità di consumo e il passaggio da una logica soggettiva di prezzo più conveniente o di praticità fine a se stessa a una visione olistica, cioè una visione che pone anche maggiore attenzione alla diversità di specie (biodiversità), coniugandola con i costanti bisogni propri dei consumatori sia della generazione attuale sia di quelle future.
Si tratta di intraprendere e attuare un comportamento di “consumo virtuoso”, privilegiando specie provenienti per quanto possibile da catture locali; inoltre, l’utilizzo di “pescato di stagione” può rivelarsi strategicamente rilevante, al fine di permettere alle dimensioni delle popolazioni ittiche, sulle quali si incentra l’attività di pesca commerciale, di mantenersi costanti ed entro limiti biologici di sicurezza. Tra le specie, sarebbe bene privilegiare quelle con un ciclo vitale naturale “breve” e quelle con taglia più che superiore alla taglia minima prevista per legge. Tali approcci tendono a sostenere la riproduzione naturale delle specie, un più rapido accrescimento e il loro reclutamento nella biomassa produttiva che è la dimensione totale della popolazione di una specie da cui determinare lo stock.
GIORGIO CORATI
