SUBBUTEO: CHI LO RICORDA?
di STEFANO CERVARELLI ♦
.. E così, dopo aver vinto negli ultimi tempi diversi titoli in varie discipline, sia a livello mondiale che continentale, l’Italia ha aggiunto una nuova perla alla sua collezione di trionfi sportivi: un trionfo che, almeno in quelli della mia età, contiene un sapore di romantica nostalgia: abbiamo infatti conquistato il titolo di Campioni d’Europa di Calcio da Tavolo, ossia la versione moderna del leggendario Subbuteo.
Chi era ragazzino negli anni settanta-ottanta, ma anche chi, in quegli anni, era già più “cresciutello” indubbiamente adesso nell’apprendere la notizia e ricordando le agguerrite partite avrà vissuto momenti di soddisfazione e, perché no? di emozione, vedendo quell’antico gioco, che tanto li appassionava, assurgere a vanto nazionale.
Certamente per i nati nel tempo della Play station, il nome Subbuteo dirà poco mentre, al contrario, dirà molto a chi ha passato lunghi pomeriggi a muovere quei giocatorini di plastica con la punta del dito, sopra quel panno verde raffigurante il campo che spesso era incollato sopra una tavola di compensato, in chi aveva la fortuna di abitare in appartamenti spaziosi, mentre i più erano costretti ad attrezzare ogni volta il campo di gioco sopra un tavolo, oppure addirittura in terra, ma non importava: l’importante era giocare.
Una passione che seppur scemando nell’interesse delle nuove generazioni, (ma fino a un certo punto, come vedremo dopo) non è però mai tramontata del tutto al punto che, permettetemi una battuta, se il calcio fosse un tavolo da Subbuteo, l’Italia non avrebbe rivali.
Infatti il titolo europeo arriva dopo che, lo scorso anno, la squadra azzurra aveva conquistato la Coppa del Mondo sempre contro gli stessi rivali, il Belgio, dimostrandosi così dominatori assoluti.
Ma è il momento di conoscere i nomi di questi “duplici” campioni. Il C.T. è Marco Lamberti e la squadra è composta da Luca Battista, Saverio Bari, Micael Caviglia, Matteo Ciccarelli, Filippo Cubeta e Claudio La Torre.
L’incontro con il Belgio, disputatosi a Gibilterra, si era concluso al golden gol, dopo che i tempi regolamentari erano terminati sul 2 pari.
Ma il successo italiano non è limitato soltanto a questo titolo; quasi tutte le altre categorie, sia nel torneo a squadre che nel tabellone individuale, hanno visto l’Italia farsi onore, vincendo nove medaglie d’oro su dodici in palio!
Una netta supremazia che si estende dai veterani (over 45) a tutte le categorie giovanili; qui abbiamo conquistato titoli continentali, sia a squadre che nel torneo individuale, nelle categorie under 20, under 16, under 12. Dimostrazione, di quanto affermavo prima, che è tutto da verificare che il Subbuteo non piaccia oggi ai giovani.
Considerando inoltre che la media dei giocatori era di 24 anni, non so se si possa dire con sicurezza che il Subbuteo sia da considerare un gioco oramai “vintage” da relegare tra i ricordi in soffitta.
Indubbiamente qualche anno ce l’ha, per la precisione si avvia a festeggiare il suo ottantesimo anniversario, avendo visto la luce nel 1947 quando venne fatto conoscere da un appassionato inglese (e dove poteva nascere un gioco di calcio?) Peter Adolph di professione ornitologo; egli avrebbe voluto chiamarlo “The Hobby”, ma la sua invenzione venne respinta dall’ufficio brevetti.
Successivamente, inspirandosi alla sua professione, dette al gioco il nome scientifico di un volatile: il falco subbuteo, affermando che, come la beccata veloce di un rapace, un colpo fulmineo con la punta del dito avrebbe spinto piccoli uomini a calciare la palla in rete; un’idea alquanto stravagante, non c’è che dire.
Peter Adolph decise poi che tutto, dal campo alle regole, doveva riprodurre un’autentica partita di football.
Il gioco prevedeva che a fronteggiarsi sarebbero state due squadre con dieci miniature piantate su una base semisferica, più un portiere fissato ad un’asta attraverso la quale il giocatore l’avrebbe fatto muovere. Il pallone, per garantirne la giocabilità, era, in proporzione, più grande dei giocatorini.
Il volo vero e proprio, nella passione e nei gusti dei ragazzi, il Subbuteo l’avrebbe spiccato ad inizio degli anni settanta.
Nel 1992 il gioco contava nel mondo ben sette milioni di appassionati; nel 1995 nasceva la Federazione Italiana Sportiva Calcio Tavolo (F.i.s.c.t.), che oggi fa parte di un organismo internazionale che racchiude ben 40 federazioni nazionali, di ogni continente.
Alla F.i.s.c.t. aderiscono oggi, in Italia, circa 120 associazioni sportive e club che vanno dalla Val d’Aosta alla Sicilia con oltre 1.500 tesserati.
Si tratta di un’attività ludica che dà origine ad una numero considerevole di tornei, sia maschili che femminili, con competizioni anche per le persone diversamente abili.
Il Subbuteo è una passione che si tramanda resistendo all’avvento dei videogiochi.
Per non parlare poi della vasta gamma di accessori che corredano il gioco, permettendo ai giocatori di ricreare veri e propri modelli di campi da calcio; si va dalle tribune che riproducono i veri stadi alle panchine, all’illuminazione, alla recinzione del terreno di gioco, alle squadre nelle loro diverse maglie, insomma un piccolo palcoscenico calcistico a tutti gli effetti.
Ma si può regalare oggi ai propri figli, ai propri nipoti, il Subbuteo? Secondo me sì perché la magia, il fascino del panno verde,(come il campo da calcio, come il tavolo da Ping-pong), dove diventare protagonisti di una partita di football, non ha età e si possono generare risposte inimmaginabili; non dimentichiamo mai, inoltre, che l’antagonismo con un altro rivale, in carne ed ossa, attira e conquista molto più di giocare da soli contro una macchina e lo dimostra il fatto che anche alla Play station i ragazzi preferiscono sempre più misurarsi tra loro.
Insomma, c’è un gioco che in punta di…. dito potrebbe riconquistare il mondo.
Ed a proposito di sport che vivono lontano dai riflettori dei grandi palcoscenici, volevo farvi partecipi del fatto che la Nazionale Italiana di Basket down recentemente ha conquistato il titolo mondiale.
Quanto vale questo titolo?
STEFANO CERVARELLI

Nostalgia e ricordi. La più grande soddisfazione quando i miei genitori mi acquistarono la “Svezia” con uniformi bellissime e colorate. Erano piccoli capolavori, veri e propri, da mirare e giocare … in punta di indice.
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Grazie, Stefano, per questo articolo!
A livello locale, dal 2008, è attivo l’Old Subbuteo Club Punicum di Santa Marinella, una bella realtà, fatta di ragazzi che si riuniscono tutti i venerdì sera per giocare con questo stupendo e vecchio gioco. Per informazioni, lascio il contatto della Presidenza del Club (e-mail: oscpunicum@gmail.com, tel. 329 775 7453).
Io ne faccio parte da allora. Un caro saluto!
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