Incontro con Roberta Mori: Svegliarsi adulti- un’esperienza di lettura .
di MARIA ZENO ♦
Venerdì 30 ottobre ha avuto luogo, davanti ad un folto pubblico, l’incontro di presentazione del bel libro di Roberta Mori, Svegliarsi adulti – Einaudi. L’evento è stato organizzato da Spazio Libero Blog presso la Fondazione CARICIV, che ha fornito ancora una volta la propria ospitalità.
La nostra concittadina Roberta Mori, responsabile del settore ricerca e didattica del Centro Internazionale di Studi Primo Levi di Torino, ha conversato con Tullio Nunzi e Maria Zeno, narrando con rigorosa perizia documentale la vicenda umana e politica di Sandro Delmastro , “partigiano e amico di Primo Levi” .
Il libro rappresenta un documento storico- ed allo stesso tempo una appassionata narrazione- del protagonista di Ferro, il quarto racconto de Il sistema periodico di Primo Levi.
Molteplici sono i fili conduttori di questo libro, la cui architettura fa riferimento a vari generi narrativi: romanzo storico, biografia, epistolografia, documentario fotografico; questa è una delle ricchezze dell’opera, non riconducibile ad un solo genere letterario.
A Tullio e a Maria che evocavano il genere “ Romanzo di formazione”, Roberta ha confermato che questa definizione , fra le altre, si attaglia perfettamente a questo scritto, in senso globale oltre che individuale: Sandro Delmastro diventa protagonista insieme ad una intera generazione, che ha dovuto compiere una scelta, una scelta di campo radicale, una aspra cesura all’interno della propria giovinezza: essere partigiani o restare ad osservare la dissoluzione del fascismo e l’epilogo della guerra , dopo la svolta dell’8 settembre.
Roberta Mori si appassiona alla vicenda umana e storica di Sandro a partire dalla lettura di Ferro; va detto che Sandro Delmastro è l’unico protagonista , all’interno de Il sistema periodico, di cui Levi sveli i tratti biografici.
Roberta inizia così un incessante lavoro in archivi pubblici e privati, consultazione di documenti, ricerca di testimonianze epistolari e fotografiche; è straordinario il lavoro di rigorosa ricerca compiuto, documentato dal vastissimo apparato critico, che costituisce anch’esso una interessante pista di lettura.
Svegliarsi adulti può essere letto attraverso vari itinerari : la documentazione storica, l’epistolario, il commovente materiale fotografico da cui Sandro ci osserva dalla prima giovinezza fino agli anni della lotta partigiana. Già, ci osserva, perché le foto dell’epoca erano un mezzo per assumere posizione nel tempo e nello spazio, veri e propri documenti di presentazione di sé , così diversi dalle centinaia di selfie e scatti con il cellulare a cui siamo abituati; scattiamo e cancelliamo, alla ricerca della foto migliore e con i selfie siamo noi che guardiamo noi stessi, mentre le foto del passato avevano un interprete del nostro modo di apparire ed un allestimento . Particolarmente significative le foto e le esperienze in montagna, su cui la scrittrice si sofferma in modo particolare: la montagna è una vera palestra di apprendimento, oltre che di pratica sportiva, ed è l’elemento che cementa l’amicizia fra Sandro Delmastro e Primo Levi. Lontana dalla chiusa geografia della città, la montagna è il luogo del rifugio , dell’astrazione, della meditazione: sia scende per conoscersi. Un’altra linea di lettura è il legame tra Sandro ed Ester, la donna con cui non potrà unirsi in matrimonio a causa delle leggi razziali : intense ed emotivamente coinvolgenti sono le loro lettere presenti nel libro.
Sono stati letti, nel corso dell’incontro, alcuni passi del romanzo: lettere di Sandro (tra le altre, l’ultima, ad Ester, che racchiude in sé il senso della scelta di vita di Sandro), citazioni da primo Levi, alcune letture delle foto, che Roberta conduce con minuziosa attenzione tale da fornire una interpretazione storica ed esistenziale di Sandro in quel momento. Particolarmente commossa è l’analisi dell’ultima foto- in ordine cronologico- di Sandro, che probabilmente indossa il soprabito con il quale verrà ucciso con un colpo d’arma da fuoco da parte di un ragazzino di 15 anni reclutato dalla RSI dal riformatorio.
Storie di giovani e di ragazzi, se non ragazzini, che sono dalla parte opposta della Storia. Di Sandro Roberta ricostruisce tutto ciò che era possibile ricostruire, del suo assassino invece non è dato ad oggi ricostruire l’identità. E’ quasi una nemesi storica: il giovane colto, dalle buone letture, ex ufficiale di Marina che sceglie di stare dalla parte giusta della storia ha un’identità storica ed umana, oltre che letteraria, che lo consegna per sempre a noi testimoni del presente ed interpreti del passato, mentre il giovanissimo assassino , rimasto anonimo, diventa simbolo di un male che lo trascendeva.
MARIA ZENO

mi autosegnalo un’errata corrige: quando parlo dell’esperienza della montagna la corretta espressione è ” si ascende”…una “a” dispettosa si è legata a “si”:-) Maria Zeno
"Mi piace""Mi piace"