Prestate attenzione alla collera!
di ANNA LUISA CONTU ♦
La guerra Israelo-palestinese è una guerra coloniale, nonostante i governi occidentali e i loro mass media vogliano presentarla come uno scontro di religioni, tra musulmani ed ebrei, o peggio, uno scontro di civiltà. Intessono narrazioni dei buoni contro i cattivi, del diritto di Israele alla sua difesa quando è il paese occupante, creano la de-umanizzazione dell’avversario che vuole il tributo di sangue alla sua bestialità.
Lo fanno perché dovrebbero guardarsi dentro e guardare la propria storia e non lo fanno. È doloroso scoprire quello che tutti gli Stati Europei, non solo i Nazisti, hanno fatto agli ebrei: le persecuzioni, i pogrom , le chiusure nei ghetti, la discriminazione, le requisizioni dei beni, la diaspora forzata. Tutti i governi europei, fino all’eliminazione scientifica , all’Olocausto nei campi di sterminio operato dal Terzo Reich.
La colpa che abbiamo come europei ed occidentali non la paghiamo noi, la facciamo pagare, da settanta anni, al popolo palestinese. E lo facciamo nascondendo la verità, che lo Stato di Israele è nato con lo scopo, sì, di dare una terra ai sopravvissuti dei lager, ma soprattutto per controllare una zona del pianeta essenziale per il passaggio delle merci e del petrolio.
L’impero Britannico e la Francia, a tavolino, prima della fine della Seconda Guerra Mondiale si erano divisi il Medio Oriente. Gli interessi geopolitici degli americani fecero il resto, assicurando ad Israele aiuti economici e armamenti, fino alla bomba atomica.
Naturalmente gli spossessati gradirono poco e in terra di Palestina cominciò la resistenza contro la colonizzazione ebraica: colonizzazione come l’Europa l’ha praticata nel corso dei secoli, l’occupazione di una terra, spoliazione delle sue ricchezze, cacciata e sottomissione della popolazione autoctona, suprematismo e razzismo. Lo hanno fatto tutte le potenze europee, compresa l’Italia, quando dopo l’’unità, cominciò a reclamare il suo posto al sole in Africa.
Il razzismo è una delle caratteristiche del colonialismo e non vi pare che ci sia del razzismo nella risposta di vendetta di Israele per i suoi martiri del 7 ottobre? Bombardare ospedali, scuole, ambulanze, luoghi di culto, radere al suolo una città di due milioni e più di abitanti che non hanno un posto dove nascondersi e trovare protezione non è esprimere indifferenza per la sorte di esseri umani se non li si considera indegni di vivere? Se si considerano bambini innocenti colpevoli solo di essere nati e calpestare, con una piccola orma, la terra?
Quando un popolo si ribella al colonialismo può solo usare una guerra asimmetrica, guerriglia, terrorismo, attentati contro l’esercito occupante e armato di tutto punto. Così è stato per tutto il processo di decolonizzazione negli anni cinquanta/sessanta del secolo scorso. Ricordo solo l’Algeria perché quella dolorosa lotta fu la protagonista di uno stupendo film italiano , “ La battaglia di Algeri” di Gillo Pontecorvo.
E in tempi più vicini a noi i cosiddetti Troubles in Irlanda del Nord che insanguinò le strade delle sei contee nordirlandesi negli anni settanta.
Anche in quel caso si diceva che lo scontro era per la religione, cattolici e protestanti. I primi, nazionalisti che volevano unirsi all’Eire e i secondi unionisti che reclamavano il loro essere parte del Regno Unito. In realtà quella guerra era motivata dalle condizioni della minoranza cattolica, dalla loro oppressione e discriminazione. Esclusi dai migliori impieghi, in condizioni abitative pessime in pessimi quartieri, vessati e perseguitati dalla polizia e dall’esercito britannico. Inoltre contava la lunga tradizione di ribellione anti coloniale irlandese contro gli inglesi e la loro lotta armata.
