“PESCI, PESCATORI, PESCIVENDOLI E CONSUMATORI” DI GIORGIO CORATI – Il mercato del pesce. Civitavecchia.
di GIORGIO CORATI ♦
A Civitavecchia, il consumo di pesce selvatico è legato ad abitudini o consuetudini alimentari e a una interessante tradizione gastronomica, che sono sostenute dall’attività della flottiglia peschereccia locale.
La flottiglia è stanziata nella parte più interna e antica del Porto di Civitavecchia, cioè la Darsena romana – un piccolo porticciolo di forma rettangolare progettato circa 2000 anni fa dall’architetto Apollodoro di Damasco.
L’attività di pesca vanta una storia plurisecolare, articolata e più ricca di momenti salienti rispetto a quelli delle non meno importanti flottiglie pescherecce del Compartimento marittimo di Civitavecchia, che oggigiorno sono stanziate a Marina di Montalto di Castro, a Santa Marinella e a Ladispoli. L’interesse per questa tipologia di attività, oltre che in termini di economia in senso lato, va individuato anche sotto l’aspetto umano associato ai pescatori stessi. Nel corso del tempo, essi sono stati protagonisti di vicende, in alcune località hanno accresciuto la popolazione esistente e hanno trasmesso memorie che ancora oggi, nonostante difficoltà di vario genere, consentono di poter fare apprezzare il buon pescato locale. Si tratta di un pescato, da più parti ritenuto ottimo per le sue qualità organolettiche, catturato nella colonna d’acqua, ma per lo più sul fondale marino che lungo la costa tirrenica locale è caratterizzato da una continua alternanza di rocce, fango, sabbia e prateria di Posidonia oceanica.
L’attività dei pescatori si svolge generalmente dal lunedì al venerdì, non considerando eventuali restrizioni e limitazioni di varia natura che contengono fortemente l’attività. Le uscite in mare avvengono nelle primissime ore del giorno e prevedono il rientro in darsena nel pomeriggio, in genere non più tardi delle 16,30. Delle quarantuno imbarcazioni in attività e iscritte nel Compartimento marittimo di Civitavecchia (ndr.), diciassette, conosciute localmente come paranze, impiegano la rete a strascico a divergenti con un equipaggio medio di tre pescatori. Queste sono le imbarcazioni considerate genericamente come le “principali” dell’attività locale. Nell’arco di ciascuna bordata di pesca, la rete è calata in mare ben quattro volte. Altre quindici imbarcazioni operano la piccola pesca con l’utilizzo di tramaglio o di palangaro fisso, mentre due operano con il cianciolo. Infine, sette imbarcazioni sono delle unità polivalenti, cioè che operano diversi tipi di pesca nel corso dell’anno, in base alla stagione e alle condizioni meteorologiche.1
All’interno del porto di Civitavecchia, nella citata antichissima area della Darsena romana, è ubicato anche l’edificio che ospita l’Asta collettiva del pesce,2 luogo fisico in cui avvengono le contrattazioni di vendita all’ingrosso del pescato quotidiano prima di essere destinato anche alla vendita al minuto. L’Asta è il mercato di riferimento della flottiglia peschereccia locale che opera con rete a strascico a divergenti. È regolata con la registrazione elettronica di tutti i dati relativi al pescato e ai prezzi contrattati. Il meccanismo di vendita prevede prezzi base con offerte di prezzo “a salire”, da parte dei partecipanti autorizzati alle contrattazioni, che possono riguardare un singolo lotto oppure l’intero pescato di un singolo peschereccio (ndr.). Tale importante mercato valorizza e sostiene, di fatto, la vendita dei prodotti della pesca locale. Tuttavia, la tendenziale limitatezza nella numerosità di compratori grossisti e distributori locali, almeno da quanto si osserva, nonché la mancanza di imprese locali di lavorazione e di trasformazione del pescato, contribuiscono tendenzialmente a determinare la scarsità delle quantità di pescato vendute ai consumatori finali locali, mentre i valori delle contrattazioni all’asta determinano anche l’esito dei prezzi giornalieri al consumo minuto (ndr.).
In area comunale, il mercato ittico di Civitavecchia, detto “mercato del pesce”, è senza dubbio il più rilevante del litorale tirrenico a nord di Roma (rispetto a quelli di Ladispoli, Santa Marinella, Montalto di Castro e, in minima parte, Tarquinia). Lo storico Mercato ittico è ubicato all’interno di una struttura muraria che risale al 1904 che è stata ristrutturata nel 2019. Il Mercato è inserito nel più ampio e antico Mercato civitavecchiese di San Lorenzo, situato nel cuore del centro storico intorno a Piazza Regina Margherita. La sua area, detta “piazza”, è andata formandosi dopo il 1884 in seguito all’abbattimento della cinta muraria che segnava il confine tra la città e la campagna circostante.
La pesca è uno dei settori dell’economia di Civitavecchia. La sua importanza anche dal punto di vista sociale e culturale è notevole, se si considerano anche le tante vicende riportate storicamente nel corso del tempo, oltre che la capacità di esprimere un mercato locale, dal quale dipendono molte persone ma anche un certo prestigio per la città.
Difficilmente si può fare a meno del pescato nell’alimentazione e nella tradizione gastronomica e, altrettanto, è impossibile pensare a un mondo senza pescatori. Tuttavia, tra i temi e le questioni in merito al settore dell’attività primaria della pesca, un tema peculiare riguarda proprio il ricambio generazionale. Così come in molti altri settori, in genere legati ad attività artigiane, allo stesso modo e forse in maniera ancor più preoccupante, le nuove generazioni sembrano esitare o non essere attratte dal mestiere di pescatore. Certo, non si può far finta che questo lavoro, come altri, forse più di altri, è particolarmente faticoso, permeato di difficoltà di vario genere e di conflittualità in seno al mercato globale. Pur tuttavia, è auspicabile che vi siano giovani che si appassionino all’attività, possano riconoscere e apprezzare il ruolo importante che il mestiere comporta e prendere in considerazione quanto sia vitale per l’uomo il legame tra il mare e i suoi ambienti naturali quali propri alleati nella vita sul pianeta. Un legame che si manifesta anche tramite un utilizzo sociale sapiente delle risorse ittiche.
GIORGIO CORATI
