Muracci civitavecchiesi

di ROSAMARIA SORGE

Quando fu demolita a Roma, tra il 1936 e il 1937   ”La spina di Borgo “cioè quegli insiemi di edifici posti tra Castel Sant’ Angelo e Piazza San Pietro per fare spazio alla via della Conciliazione, strada che doveva rappresentare un ponte tra il  simbolo  della Chiesa, la basilica di San Pietro, e quello della Roma imperiale, Castel Sant’Angelo, gli abitanti delle case demolite furono trasferiti in un quartiere periferico di Roma chiamato “ Primavalle”.  Le persone trasferite da un centro storico che aveva una sua connotazione ad un quartiere periferico senza qualità, persero in breve anche loro l’identità  sociale e culturale e per decenni trasmisero anche alle generazioni future la loro frustrazione. Ma il desiderio di comunità alla fine prese il sopravvento e il progetto di ritrovare una unità, un riscatto, una identificazione dei luoghi per dirla alla Kevin Linch, fu prevalente e si esplicò attraverso un progetto chiamato “ Muracci Nostri “. Una invasione di street art o se preferite di Murales che si snodano attraverso un percorso che ha ridato al quartiere un suo significato.

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La Street Art è una forma d’arte recente, risale agli  anni Sessanta e Settanta quando molti artisti  o sedicenti tali utilizzavano i muri per diffondere i propri messaggi prevalentemente  politici, spesso con l’utilizzo di stencil per fare prima, ma è negli anni Duemila che la Street Art si fa largo nella cultura di massa e diventa una forma espressiva in grado di contribuire a rigenerare e riqualificare i luoghi ed in particolare quelli degradati e periferici. Questa nuova arte attivissima in città come Parigi ha prodotto anche i suoi miti come Bansky le cui opere ormai sono finite nei musei. Considerata una volta una forma di vandalismo da reprimere e punire perché “deturpa senza permesso proprietà pubbliche e private”, oggi è riconosciuta come uno strumento di riqualificazione urbana su cui investire per impreziosire la città. Ma non si tratta solo di una questione estetica e di abbellimento degli spazi urbani,ma di una reale possibilità di   Gentrification che aumenta  il valore  non solo dell’immobile su cui è stato realizzato   ma di tutta l’area.

Tutta questa premessa ha lo scopo di   fare una proposta provocatoria che interessa la nostra città.

Di Civitavecchia ho scritto anche altri articoli, organizzato anche un convegno dal titolo “  Civitavecchia città senza ali” individuando una serie di interventi necessari proprio a rimettere le ali a questa città. Gli interventi  comportano sempre un percorso complesso che parte dalla volontà politica  e si conclude con l’appalto delle opere e la realizzazione delle stesse. Fermo restando la necessità di  un lavoro di riqualificazione di vari ambiti urbani che interessano la città  dal centro storico alla periferia,  non va  sottovalutata  la  stesura di bandi , come fatto in altre città in Italia,  che possano, attraverso la Street Art , riqualificare spazi e facciate di poco valore architettonico. Io  ho il mio studio in via Trieste, accanto a quella parete dove è stato fatto quel bellissimo lavoro raffigurante un pescatore con la pipa in bocca  e ho notato che spesso quando qualcuno mi chiede dove  ho  lo  studio e spiego  che  si  trova in via  Trieste dietro il bar 

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mi sento rispondere: Ah, si dove c’e il murales con il pescatore; questo perchè attraverso un murales si riesce a costruire anche una identità dei luoghi, a definire forme di orientamento. L’immagine di una città viene creata da un processo reciproco tra osservatore e cosa osservata; la forma esterna influisce nella visione ma questa a sua volta determina interpretazioni e organizzazioni spaziali che sono personali. Da non sottovalutare poi che oggi le città sono diventate prevalentemente un luogo di simboli,  specialmente dove è difficile la realizzazione e ridefinizione di concrete qualità spaziali, e allora un percorso anche tematico affidato ai Murales,   che attraversa e si dipana nel Tempo e nello Spazio,  diventa elemento di creazione di Comunità e di Significati.

Certo il Centro Storico ha bisogno di una attenzione particolare ma chi lo percorre avrà anche notato che, in maniera del tutto estemporanea, è attraversato da timidi tentativi di Street Art;  ci sono    di contro  alcune zone della città, come piazza del Conservatorio, dove le facciate degli edifici sono di modestissimo valore architettonico o come  piazza Regina Margherita ,dove c’ è il mercato,  che si gioverebbero tanto di un intervento sulle facciate  fatto da artisti famosi. Il   palazzo in via Giusti che  ha una enorme parete  che prospetta in quell’ area adibita a parcheggio all’inizio di via Trieste, proprio vicino al Murales del Pescatore, si presta ad  un altro intervento che, se accompagnato da un progetto  di riqualificazione degli spazi attraverso la chiusura al traffico e la posa in opera di un arredo urbano di qualità, potrebbe far rinascere una strada molto trascurata ma di grandi potenzialità; anche la trincea ferroviaria si potrebbe giovare di interventi di Street art. Ma le zone di periferia, Campo dell’Oro e ancora di più San Liborio sono quelle che ne avrebbero maggiore vantaggio, specialmente San Liborio che appare di difficile lettura e orientamento.

Ma l’aspetto più interessante di questa mia proposta riguarda la possibilità di utilizzare vernici antismog che captano sia le polveri sottili che altri inquinanti come l’azoto, l’ anidride carbonica e la formaldeide, e con un processo, per certi versi simile alla fotosintesi clorofilliana, riescono a degradarli. Uno dei prodotti di punta del settore è un brevetto italiano: “Un metro quadrato ricoperto  elimina 0,069 g di ossidi di azoto ogni 12 ore e  1.000 metri quadri  eliminano in 12 ore l’inquinamento prodotto da 71,88 autovetture a benzina o 23 autovetture a gasolio con motore Euro 4. Inoltre ha la capacità  di distruggere i batteri.

Il costo di questi prodotti è un poco elevato ma il rapporto costo benefici è tale da far propendere per l’utilizzo.

Nell’attesa che questo mio sogno si avveri, consiglio a tutti una visita guidata nel quartiere di Primavalle. dove  potranno rendersi conto di persona quanto un intervento tematico pensato e realizzato da grandi artisti possa cambiare l’immagine di una città e restituire dignità e capitale sociale ad una Comunità.  

ROSAMARIA SORGE