In Irlanda del Nord, i Troubles furono segnati da guerriglia urbana, bombe, attacchi di cecchini, barricate, scontri armati tra l’Ira e le forze paramilitari unioniste. E dalla più spietata repressione dei cattolici con internamenti senza processo. Finché si giunse a una soluzione pacifica che coinvolse il governo irlandese e il governo britannico nel 1998 che portò ad un accordo sulla divisione del potere in Irlanda del Nord.
Anche tra Israele e Palestina, dopo anni di guerriglia palestinese e repressione israeliana si giunse ad un accordo nel 1993, l’accordo di Oslo, tra Arafat e Rabin, che doveva dare l’avvio alla creazione di due stati per due popoli. Ma il premier israeliano Rabin venne assassinato da un ebreo estremista di destra.
Da quell’accordo che concedeva ai Palestinesi il 22% della Palestina e la Striscia di Gaza e ad Israele il restante ottanta per cento, non si è creato nessuno stato Palestinese mentre i governi israeliani davano l’avvio agli insediamenti in Cisgiordania, requisivano le terre e le case per assegnarle ai coloni e chi protestava aveva la casa abbattuta e i campi con i raccolti bruciati. Tra un insediamento ebraico e l’altro strade che i palestinesi non possono percorrere, mura altissime costruite per proteggere i coloni ed escludere i palestinesi dalla loro terra, i loro movimenti limitati e fermati dai check point. Nelle democrazia israeliana l’uguaglianza è un principio aleatorio, come ne “ La fattoria degli animali”.
Contemporaneamente la Striscia di Gaza, dove Hamas aveva vinto le elezioni, viene sottoposta ad un assedio per mare, per terra e per aria, visto che non c’è neanche un aeroporto a Gaza. Dei Palestinesi, che vivano o muoiano, le grandi potenze se ne fregano, popoli marginali che possono anche scomparire.
Ad ogni lancio di razzi di Hamas verso Israele la vendetta si abbatte sulla città incurante di chi vi abita.
Scrive Judith Butler: “La violenza israeliana contro i palestinesi è soverchiante, bombardamenti senza sosta, l’uccisione di gente di ogni età nelle loro case e per strada, uso della tortura nelle prigioni, tecniche per affamare la popolazione a Gaza e esproprio delle case. E questa violenza, nelle sue molte forme, è agita contro un popolo soggetto ad apartheid, alle regole coloniali…. Niente può esonerare Hamas dalla responsabilità degli odiosi assassinii perpetrati. Allo stesso tempo i suoi membri non devono essere marchiati e banditi . Hanno certamente ragione quando denunciano il percorso della violenza nella regione che costringe i palestinesi a vivere in uno minaccia costante di morte.”
Non bisogna mai ridurre qualcuno alla disperazione e men che meno un popolo. Il 7 ottobre è stato per Israele quello che è stato per gli Usa l’attentato alle Torri Gemelle, migliaia di persone intente alla loro vita quotidiana, di lavoro o divertimento massacrati senza pietà da chi pietà non ne riceve. Cosa sperare dopo che Israele ha spianato Gaza, massacrato diecimila persone, i più bambini, e cacciato i suoi abitanti verso sud, spingendo perché abbandonino la loro terra ?
L’ ex ministro degli Esteri tedesco Fisher vede in questo periodo storico una troppo stretta somiglianza al 1914 , precedente allo scoppio della Grande Guerra. Auguriamoci che coloro che presiedono alle sorti del mondo imparino dagli errori delle generazioni precedenti e usino tutto il buon senso e l’intelligenza per impedire un olocausto generale.
Ricordate!
Sono un arabo
e voi avete rubato gli orti dei miei antenati
e la terra che coltivavo insieme ai miei figli,
senza lasciarci nulla se non queste rocce
e lo Stato prenderà anche queste
come si mormora
Perciò! Segnatelo in cima alla vostra prima pagina:
io non odio la gente
né ho mai abusato di alcuno
ma se divento affamato
la carne dell’ usurpatore diverrà il mio cibo.
