“PESCI, PESCATORI, PESCIVENDOLI E CONSUMATORI” DI GIORGIO CORATI – Sul ciclo vitale naturale delle specie ittiche

di GIORGIO CORATI ♦

Lo studio “Valutazione dell’Ecosistema del Millennio”, al paragrafo “opzioni per il futuro” (Millenium Ecosystem Assessment, 2005)1 sostiene che […] “le comunità locali sono molto più propense ad agire in modo da conservare le risorse naturali se hanno una qualche influenza nel processo decisionale che ne stabilisce l’utilizzo, e se possono trarne una giusta porzione di benefici” (p.31).

In Elementi di economia e gestione della pesca, Massimo Spagnolo (2017)2 scrive che “le risorse ittiche sono risorse naturali rinnovabili, in quanto oggetto di un flusso riproduttivo pari al saldo tra natalità e mortalità naturale che, a certe condizioni, ne assicura la sopravvivenza” (p.26). Si tratta di una relazione in termini di equilibrio biologico, nel cui contesto l’attività della pesca svolge un ruolo importante. La sua azione di cattura che, continua Spagnolo, “riduce il saldo naturale in misura pari” alla “mortalità da pesca”,3 si lega al comportamento di consumo. Le risorse ittiche possono, dunque, incorrere nella possibilità di esaurirsi.

I prodotti della pesca sono il risultato dell’attività di cattura in mare di varie specie o meglio di varie popolazioni ittiche considerate limitatamente in termini di stock4 ossia di frazione sfruttabile.

Date le dinamiche riproduttive del ciclo vitale naturale e la variabilità del ciclo stesso da specie a specie, l’ampiezza della popolazione (quale biomassa) di una specie ittica e il suo tasso di accrescimento dipendono dal tasso di mortalità naturale (che incide in termini numerici) e da parametri ambientali dell’areale marino (ad esempio, da abitudini alimentari delle altre specie) (Spagnolo, 2017). Ciascuna specie accresce e si incrementa numericamente durante la fase di reclutamento, in cui gli individui diventano adulti (maturi), determinando l’incremento della risorsa sfruttabile (per la cattura e il conseguente consumo) di ciascuna popolazione. Di particolare rilievo, come detto, è la “mortalità da pesca” che tende a essere molto incisiva in termini di volumi estratti e ciò in particolare su alcune determinate (e molto note) specie, anche quale effetto del comportamento di consumo.

La riproduzione e il rinnovamento sono fasi che avvengono in periodi di tempo definibili5 e determinano quantità variabili di individui in termini di disponibilità di risorsa a fini alimentari. In questo senso accrescimento e riduzione della frazione di popolazione ittica utilizzabile (stock) sono determinati dal livello di sfruttamento (Spagnolo, 2017). Il depauperamento e il consumo di individui che non hanno avuto modo di potersi riprodurre o rinnovare e di potersi accrescere, nonché il consumo sostenuto di individui reclutati, rientrano tra quelle pratiche dell’uomo che tendono a determinare la riduzione o l’impoverimento tendenziale in senso lato delle popolazioni ittiche. Ciò che si osserva è che la dimensione della taglia degli individui maturi catturati tende a diminuire nel corso del tempo: la cattura e il consumo riguardano individui di dimensioni man mano ridotte, pur nel rispetto della taglia minima di cattura e vendita prevista per legge. Poiché vi è un limite oltre al quale il consumo di una risorsa ittica diventa biologicamente insostenibile, la gestione pubblica della stessa è attuata considerando, tra l’altro, il cosiddetto “principio di precauzione”,6 che è legato all’incertezza di informazioni puntuali su molte specie ittiche. Tale incertezza deriva dalla carenza di raccolta dati e di monitoraggio di dati scientifici complessivamente soddisfacenti e condivisi e, in generale, all’incertezza stessa sul buono stato (“di salute”) degli ecosistemi marini. In questi termini, misure strategiche e molteplici studi scientifici sono stati intrapresi con l’obiettivo di migliorare la conoscenza.

Nell’ottica del rinnovamento delle popolazioni e di un buon equilibrio dimensionale, oltre che quello tra specie, dunque il concetto di “pescato di stagione” assume rilievo per quanto detto. Alla stessa stregua dei prodotti agricoli, si tratta di dare prioritariamente la preferenza di consumo alle singole specie “obiettivo”, rispettando il loro proprio ciclo vitale naturale5 e, dunque, considerando tale periodo come quello in cui evitare il più possibile il loro consumo, attuando in tal modo un’azione da intendersi come una buona pratica, al fine di minimizzare l’impoverimento tendenziale di ciascuna specie: ossia attuando una rotazione vera e propria tra le specie che entrano nelle decisioni di consumo.

In breve, così come avviene in natura per i prodotti agricoli, anche per le specie ittiche sono importanti i tempi di riproduzione, di rinnovamento, di accrescimento e di reclutamento ai fini della loro disponibilità attuale e futura (soprattutto in termini di quantità non sfruttate). Da ciò può dipendere il mantenimento di un buon equilibrio naturale tra le varie specie a livello di catena trofica e in termini di biodiversità. Inoltre, quanto detto può, in generale, implicare il riconoscimento da parte di tutti di un’adeguata dignità per una risorsa naturale quale alimento prezioso per l’uomo e per l’economia, nonché per l’ambiente naturale a livello di comunità in cui insiste l’attività di pesca, oltre che comportare la disponibilità nel corso del tempo della preziosa risorsa ittica che è di fatto un bene collettivo ossia un bene comune.

GIORGIO CORATI

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Bibliografia

[1] Millenium Ecosystem Assessment (2005, p.31). Vivere al di sopra dei nostri mezzi: Patrimonio naturale e benessere umano. Dichiarazione finale del Board.

2 Spagnolo, M. (2017). Elementi di economia e gestione della pesca. Milano: FrancoAngeli.

3 Per approfondimenti vedi, Sito web consultato il 06 maggio 2024:

https://indicatoriambientali.isprambiente.it/it/pesca/tasso-di-sfruttamento-da-pesca-delle-risorse-ittiche-nazionali

4 Per approfondimenti vedi, Sito web consultato il 06 maggio 2024:

https://www.consilium.europa.eu/it/policies/eu-fish-stocks/.

5 Sulla “questione della stagionalità nel consumo”, vedi, https://spazioliberoblog.com/2024/03/28/pesci-pescatori-pescivendoli-e-consumatori-di-giorgio-corati-i-bisogni-la-questione-della-stagionalita-nel-consumo/.

6 Per approfondimenti vedi, Sito web consultato il 06 maggio 2024:

https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=LEGISSUM:precautionary_principle.