IL PARADOSSO
di CARLO ALBERTO FALZETTI ♦
Paradosso: ciò che è contro l’opinione comune. Qualcosa di sorprendente, straordinario, bizzarro. Paradoxon: ovvero, quando una espressione è certamente vera ma che il mondo intero non ritiene tale.
Questo il vero pensiero cristiano! Un pensiero che è vero ma che, al fondo, il mondo intero non ritiene vero perché conduce a percorrere un sentiero impercorribile!
Tutto il Vangelo è un puro ed eterno discorso paradossale. Un capovolgimento del buon pensiero borghese ed uno stravolgimento delle buone intenzioni di chi pensa di essere investito del ruolo carismatico di defensor fidei.
La “morte di Dio” ha inaugurato il mondo contemporaneo. Al Vecchio Padrone del cielo mandato in obsolescenza ha fatto seguito il nichilismo. Il rimedio escogitato per colmare il posto vacante si è tramutato in minaccia globale: la tecnica risulta portatrice di problemi gravi.
Nel contempo, la difesa del Grande Vecchio si è rivelata grottesca apparendo una difesa ad oltranza delle proprie individuali identità, della fedeltà, del conformismo, della frequenza rituale. L’Agenzia del sacro vende polizze assicurative per il rischio al di là. I simboli cristiani vengono esibiti quali amuleti da politicanti in versione pia mentre la gerarchia ecclesiastica mostra cenni di benevola approvazione. L’Agenzia attraverso i suoi messaggeri chierici e laici dispensa buoni consigli, pratiche virtuose, editti sulla protezione della vita, legalismo cui avvinghiarsi. Nel far questo organizza potenti lobby per lucrare consenso dall’attore decisionale delle leggi nazionali.
Il fondamentalismo cristiano vede sempre più ridursi il divario dal fondamentalismo ortodosso ed islamico.
Ma tutto questo è iniquità! Mysterium iniquitatis (Sergio Quinzio).
E’ iniquità perché non è questo il “paradosso cristiano”. Il cristianesimo mai è credenza di un pacchetto di dogmi, mai è adesione ad un movimento, mai è consuetudine, mai pace, forza, protezione, potere, mai esclusivo rispetto della Legge, moralismo, comunità dei “nostri “, separazione (diaballo, separo, da cui “diavolo”).
Al contrario, è eccedenza che sfugge al metro di giudizio comune, alla “normalizzazione” , alle buone maniere, al puro conformismo. E’ lo scandalo della fede di Kierkegaard.
E’ l’Idiota il simbolo più vicino al messaggio originale (Dostoevskij)!
L’inanità rispetto alla violenza, la mitezza disarmante, il completo fallimento del Getsemani. E’ il grido Eli Eli lama sabachthami dello “svuotamento” (Kenosis).
Il paradosso passa attraverso lo scacco esistenziale, l’esperienza di essere nel deserto rinunciando alla perdita del proprio “io” che è il vero ostacolo che non permette l’incontro con ciò che è il mistero della vita. Il cristianesimo è l’opposto della spietata “malizia” della volontà propria tutta basata sull’utilitarismo e la meschinità camuffate da religiosità (Marco Vannini). “La parola di Dio è condimento e scusa per ogni malizia” ( Condimentum omnis malitiae verbum dei, Sebastian Franck).
Cristianesimo è amare l’altro “senza perché” (Sonder Warumber : la rosa fiorisce perché fiorisce, Angelus Silesius).
Il deserto! L’esperienza dell’eremos è metafora della crisi estrema senza la quale si permane solo nella idolatria del fondamentalismo.
Nella crisi, solo nella crisi è possibile accettare il paradosso. La crisi è la via, difatti: l’autunno, spogliando i rami, lascia vedere il cielo ( Christiana Singer!).
Ma non si tratta solo di un conflitto fra cristianesimo autentico e cristianesimo inautentico.
Con la morte di Dio il cielo non si è svuotato. Si è popolato di dei!
E’ andato in frantumi il padrone dell’Essere ma l’Olimpo si è popolato di un ricco e chiassoso politeismo. Sono i fondamentalismi contemporanei, non solo religiosi ma anche laici. Tutti hanno in comune un elemento: il presente come unico orizzonte. Il presente del proprio desiderio, il presente politico, civile, religioso, partitico, economico. Tutti caratterizzati dalla prepotenza della differenza ,dal far prevalere ad ogni costo il proprio particolare.
L’unità di un tempo è sostituita dalla unicità o meglio, dalla tracotanza di stabilire una vittoriosa unicità del proprio vessillo (Salvatore Natoli).
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Penso con queste righe di aver risposto a Valentina circa l’ipocrisia che regna sovrana nel nostro Paese nelle fila dei molti difensori della fede. Penso di aver esposto il fatto che dietro l’ipocrisia si celi l’amor sui, e che questo fariseismo sia da sempre il grande nemico del Cristo. E penso, ancora, che lei sia d’accordo sulla asserzione che recita: l’Amore di Dio non ama chi se lo merita(con le opere pie) ma ama chi ha più bisogno di amore!
Ma penso anche di aver chiarito che è inutile scacciare un Dio per riempire poi il cielo di tanti idoli. Il fondamentalismo non è solo un fenomeno religioso. Dio non è niente di cui si può dire qualcosa. Né lo si può usare come proprio vessillo, né lo si può ignorare come ipotesi inutile.
Deus quid sit, nescitur (Sebastian Franck).
CARLO ALBERTO FALZETTI

“Coltiva il tuo giardino” Voltaire, Borges
Tanto stiamo andando verso la grande guerra atomica.
Si sente tanta stanchezza, fading, anche fra gli opposti integralismi e ha ragione mia figlia, dopo tanto battagliare : “Tanto finirò anche io sotto ad un cipresso”.
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« Da quando gli uomini non credono più in Dio, non è che non credano in nulla: credono a tutto. » (Chesterton).
Ettore
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Ettore, quanto è vero ciò che afferma Chesterton…
Maria Zeno
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Carlo, ti ringrazio perché mi hai fatto ripensare al mio aderire al Cristianesimo ( non oso dire “essere ” cristiana …obiettivo che sento troppo alto).
“Perché non possiamo non dirci Cristiani”, affermava Croce , ma all’abitudine “tradizionale” ( antropologica?) occorre offrire lo ” scandalo” della riflessione.
Il tuo scritto è un’ottima occasione,grazie
Maria Zeno
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