Prestate attenzione!
Prestate attenzione!
Alla mia collera e alla mia fame.
Mahmoud Darwish poeta palestinese fra i più grandi
ANNA LUISA CONTU
Abbiamo troppo da fare! Non ti vogliamo ascoltare! A noi piacciono i pompelmi di Jaffa che Lidol vende a basso prezzo! Le navi USA con le atomiche nel nostro Mediterraneo? Bene! Ci proteggono!
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Paola Angeloni
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Leggete il mio commento con lo stesso spirito che animava il poeta futurista Mayakovskij!!
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Paola le parole possono facilmente essere fraintese; se qualcuno volesse approfittarne potrebbe riportare le tue parole dicendo: guardate un po’ questa sedicente donna del PD che stava anche nel direttivo cosa dice:………
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Paola Angeloni
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Grazie Anna Luisa, fai bene a cercare una prospettiva globale e non contingente di una “questione” di questa portata e a ricordare Darwish(di cui ho scritto su Beemagazine) la cui opera letteraria ha fatto dire a Saramago che è il più grande poeta del mondo. C’è una schiera di grandi poeti palestinesi di cui non si parla mai, oo quasi.. E oggi abbiamo bisogno anche della loro voce. 😢
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Grazie, Caterina. Lèggerò il tuo scritto su Darwish.❤️ Anna Luisa
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Infandum, regina, iubes renovare dolorem, Eneide.
Rosamaria💕
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Così il leader di Hamas: “Siamo noi che abbiamo bisogno del sangue dei bambini, donne, anziani per risvegliare lo spirito rivoluzionario”
É più che evidente che Hamas (e forse l’IRAN) ha pianificato, cercato e provocato lo sterminio che tutti vediamo e condanniamo.
Ti cito: “ Niente può esonerare Hamas dalla responsabilità degli odiosi assassinii perpetrati. Allo stesso tempo i suoi membri non devono essere marchiati e banditi.”
Hamas non é responsabile degli assassini che ha compiuto, é responsabile della strage di palestinesi che ha volutamente provocato, non solo, é anche responsabile del rafforzamento delle destre israeliane che proprio nell’azione terroristica trovano la loro motivazione.
Nessuno nega le responsabilità di Israele e dei paesi ‘amici’, ma se vogliamo parlare di quanto accade in Palestina non possiamo prendercela solo con l’Occidente, ogni attore fa la sua parte e non sono pochi e solo da un lato coloro che hanno interesse ad un medioriente destabilizzato.
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L’anonimo del commento precedente sono io, Luciano Damiani
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L’anonimo sono io Luciano Damiani
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https:/beemagazine.it/la_terra_piu_amata
di Caterina Valchera.
Paola Angeloni.
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Paola, grazie per le tue parole e per il tuo link. Lisa.
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Damiani, come si dice, ce menano e ce dicono pure che è colpa nostra. Per te i fenomeni storici non hanno base nè cause, sono solo da condannare moralmente. Facevano male i congolesi a ribellarsi come potevano ( anche con le stragi) al re belga che tagliava le mani a chi era improduttivo! Se la Palestina fosse stata come l’India sotto il colonialismo imperiale britannico, un paese di un miliardo e passa di persone, allora la prospettiva di una lotta non violenta sarebbe stata più seguibile.
Poi citi sempre questo membro di Hamas che vuole un tributo di sangue del suo popolo, non parli MAI di quel ministro israeliano che ha detto che a Gaza bisogna buttare la bomba atomica: cos’è questo se non razzismo? Tifa meno e ragiona di più. Io distinguo bene tra ebrei vittime della Shoa e gli israeliani e il loro governo di razzisti.
