“VERRANNO DI NOTTE”

di MARINA MARUCCI ♦

Dopo aver visto e sentito la toccante intervista della senatrice Liliana Segre,  trasmessa dal programma In Onda sul canale la Sette, intervista svolta da Marianna Aprile, con tutta la sua sensibilità di donna, ho provato un brivido  lungo la schiena. Invito i lettori del blog ad ascoltare attentamente le sue parole, sentirle come fossero  un pugno nello stomaco, come un grido di dolore  da chi ha vissuto sulla pelle e dentro l’anima l’indicibile a  Auschwitz. La Senatrice afferma che l’antisemitismo è sempre stato latente nel nostro paese, come anche in Europa, ma ora non ci si vergogna più  a dirlo, non ci si vergogna più di nulla, perché sdoganato da un governo di destra  e si chiede: “dovrò essere cacciata di nuovo dal mio paese?”.

La domanda è provocatoria o retorica  ma se il clima è questo,  e una parte delle nuove generazioni, la  probabile futura  classe dirigente, ne condivide  il razzismo, l’odio, e il nazismo, tipo il movimento giovanile della premier, fenomeno non solo italiano, non c’è da aspettarsi nulla di buono. Ci si rende conto soltanto ora che la maggior parte dei nostri  giovani non conosce la storia, soprattutto quella del novecento, prima e dopo la seconda guerra mondiale  e che  le esternazioni  come quelle di Gioventù Nazionale,  vengono spesso sottovalutate e derubricate a folclore o a ragazzate, mentre vengono demonizzate le manifestazioni di piazza pro- Palestina.

Nel libro di Paolo Rumiz, “Verranno di notte. Lo spettro delle barbarie in Europa” che esorto a leggere, si parla di un fascismo estraneo alla vecchia  ideologia e affamato di potere, un fascismo rapace che ha la pretesa di cancellare la memoria, di riscrivere la storia, che l’autore definisce non  più fascismo ma barbarie, cioè le nuove barbarie, dove non esiste più l’ascolto verso l’altro  ma soltanto la sopraffazione nei confronti del più debole, del diverso, dell’emigrante, del povero, dell’emarginato. Questa purtroppo è la realtà, o almeno una parte di essa e trovo veramente “miracoloso” che  nel nostro micro cosmo il centro sinistra o campo largo, come vogliamo chiamarlo, abbia vinto le elezioni amministrative svolte a Civitavecchia il  24 giugno. “Bisogna crederci, e noi lo abbiamo fatto” mi è stato risposto  alla mia incredula domanda se era  reale la notizia della vittoria del candidato sindaco Marco Piendibene, e penso che queste parole siano la migliore sintesi di una campagna elettorale dura e difficile. Qualcuno, dopo il responso delle urne ha parlato di tenere presente, nello svolgere il compito di amministrare la città,  del Capitale Sociale. Io oserei chiamarlo Capitale Umano, inteso non soltanto come rete di associazioni culturali o di volontariato presenti nel territorio, ma un nuovo modo di coinvolgere le persone che, nell’ambito culturale, non si limiti alle sole sagre,  ai mercatini e quant’altro di simile. I nuovi amministratori dovrebbero tener conto di un diverso approccio  per sollecitare e costruire una cittadinanza attiva,  quale recuperare la memoria storica della città e tessere l’ordito di una tela che coinvolga le realtà culturali e sociali presenti, senza steccati , una strada che il presente blog sta percorrendo da vari anni. Una memoria che, proprio per le considerazioni descritte prima, ha bisogno di essere rivalutata, rinvigorita come , per esempio, il recupero  di personaggi uomini e soprattutto di donne importanti ed illustri del territorio, che con il loro impegno hanno contribuito a migliorare la vita di tutti  noi.  E’ necessario essere dei visionari pragmatici ed elaborare una strategia  culturale complessiva, per quello che si vuole offrire alla città, decidendo di volta in volta le tematiche da approfondire, la musica da proporre, il teatro da rappresentare, in un insieme coeso, e non estemporaneo o casuale. Premi al giornalismo, come quello intestato a  Eugenio Scalfari, o quello alla poesia dedicato a Biancamaria Frabotta , che hanno portato Civitavecchia  alla ribalta  dei  giornali nazionali, coinvolgendo  giornalisti, autrici e autori molto conosciuti, andrebbero  sistematizzati e inseriti, a mio parere, in un progetto sviluppato  anche  in  collaborazione con le scuole, fucina delle nuove generazioni. Suggerisco anche di valorizzare la biblioteca comunale che dovrebbe assumere  un ruolo centrale, evitando il rischio dell’autoreferenzialità,  difetto di un certo modo di intendere la cultura. Credo che nel risultato elettorale, oltre le posizioni dettate dalle coalizioni,  abbia influito anche un modo oserei dire “trasversale” di intendere il coinvolgimento politico, anche se i dati dell’affluenza  non sono stati incoraggianti, ma sono convinta che Spazio Libero Blog stia arando un terreno ancora da seminare.

Proprio“ Quando tutte le fisarmoniche della notte sembrano suonare assieme” Paolo Rumiz intravede la luce, la fiducia nella forza della parola : “Quelli come me non hanno che parole da offrire. Ma le parole non sono poco, in questo sconfortante silenzio”.

MARINA MARUCCI