“PESCI, PESCATORI, PESCIVENDOLI E CONSUMATORI” DI GIORGIO CORATI – Giornate Mondiali dell’Ambiente e degli Oceani
di GIORGIO CORATI ♦
La settimana di giugno 2024 appena trascorsa ha visto lo svolgersi di importanti Giornate dedicate alla sostenibilità degli ecosistemi. “Sensibilizzazione” sembra essere stata la parola d’ordine.
Il 5 giugno si è svolta la Giornata Mondiale dell’Ambiente, istituita durante la Conferenza sull’Ambiente Umano tenutasi a Stoccolma nel 1972.1
È un importante evento annuale, condotto dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), che intende sensibilizzare l’opinione pubblica sulle questioni ambientali. Quest’anno la celebrazione è stata incentrata sul ripristino del territorio, la lotta alla desertificazione e la resistenza alla siccità.2
Alcuni giorni dopo, si è celebrata la Giornata Mondiale degli Oceani, istituita nell’ambito della Conferenza Mondiale su Ambiente e Sviluppo (nota come “Summit sulla Terra”) tenutasi nel 1992 a Rio de Janeiro. La “Giornata” [dell’8 giugno] “costituisce l’occasione per riflettere sui benefici che gli oceani sono in grado di fornirci e il dovere che incombe su ogni individuo e sulla collettività di interagire con gli oceani in modo sostenibile, affinché siano soddisfatte le attuali esigenze, senza compromettere quelle delle generazioni future” (ISPRA).3
Si tratta di temi e questioni che interessano la vita sul Pianeta nello svolgersi della quotidianità. Sebbene problemi e difficoltà personali quotidiani interferiscano sulla loro più ampia comprensione, tuttavia proprio tali Giornate aiutano alla riflessione in merito.
D’altronde da molti anni si susseguono campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle questioni ambientali e, ad esempio, si lanciano moniti rigorosi alla responsabilità nel modo di consumare e su cosa e come fare per eliminare il più possibile scarti e rifiuti, consideratone il crescente aumento dovuto certamente anche all’aumento demografico mondiale.
È noto, che l’aumento dei consumi, di molte materie prime e prodotti – tra questi vi sono anche molti prodotti della pesca –, è riconducibile a livelli prossimi all’insostenibilità nel tempo, se pensiamo che a farvi fronte è la capacità della Terra di fornire le materie prime naturali di cui l’uomo ha bisogno per produrre. Ciò di cui si parla e si ammonisce da tempo è che la Terra non ha più la capacità di farvi fronte in tempi naturali normali, ragionevoli. Rispetto a ciò, ossia a tale tendenza che si rivela negativa, il tema della sostenibilità del consumo nel flusso del tempo assume sempre più rilevanza e certamente necessita particolare attenzione. In questo contesto, è ormai fuori di ogni ragionevole dubbio che il consumatore può intervenire con il proprio comportamento di consumo: ad esempio, può essere portatore attivo e fautore di concetti importanti, quali biodiversità e sostenibilità, e porsi come facilitatore di un “cambiamento” in termini di offerta al consumo. Anche la richiesta di nuove metodologie, di migliori tecnologie possibili e di strategie di produzione – un esempio, sono le strategie dell’economia circolare4 – sono da considerare. Ciò vale anche se si ritiene che il comportamento di consumo sia mosso da motivazioni soggettive, associate al legittimo interesse personale. La realtà quotidiana, tuttavia, assimilabile a verità che si svela, dovrebbe condurre ragionevolmente i consumatori a riflettere se sia importante adeguare la propria visione o assumerne una diversa oppure una che abbia natura di lungimiranza che pone in discussione la capacità del livello del consumo attuale di essere protratto nel tempo.