Anna Luisa
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La conosco benissimo la storia, a 15 anni già ero in piazza a manifestare per la Palestina ed ho visto gente lavorare per la pace e gente lavorare per la guerra e capisco quando si opera in un senso o nell’altro, conosco benissimo la sopraffazione messa in atto da Israele nei confronti dei palestinesi, non me lo dovete insegnare voi. Ma so anche capire come le azioni vengono fatte non per danneggiare o contrastare il “potente aggressore” ma per provocarne la reazione, la consapevole e voluta strage dei palestinesi e relativa distruzione, ma evidentemente questa cosa non la si vuole accettare, questo si per tifo, il tifo di chi vede la colpa solo e soltanto da una parte, come non si vuole accettare il fatto che coloro che non vogliono pace e accordi si fanno la guerra a vicenda essendo motivazione l’uno per l’altro, facendo terra bruciata attorno a chiunque volesse costruire qualcosa nella direzione della convivenza pacifica. I terroristi di Hamas e non solo, sono tali perché i loro obiettivi sono cittadini inermi che non si attendono di saltare in aria mentre fanno la spesa o stanno in un bus, o stanno ballando i nostri partigiani attaccavano i militari, la polizia e le milizie. Non andavano nelle fattorie tedesche a fare strage di famiglie contadine, non mettevano bombe nei bus e non si facevano saltare in aria nei mercati.
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PS: la differenza fra il Leaser di Hamas ed il ministro che ha invocato la bomba atomica sta nel fatto che il ministro ha solo parlato ed é stato messo da parte, il leader di Hamas invece ha messo in atto il piano ed ha ottenuto il risultato voluto di provocare la strage di Palestinesi, il popolo che vorrebbe difendere, cui assistiamo. Mi pare che ci sia una bella differenza.
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Se durante la persecuzione degli ebrei da parte della Germania nazista questi si fossero organizzati in gruppi di resistenza e avessero reagito, a guerra finita e alla scoperta di tanto orrore, come li avremmo considerati? Eroi, partigiani, terroristi?
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La differenza fra resistente e terrorista sta negli obiettivi che si colpiscono, un conto é prendersela con militari, poliziotti, strutture militari ecc.. altro conto é prendersela con civili inermi non coinvolti e non responsabili, e ne ho visti tanti nei miei quasi 70 anni di terroristi che l’unica cosa che hanno prodotto é stata la reazione dei governi. A mio avviso la differenza é questa, poi uno può pensare che é resistente anche chi ammazza direttamente, fronte a fronte dei bambini o dei vecchi.
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A me non interessa se la responsabilità sia di Hamas, Netanyahu, Putin, Biden, Abu Mazen, Zelensky e chi ne sa di più arricchisca pure questo elenco. Ripeto: non mi interessa il pensiero arzigogolato di questo giovanotto che ci prova ma non ce la fa a nascondere quell’”anima nera” che spero inconsapevolmente alberga dentro di lui. In queste circostanze il nostro unico intento è quello di fare presto affinché le morti e le sofferenze che si stanno perpetrando nei confronti degli innocenti si fermino all’istante. Queste morti e queste sofferenze vanno assai più veloci dei nostri pensieri. Si capisce al volo questa cosa o è necessario essere laureati alla Bocconi o premi Nobel?
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Qualcuno tempo fa mi disse che ho “l’anima nera come il carbone”, qualcun altro mi disse che non sapevo leggere, entrambe in posizione dominante grazie anche al carbone, usi entrambe ad una certa arroganza priva di rispetto per chiunque la pensasse diversamente o gli fosse d’inpaccio.
Chi mi accusa di avere l’anima nera, qui in questo blog, probabilmente é la stessa persona che mi ha ugualmente offeso su facebook perché ho accusato Hamas di aver voluto, programmato e provocato la strage alla quale stiamo assistendo.
Non so se questo modo di pensare sia il sintomo di avere un’anima nera, può darsi, non ho la presunzione di essere “virtuoso” o “sinceramente democratico” o altro, ma di una cosa sono certo, non ho mai volutamente offeso qualcuno, né in modo chiaro, né in modo anonimo, anonimo come chi mi ha offeso in questo blog.
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