BREVE (ma non troppo) SAGGIO SULLA IMBECILLITA’UMANA

di CARLO ALBERTO FALZETTI

Il ciambellano bussa, il priore domanda “Chi è?”. Il ciambellano risponde: “ Francesco Giuseppe d’Asburgo Lorena, Re di Boemia, Re del Lombardo Veneto, Re di Dalmazia, Croazia, Slavonia, Re di Galizia, Arciduca d’Austria, Gran Principe di Transilvania, Conte di Gorizia, e di Gradisca, Signore di Trieste, Duca di Salisburgo, Principe di Trento e Bressanone, marchese di………………. Il priore risponde: “ Noi non lo conosciamo”.

 Il ciambellano bussa nuovamente, il priore domanda: “Chi è?”. Il ciambellano risponde: “Sua Maestà Imperiale.” Il priore risponde: ” Noi non lo conosciamo.”

Il ciambellano bussa ancora una volta ed il priore domanda: ”Chi è?”. Il ciambellano risponde:” Un povero cristo, morto da poco.”. Il priore apre la porta e la sepoltura ha luogo! (Kapuzinergruft).

La vita è davvero troppo breve per non accorgersi che “tutto è vanità”. Eppure non c’è nulla da fare: la vita viene vissuta come se essa dovesse perdurare in eterno.

Tutto questo apre al grande problema metafisico della “imbecillità umana”.

Che cosa è l’imbecille? Dal punto di vista dell’etimo imbecille deriva da in-baculun, ovvero colui che è privo di un bastone, cioè di una forza, l’uomo che va avanti senza cognizione culturale, al naturale. Dunque, l’uomo nasce all’origine come creatura non stabilizzata, inadeguato di fronte alla vita. Questa inadeguatezza l’uomo (la scimmia nuda) la risolve con la tecnica. Rispetto alla bestia l’uomo possiede la tecnica, il saper fare. Ma la differenza con la bestia non è soltanto questa.

 L’uomo è imbecille, la bestia mai!

I colpi di genio che l’uomo riesce a fare per sopperire alla mancanza biologica originaria sono affiancati in parallelo con i colpi di imbecillità . Lo sforzo immenso di inventare strumenti ha come risvolto la capacità, unica nel mondo biologico,  della imbecillità! La nascita della prima capacità non poteva aver luogo che con la presenza del suo opposto per una necessità logica: se A allora non -A.  Se c’è del genio allora ci deve essere anche l’imbecillità!

Come si pone in essere l’imbecillità? Il modo di operare di essa è l’indifferenza verso i valori cognitivi. Indifferenza, cioè, verso i valori che ci permettono di aprirci al mondo in senso critico, misurando gli errori, procedendo con prudenza, pensando in modo tale che il “nulla di troppo” delfico sia il vero metro dell’agire. Imparando a “conoscere se stessi “ (altro motto delfico) e non soggiornando solo nella dimora delle nostre passioni. Imparando a sbagliare correggendo gli errori. Sperimentando l’umiltà della vita breve e mortale che ci è data. Fuggendo dal fondamentalismo religioso, laico, ideologico. Sapendo riconoscere i limiti ed il senso del ridicolo. Vivendo conoscendo la relatività di tutto. Rispettando gli altri il cui destino finale è identico al nostro, ne più ne meno!

Gli effetti della presenza nella vita reale della imbecillità non sono neutrali. Se l’evoluzione della tecnica umana si è realizzata in modo non lineare alternando momenti di ristagno con fasi di crescita iperbolica, l’evoluzione dell’imbecillità ha assunto un ritmo costante con qualche punta di massima in talune fasi della storia. Questa costanza nel tempo è dimostrata  dalla presenza permanente del Male. Ciò che voglio evidenziare come “assioma fondamentale”  è che alla base del Male esista l’imbecillità!

         La radice metafisica del Male è l’imbecillità!!   [Grundaxiom]

Questo assioma è stata chiaramente avanzato nell’opera di Hanna Arendt a proposito dei nazisti e dei loro crimini. L’uomo più crudele e spietato è fondamentalmente un uomo che non conosce veramente cosa sia la vita e cosa sia veramente essere un uomo (il pensiero va all’”intellettualismo etico” di Socrate: se erri è perché non sai). La “banalità” (ancora una volta indifferenza verso i valori cognitivi) lo fa essere un perfetto imbecille e capace, dunque, di orrori e spietatezza (La banalità del Male, H.Arendt).

Si può storcere la bocca di fronte a tale assioma, asserendo che il crudele è mosso da tanti interessi e passioni: è tutto meno che imbecille! Eppure, qual’ è la causa prima che conduce a fare del male agli altri(e di regola a se stessi) se non l’ignorare che la vita ha dei limiti invalicabili e che qualsiasi progetto di esistenza è destinato comunque al fallimento con la morte. Ogni essere umano, pur potente e sacro che sia, diventa, nel giro di qualche manciata di decenni, cibo per vermi e le sue ossa scarnificate presto si tramuteranno in pulviscolo: dalla natura alla natura. Salvo immaginare il volo della “farfalla” (psychè) che fugge il disfacimento della carne..

