Israele sta perdendo la guerra

di ANNA LUISA CONTU

Credo che la guerra contro Hamas si stia mettendo male per Israele. Certo avrebbe potuto usare la bomba atomica come suggeriva qualche ministro del governo Netanyahu. Avrebbero raggiunto lo scopo di sconfiggere Hamas e nello stesso tempo fare la pulizia etnica di Gaza ed eliminare i palestinesi che la abitano. Non l’hanno fatto e una ragione ci sarà. Forse la forza di una opinione pubblica mondiale che non avrebbe tollerato? Così come non tollera la distruzione che l’IDF , l’esercito israeliano sta facendo: i bombardamenti indiscriminati, la distruzione di ospedali, scuole, luoghi di culto, abitazioni. L’affamare milioni di persone, uccidere bambini, impedire ogni attività e ogni aiuto umanitario. La guerra di propaganda Israele l’ha persa di fronte all’opinione pubblica mondiale e anche l’amministrazione Biden ha preso coscienza di quando il rifiuto di cessare i bombardamenti e addivenire ad una tregua stia alienando a Israele  parte dell’opinione americana, soprattutto dentro il partito democratico.

Dal punto di vista militare, aver spianato Gaza, averla ridotta in rovine, i generali israeliani stanno scoprendo che forse non è stata una grande idea per stanare i guerriglieri palestinesi. Ora essi si muovono con agilità in mezzo alle macerie, mentre i carri armati  non servono in quel contesto e sono esposti, così come le pattuglie di militari , alle imboscate.  Israele non ci dice quanto questo stia costando in termini di vite dei soldati, ma il ritiro delle truppe da Kan Yunis cosa vuol dire?

A cosa è servito tutto questo sangue, dolore e morte ? Non a liberare gli ostaggi esposti anche essi all’indiscriminata violenza dell’esercito israeliano che forse non aveva proprio il compito che fingeva di avere, quanto fare pulizia etnica a Gaza, cacciare i due milioni di abitanti e occupare la Striscia. A che servono poi le provocazioni all’Iran, bombardarne l’ambasciata a Damasco e uccidere suoi funzionari? Forse far distogliere l’attenzione sull’andamento della guerra che dopo mesi , da quel fatidico 7 ottobre, sul terreno di Gaza e nonostante l’impiego di tutto quell’armamentario bellico, non sta ottenendo i risultati né di eliminare Hamas né di liberare gli ostaggi. L’intransigenza, mista allo spirito di vendetta e al non tanto nascosto razzismo insito in ogni guerra coloniale, ha indotto il governo Netanyhau a decisioni che si stanno rivelando devastanti.

Dopo tutto questo, qual è il futuro che come Stato Israele spera di avere? Può vivere nella costante paura dell’accerchiamento, degli attentati, dello stato di polizia contro gli arabi che la abitano? Oppure tornare a parlare col “nemico”, cercare la giusta soluzione per entrambi i popoli?

Chi ha testa, in questo disordine mondiale, dovrebbe agire.

Ma se il disordine è grande sotto il cielo, la situazione non è certo eccellente.

ANNA LUISA CONTU

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