I CANTASTORIE TRADITI — COME SI DISTRUGGE IN CINQUANT’ANNI E SPICCI UNA CIVILTÀ COSTRUITA IN TREMILA ANNI.

di EZIO CALDERAI ♦

Capitolo 32: Il pensiero unico e il club della «pornografia della virtù».

   La cronaca e la storia.

   Le due categorie non dovrebbero mai essere confuse. Chi narra gli avvenimenti fa cronaca, ma ha la presunzione di scrivere la storia. Meglio aspettare. Si eviterebbero tanti errori.

   Se appena appena ti azzardi a fare minime osservazioni vieni aggredito. Sfondando una porta aperta, ti dicono: «lo capisci o no che qui c’è un aggressore e un aggredito e poi, lo capisci o no che gli ucraini stanno combattendo per noi, Putin vuole rifondare l’impero sovietico o zarista, che è eguale, odia le democrazie liberali e il nostro modello di vita, lo capisci o no che se cade l’Ucraina, cadranno le repubbliche baltiche, i paesi dell’est Europa, le stesse Finlandia e Svezia? Li hai visti o no i crimini di guerra commessi da Putin? Biden ha fatto bene a chiamarlo criminale di guerra, macellaio».     

   Veramente ho visto e ho pensato a lungo, ma capire è un altro paio di maniche, ci vuole fatica, approfondimento, andare contro corrente è velleitario, prima ancora che inutile; per quanto mi riguarda, non conosco altra bussola se non l’umiltà ed il ragionamento. Sui fatti, però. 

   Inizio dalle cose più semplici, le mire espansionistiche della Russia. Putin, un giorno sì e un altro pure, viene dato per morto: ha il cancro alla prostata, no al sangue, no all’intestino, lo vedi come è pallido e come è gonfio? Potrebbe anche essere, ma Putin, come tutti gli autocrati, ha un male ben peggiore, incurabile: non c’è nessuno che lo contraddica, non c’è nessuno che gli abbia detto, guarda Vladimir l’Armata Rossa non c’è più, non è più quella di Stalingrado e non la comanda più Zukov.

   Sentiamo dire, in effetti, che la Russia sta perdendo la guerra, le ci vorrà almeno una generazione per riprendersi. Non è forse questo uno dei refrain preferiti dei politici europei, in competizione con russi e ucraini per la migliore propaganda? Ma se è così, se non riesce ad aver la meglio sull’Ucraina, come potrebbe essere la Russia un pericolo per tutta l’Europa?

   Anch’io sono convinto che Putin non ami le democrazie liberali, ma come può metterle in pericolo se in Europa non ce ne sono? L’espace du matin della Repubblica di Weimar, a lungo l’Inghilterra con la sua monarchia costituzionale, brevi periodi nel secondo dopoguerra in tutta Europa, nulla più; se bastassero le elezioni per fare di una nazione una democrazia, allora lo sarebbe pure la Russia.

   Il nostro modello di vita? Ma davvero c’è qualcuno che lo consideri degno di ammirazione?

   Aveva ragione Churchill, la democrazia è il peggiore dei sistemi di governo, fatta eccezione per tutti gli altri, solo che ormai la competizione è al ribasso e ormai si vede il fondo.

   Gli orrori, i crimini di guerra, contro la stessa umanità? Atroci, ma c’è qualcuno che possa dire non sia quella la moneta corrente con la quale morte e distruzione pagano la follia degli uomini?

   Biden può dire, come posso dire io, che Putin è un criminale di guerra e un macellaio, ma non può dirlo come Presidente degli Stati Uniti, perché sulla sua coscienza pesa il bombardamento di Dresda, e le due bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki. A tacer d’altro.   

   «Tra noi e Putin c’è una differenza incolmabile, noi abbiamo lo stato di diritto, siamo aperti a tutte le culture, non discriminiamo nessuno». Caso mai la differenza ci sarà tra l’Italia e la Russia. Putin sarà pure il genio del male, ma non è eterno e non risale al IX secolo quando nacque il Principato di Rus’, tra l’altro a Kiev.            

   Quanto a stato di diritto anche noi non brilliamo, altrimenti non dovremmo fare cinque referendum sulla giustizia, e sicuramente non basteranno. Nel frattempo, tutti i paesi europei hanno sequestrato beni a cittadini russi in quanto buoni amici di Putin. Una motivazione giuridica degna delle Pandette di Giustiniano, non c’è che dire: se sei amico ti sequestro tutto, se solo conoscente solo lo yacht.

   Quanto ai soldi depositati fiduciariamente dalla Russia in banche, anche di stato, occidentali, oggi sequestrati, mi hanno tanto ricordato i soldi depositati dagli ebrei nelle banche svizzere prima della Seconda guerra mondiale. Sono in pochi i discendenti che, dopo contenziosi interminabili, sono riusciti a recuperarli.      

   Discriminazioni? In tutto il mondo artisti russi, direttori d’orchestra, musicisti, cantanti, ballerini, fotografi sono stati messi al bando, cancellati, persino ai tennisti è stato negato il tempio del tennis di Wimbledon, scienziati russi sono stati espulsi dai gruppi di ricercatori di tutte le nazionalità, con i quali lavoravano insieme in tutto il mondo, che ne sarà dei russi a bordo delle stazioni spaziali, gli negheranno il bagno?

   Il primato, però, spetta all’Italia, addirittura a un’Università, la Bicocca di Milano, dove la rettrice annulla un corso su Dostoevskij, poi, dopo essere stata presa in giro dall’universo mondo, ha fatto un passo indietro; forse le hanno detto che uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi era morto 140 anni fa e non poteva aver avuto parte nell’invasione dell’Ucraina e neppure poteva essere amico di Putin.

   Dostoevskij a parte, specie dopo aver detto che Putin è un dittatore, responsabile esclusivo e assoluto della guerra e di ogni male, è semplicemente vergognoso che i paesi occidentali abbiano sbattuto le porte in faccia agli artisti, intellettuali, sportivi o sia pure all’ultimo contadino russo, che di Putin dovrebbero essere, come tutti gli abitanti di quell’immenso paese, le vittime.

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   La guerra e il tifo per l’Ucraina sta sgretolando quel che resta dell’Italia. Personalmente non credo che gli italiani, a cominciare dai loro capi, siano diventati all’improvviso alfieri della libertà dei popoli a costo di pagarne lo scotto con nuova disoccupazione e nuove povertà. Solo che oggi se non sei buono e generoso, se non hai le carte in regola per iscriverti al club della «pornografia della virtù», non conti niente.

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   L’appannamento dei movimenti che hanno esercitato un’influenza nefasta nel mondo anglosassone negli ultimi 15 anni è sicuramente motivo di sollievo, ma non sarà quello che arginerà il declino della civiltà occidentale. La guerra in Ucraina non funzionerà, neppure da acceleratore: tutto era già fatto e scritto.

   Non sarà motivo di consolazione se il declino occidentale contagerà altri Paesi, altri modelli di vita, altre popolazioni, assai meno fortunate di quelle occidentali. Anche se estranei, molti hanno avuto il torto di imitare i nostri modelli. Oggi se ne pentiranno, ma sarà troppo tardi e perfettamente inutile.

    Si salverà chi ha mantenuto profonde radici con la propria civiltà d’origine, anche se faccio fatica a immaginare lontane contrade non omologate dal calcio, dalle discoteche, dai cellulari.

   Comunque, ne saranno coinvolti, come il mondo intero ne sarà coinvolto, con effetti rispetto ai quali quelli da saga nordica di Greta Thunberg, sembreranno videogiochi.

EZIO CALDERAI

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