“PESCI, PESCATORI, PESCIVENDOLI E CONSUMATORI” DI GIORGIO CORATI – Rifiuti organici ittici: una possibile fonte ancora non sfruttata.

di GIORGIO CORATI ♦

Un sostegno alla biodiversità delle specie ittiche e un modo sostenibile per consumare prodotti della pesca possono essere dati anche dalla consapevolezza che i rifiuti organici che derivano dal pesce possono essere una importante fonte, in termini di molecole bioattive e di altre sostanze biologiche, per produrre nuove ed bioinnovative materie prime, utilizzabili in sostituzione di risorse di origine estrattiva, chimica o sintetica, con le quali poter realizzare materiali e prodotti eco- e bioinnovati ad alto valore aggiunto. Si tratta di trarre ulteriore valore e utilità da una risorsa disponibile in natura che altrimenti sarebbe inutilizzata o utilizzata in modo marginale. In buona sostanza, i rifiuti organici che derivano dal pesce possono rappresentare non soltanto una risorsa da valorizzare, bensì possono essere una utilità per vari processi e cicli produttivi, ai fini della creazione e realizzazione innovativa di biomateriali e di bioprodotti, nonché di bioprodotti ad alto contenuto biotecnologico quali risultati dell’applicazione di strategie circolari1 (o di circolarità) e di processi bioeconomici.2
Il comportamento di consumo di prodotti della pesca congiuntamente ad azioni concrete di recupero di scarti in senso lato che derivano dal pesce possono esercitare concreta rilevanza anche sulla produzione primaria della pesca, sostenendola attivamente.

In merito a studi e ricerche attuali riportati nella letteratura scientifica internazionale, ad esempio, con riguardo al recupero e al riutilizzo degli scarti di pesce e, in particolare, alla trasformazione degli scarti ittici in prodotti ad alto valore aggiunto, è stata condotta un interessante ricerca scientifica presso l’Università Cà Foscari di Venezia (www.unive.it)3 da Campalani et al. (2021)4 Gli autori, che sono studiosi e ricercatori di varie università europee, sostengono che quella dei rifiuti organici che deriva dal pesce è una fonte ancora non sfruttata. In particolare, la ricerca tratta dello sviluppo di un processo produttivo che usa squame e pelle della spigola o branzino (Dicentrarchus labrax), al fine di poter produrre una pellicola trasparente come materia che possa poi risultare utilizzabile anche come materiale da imballaggio. Sebbene la stima dei rifiuti della pesca sia ancora argomento di dibattito, affermano Campalani et al., tuttavia, gli stessi autori riportano che secondo Maschmeyer, Luque, e Selva (2020)5 la quantità risultante di rifiuti organici di pesce è dell’ordine di decine di milioni di tonnellate all’anno. Inoltre, sostenendo tra l’altro che i residui di pesce comprendono sia pesci interi di scarto, sia testa, visceri, pelle, ossa, Campalani et al. riferiscono che secondo Kerton, Liu, Omari, e Hawboldt (2013) diverse molecole potenzialmente preziose sono contenute nei rifiuti organici di pesci e tra queste vi sono anche peptidi bioattivi, collagene, gelatina e chitina. Infine, riportano che negli ultimi anni Jayathilakan, Sultana, Radhakrishna, e Bawa, (2012); e Maqsood, Benjakul, e Kamal-Eldin (2012); hanno segnalato vari processi e tecnologie per l’aggiornamento a prodotti ad alto valore aggiunto da scarti derivanti dalla pesca.

 GIORGIO CORATI

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Bibliografia
1 Nell’ottica dell’economica circolare, nel senso che mira a mantenere tale il flusso delle risorse, durante il loro uso-riuso, conservandone, rigenerandone o aumentandone il valore nella visione della sostenibilità dell’uso-consumo.
2 Ministero dell’Università e della Ricerca, MiUR. (2020, Allegato esteso). PNR 2021-2027. Programma nazionale per la ricerca. Grande ambito di ricerca e innovazione: Prodotti alimentari, Bioeconomia, Risorse naturali, Agricoltura, Ambiente.
Nota: […] “la bioeconomia garantisce la crescita economica facendo affidamento esclusivamente su fonti biologiche rinnovabili” […] (p.70).
3 http://www.unive.it. Sito web consultato il 16 novembre 2022:
https://www.unive.it/pag/14024/?tx_news_pi1%5Bnews%5D=11472&cHash=c78a46c5fce0f45853dcb25456e3ccc8.
4 Campalani, C., Cattaruzza, E., Zorzi, S., Vomiero, A., You, S., Matthews, L., Capron, M., Mondelli, C., Selva, M., & Perosa, A. (2021). Biobased Carbon Dots: From Fish Scales to Photocatalysis. Nanomaterials 2021, 11, 524. https://doi.org/10.3390/nano11020524.
5 Maschmeyer, T., Luque, R., & Selva, M. (2020). Upgrading of marine (fish and crustaceans) biowaste for high added-value molecules and bio(nano)-materials. Chem. Soc. Rev. 2020, 49, 4527–4563.
https://doi.org/10.1039/C9CS00653B.