L’Almanacco civitavecchiese di Enrico Ciancarini. Un colpo di fulmine per la Marchesa e le zitelle.
di ENRICO CIANCARINI ♦
Martedì 4 luglio, ore 17.30, presso la Fondazione CARICIV, a cura della FIDAPA Sezione di Civitavecchia, presento il mio volume La Marchesa e le zitelle. Donne nella Storia di Civitavecchia (secoli XVIII – XX) pubblicato dalle Edizioni Settecittà di Viterbo, dirette dall’amico Emanuele Paris.
Interverranno alla presentazione il Sindaco Ernesto Tedesco, la presidente della Fondazione CARICIV Gabriella Sarracco, che ha curato la prefazione al libro, l’assessore alle Pari opportunità Deborah Zacchei; la presidente della FIDAPA Maria Cristina Ciaffi. Patrizia Bravetti e Caterina Battilocchio dialogheranno con l’autore.
Nel libro sono raccontate ventidue storie di donne che sono nate o vissute a Civitavecchia, dalla marchesa Anna Maria Calabrini alla senatrice Mafalda Molinari.
Tre secoli in cui le donne civitavecchiesi hanno affiancato e alcune volte superato gli uomini nelle dure lotte per ottenere quei miglioramenti sociali, culturali ed economici dettati dal progresso. Basti pensare allo sciopero dei portuali del 1897 dove furono le donne a persuadere i propri uomini a resistere ad oltranza fino alla vittoria, organizzando le azioni di protesta, il contrasto al crumiraggio, le azioni concrete e solidali per sostenere le famiglie degli scioperanti nel bisogno primario dell’alimentazione quotidiana.
Nello scrivere dodici anni fa il saggio dedicato al marchese Vincenzo Calabrini, figura dimenticata ma fondamentale nella Storia di Civitavecchia, m’imbattei nella moglie e poi vedova Anna Maria Cortesi marchesa Calabrini.
Ricercando nella sua vita è scattato un colpo di fulmine che mi ha spinto a scrivere un libro in cui Lei occupa il primo posto a riconoscimento di quanto abbia influenzato la cultura e la società civitavecchiese durante la sua esistenza. Nel saggio illustro le ragioni che mi hanno convinto ad includere la Marchesa fra i fondatori della Cassa di Risparmio di Civitavecchia, e perché nella lapide, posta nell’atrio della Fondazione, che li ricorda c’è il nome di suo marito Vincenzo, scomparso da tredici anni, e non il suo, che già aveva operato con Benedetto Blasi per la realizzazione del Teatro Traiano, simbolo e orgoglio della borghesia civitavecchiese della prima metà dell’Ottocento.
Le altre protagoniste del titolo sono le zitelle che erano ospitate nel Conservatorio della Divina Provvidenza, un’istituzione che per oltre un secolo accolse e protesse le giovani donne orfane o abbandonate dalla famiglia. Le Costituzioni che lo regolavano, sono un ulteriore documento utile ad approfondire la conoscenza della realtà quotidiana vissuta dalle donne nel passato della Città.
La Marchesa e le zitelle non è una storia al femminile di Civitavecchia, un’opera impegnativa che mi auguro sia scritta nel prossimo futuro da giovani e motivate ricercatrici, categoria di cui la nostra città ha particolare bisogno. È una raccolta di saggi in cui illustro i profili biografici di alcune donne che ritengo abbiano influenzato la realtà civitavecchiese nei secoli dal XVIII al XX. Con loro sono oggetto di studio le istituzioni cittadine riservate al mondo femminile nella nostra città.
Nelle storie cittadine dal Frangipane al Calisse sono rare le pagine dedicate alle donne. La stessa toponomastica cittadina evidenzia pochissime vie dedicate a figure femminili. Le donne nella storia scritta della nostra città hanno ricevuto scarsa attenzione, discriminate nel racconto della storia di una Comunità che vanta come sante patrone due donne: Fermina per la città, Costanza per il contado.
Particolare attenzione è dedicata agli Statuti della Città di Civitavecchia che Carlo Calisse riteneva necessario mettere alla base di ogni storia di Civitavecchia. Attraverso i numerosi articoli in cui compare la figura femminile, si comprende come la società dominata dagli uomini regolasse la vita quotidiana delle donne che vivevano a Civitavecchia nel XV secolo in poi.
Il volume raccoglie alcuni saggi che ho già pubblicato sui social, in questa rubrica Almanacco civitavecchiese e sulla mia pagina facebook Storie civitavecchiesi, altri sono inediti. Sono ritratti di donne nate o che hanno vissuto a Civitavecchia, figure ormai dimenticate o ancora vivide nella memoria collettiva o solamente familiare che hanno svolto un ruolo nella letteratura, nell’imprenditoria, nella quotidianità, nella storia di Civitavecchia o italiana.
I loro ritratti sono frutto di letture, di ricerche in archivio come su internet, di curiosità verso il mondo femminile che nei secoli ha caratterizzato la Città. Da conversazioni avute con amici e parenti nascono i capitoli dedicati a Silvia Nani, a Mafalda Molinari e a Lea Piccioni.
È forse utile ricordare che sono un uomo con i suoi valori ma anche limiti derivanti dal proprio bagaglio culturale e dalle esperienze di vita, pertanto mi sia perdonata la visione che ho elaborato in questi anni di ricerca del mondo femminile civitavecchiese.
Il libro ha plurime dediche: a mia madre Rosa, a mia suocera Elda nel centenario della nascita, alla professoressa Nanda Bramucci che molto ha influito sul mio percorso civico e culturale, a tutte le mie compagne di Liceo con cui ho condiviso gli anni della formazione al ginnasio e al liceo classico Padre Alberto Guglielmotti, con particolare dedica a Maria Cristina la mia sfortunata compagna di banco che troppo presto ci ha lasciato.
Vi aspetto.
ENRICO CIANCARINI

Quando una persona pensa, sembra che probabilmente abbia imparato da un film e sappia qualcosa che gli altri non sanno.
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