“PESCI, PESCATORI, PESCIVENDOLI E CONSUMATORI” DI GIORGIO CORATI – I ricci di mare nella prosa civitavecchiese

di GIORGIO CORATI

Novembre porta con sé la tradizione civitavecchiese dei ricci di mare.

Ultimamente, ho avuto il piacere di ricevere una pubblicazione di inizi anni Novanta del Novecento che ho trovato estremamente interessante. Si tratta del volume dal titolo Immagini di Civitavecchia. 14 maggio 1993 recupero delle memorie Storiche editato dall’Associazione Archeologica Centumcellae.1

Tra gli articoli, le foto… le memorie…, sono stato incuriosito da due poesie di autori sconosciuti, secondo quanto riportato nel volume.

Il tema delle poesie è il riccio di mare e la conviviale socialità che vi ruota attorno, che per certi aspetti è ancora tanto cara ai civitavecchiesi di oggi.

Secondo tradizione, si entrava in acqua co le piede gniude (a piedi scalzi) per raccogliere i ricci – quelli femmina, come si dice ancora nel comune parlare. C’era anche chi li raccoglieva dalla barca con l’utilizzo di una canna realizzata appositamente per lo scopo. Si stava ore e ore a mangiarne la polpa, detta corallo per il suo colore rossiccio, consumando pezzetti di pane a volontà e bevendo vino allegramente, spensierati. Le “ricciate” erano organizzate anche sui balconi di casa o anche in cucina, dove il “gett’acqua” (catino in plastica) era considerato come uno scrigno prezioso, potremmo osare a dire. Era stracarico di ricci di mare. Chi non lo ricorda? Qualcuno aveva con sé un paio di forbici portate per l’occasione da casa propria, altri usavano il coltello per avere la meglio sul riccio tanto insidioso da far diventare rosse le dita.

Dello stesso periodo postbellico, un’altra modalità di consumo conviviale consisteva nello svuotamento di una canestra colma di ricci in mezzo alla strada, magari antistante un’osteria, per poi allegramente mangiare il corallo e bere del vino, senza curarsi di nulla. Allegre compagnie. Altri tempi. Di auto in circolazione ve ne erano estremamente poche!

Oggi, sono in vigore norme di legge a tutela della specie, che implicano anche precise modalità per la raccolta in mare finanche, e soprattutto, per contrastare raccolte eccessive, indiscriminate e illegali che minacciano sia la specie sia l’ecosistema marino connesso. Per quanto concerne il consumo della polpa, ancora oggi la tradizione indica i mesi invernali come i “migliori”. Si tratta, in genere, dei mesi che nel loro termine contengono la lettera r.

Ma senza indugi ulteriori, l’invito è a leggere le due piacevoli poesie:

“Le ricce”2

Le ricce ve le do – so tutte piene

Le belle ricce co la spina arzata.

L’ho scaricate mo pe’ la calata

Piatele da me che ve conviene.

Ve le do a diece a sordo…veva bene

a sto prezzo er riccione de giornata

ogni bomba de queste è na magnata,

guardate sicche robba Sor Irene!

Co mezza lira ve ne do na sporta

vostro marito appena la magnate ce

vorrà fà sicuro nantra vorta.

Lue sente che so fatte co la canna,

e se ie dite da chi le comprate,

Sapete quante vorte ve ce manna!

 

“La ricciata”3

Se trovassimo tutte na mattina

la drento l’osteria de Caravane

ie facessimo empì due damigiane

che portassimo verso la marina.

Se sceiessimo er posto e la solina

a sede’ attorno su le sasse piane

e ogne riccio un mozzico de pane

o ogne riccio un sorzo de benzina.

Doppo mezzora e più de sta funzione

ch’ereno già finite ricce e vino

figurete che sborgna a commugnone!

T’abbasta a dì che io co la commare

ballanno un tango che sonava Nino

cascassimo de testa dentro er mare!

GIORGIO CORATI

Bibliografia
[1] Associazione Archeologica Centumcellae (1993). Immagini di Civitavecchia. 14 maggio 1993 recupero delle memorie Storiche. Realizzato grazie al contributo disinteressato di privati e attività economiche. Pubblicato sotto il patrocinio del Comune di Civitavecchia.
2 Poesia Le ricce in Immagini di Civitavecchia. 14 maggio 1993 recupero delle memorie Storiche edito dall’Associazione Archeologica Centumcellae, 1993, p.56. Realizzato grazie al contributo disinteressato di privati e attività economiche. Pubblicato sotto il patrocinio del Comune di Civitavecchia.
3 Poesia La ricciata. Ibidem, p.56.

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