 Agire in modo ab-solutus cioè sciolto da tale limite è non essere consapevoli di come ci è stata data la possibilità di vita. L’uomo del Male si inganna pensando che dal far del male agli altri (rubando, assassinando, mortificando…) se ne ricavi un bene per se stesso. Questo è l’atroce inganno: una falsa valutazione della vita! Chi commette tale errore di valutazione, ovvero di “ignoranza” è certo crudele, spietato, cattivo…..ma alla base è fondamentalmente imbecille se per imbecillità intendiamo, come sopra, una cattiva valutazione dei nostri valori cognitivi.  

Bisogna saper distinguere fra la follia e l’imbecillità. La follia è capacità, anche, di relazionarsi con ciò che ci sovrasta, il sacro. Dalla follia possiamo estrarre qualcosa di valore (I greci e l’irrazionalità, E.R.Dodds). Dall’imbecille nulla! E questo è un problema non di poco conto dal momento che: i “matti” sono pochi ma i “mona” sono tanti (L’imbecillità è una cosa seria, M.Ferraris), purtroppo!

Quali sono le forme entro le quali la sostanza imbecillità si incarna?

La vanagloria del Lìder Màximo (Fuhrer, Duce, Presidente, Santità, Ayatollah…..) è certamente la più pericolosa. Pensare che vi sia un “fondamento mistico” nel concetto di autorità è una grande dichiarazione di schietta imbecillità. Si possono attribuire all’autorità del momento tutti i titoli che si vuole, colmarla di onorificenze, di poteri, di sacralità: all’interno dell’ involucro di oro e argento c‘è solo un misero corpaccio di essere umano  destinato a sorte comune con tutti gli altri esseri del Pianeta. Eppure la vanagloria prevale e contamina di imbecillità i sudditi,  il popolo democratico plaudente, i fanatici imbecilli che approvano il fondamento mistico di un corpo umano designato semplicemente a capo di una Comunità (il cui potere è solo prendere decisioni in nome e nell’interesse degli altri). In altri tempi l’imbecillità era tale da far capace l’autorità di “diritto di vita o di morte”: l’imbecillità raggiungeva, allora, la sua punta massima.

Ovviamente, seguire e far prosperare le idee dominanti ove espresse da Autorità imbecilli è by definition imbecillità!

Ogni epoca ha i suoi imbecilli. Sul balcone sotto il balcone. Sulla Grande Piazza lungo la Grande Piazza. Per il Mercato con il Mercato. In nome di Dio, per Dio, con Dio. La nostra epoca ne possiede un numero forse limitato rispetto ad altre epoche ma il problema odierno è che gli imbecilli del momento possono far tanto male da mettere in gioco il Mondo. La tecnica accresciutasi a livelli enormi ed efficienti non ha certo influito sulla diminuzione del gradiente di imbecillità. A ciò deve aggiungersi l’anacronistica esistenza del fanatismo, patologia acutissima dell’imbecillità. A ciò deve aggiungersi che “i social” hanno creato in poco tempo una discreta “legione di imbecilli”(Laurea honoris causa Torino 2011,Umberto Eco).

Ma a ben esaminare la caratteristica del momento, a parte gli imbecilli che decidono le strategie, è che l’imbecillità ha contaminato anche parte del dominio degli intellettuali. Potremmo ben dire che assistiamo al tradimento dei chierici (Julius Benda,1927) ovvero alla abdicazione ai valori dell’intelligenza di buona parte della classe intellettuale, di quella che si definisce élite. Come spiegare altrimenti che lo Stato più importante, la democrazia più salda, la potenza più forte possa sopportare il livello di imbecillità ora raggiunto?

I folli sono pochi, i” mona” tanti. I folli sono sostanzialmente innocui e comunque sotto controllo. Gli imbecilli, oltre ad esser tanti, oggi possono essere purtroppo il “fattore dell’Apocalisse” (l’imbecille come colui che fa venir meno, tò kathècòn, il potere che trattiene l’Angelo apocalittico).

L’imbecillità, ora, è proprio una cosa seria!

Si è parlato tanto del pericolo dell’I.A. , anche nel blog, ma prima di parlare dell’artificiale merita trattare dell’imbecillità “naturale” dell’uomo.

Chi può sottrarsi ad un certo grado di imbecillità? Non certo il sottoscritto e, penso, non tanti altri. Se partiamo dalla definizione data e da come essa si pone in essere, sono tanti i momenti della vita affetti da tale aspetto esistenziale. L’unica cosa che rende sopportabile questa affezione dell’anima per la maggior parte della popolazione è che il danno verso gli altri è decisamente minore di quello causato da chi produce decisioni rilevanti e che l’imbecillità traduce poi in disastri umanitari.

Per chi si sente, infine, estraneo a questa affezione consiglierei massima prudenza miscelabile con un dosi proporzionate di umiltà. L’idea espressa dall’opinionista liberista ieri citato da Patrizio a mio sommesso parere penso rientri a buon titolo nella definizione larga sopra riportata.

CARLO ALBERTO FALZETTI