RUBRICA MANAGEMENT PILLS – Invito a cena con l’autosabotaggio: chi ha ucciso il manager che è in te?
di GIANLUCA GORI ♦
“Le aziende falliscono lentamente, poi all’improvviso.” – Parafrasi liberamente ispirata a Hemingway.
Nel film cult “Invito a cena con delitto” (Murder by Death), cinque detective brillanti (ma profondamente caricaturali) vengono invitati in una villa misteriosa per risolvere un omicidio… ancora da commettere. La trama è surreale, grottesca, geniale. Ogni personaggio è la parodia di un cliché investigativo.
Ora, immaginiamo che quella villa sia un’azienda. E che l’omicidio sia il fallimento di una strategia, una crisi silenziosa, un crollo culturale. E la vittima? Il manager. Ucciso da una serie di fattori di auto-sabotaggio che si muovono tra i corridoi come assassini in smoking.
Il manager, come nel film, è vittima e detective allo stesso tempo. E, purtroppo, anche un po’ come il maggiordomo cieco e la cuoca sordomuta: spesso non vede, non ascolta, non comunica. Ingredienti perfetti per un crimine manageriale.
Ecco, dunque, i sospettati — alias i personaggi archetipici del film — e i loro corrispettivi vizi aziendali. Riconoscerli è già un atto di sopravvivenza.
🕵️♂️ Dick e Dora Charleston
Parodia di Nick e Nora Charles (The Thin Man) Fattore di auto-sabotaggio: il cinismo da cocktail.
Eleganti, brillanti, mai troppo seri. In azienda si traducono in quella leadership brillante quanto superficiale, che preferisce brillare in riunione piuttosto che sporcarsi le mani nei problemi. Ironia come scudo, battute come KPI.
👉 “Il vero pericolo non è che puntiamo troppo in alto e falliamo, ma che puntiamo troppo in basso e ci riusciamo.” – Michelangelo 👉 Tradotto: smettila di giocare a Cluedo con le slide, e affronta il problema.
🧳 Sam Diamond
Parodia del detective hard-boiled Fattore di auto-sabotaggio: la paranoia operativa.
Sospetta di tutti, urla, diffida, non dorme. In azienda si traduce in un management ossessivo, micro-controllore, incapace di delegare. Ogni email è un potenziale tradimento. Ogni collaboratore un possibile complotto.
👉 “Chi non si fida di nessuno, è spesso quello di cui non ci si può fidare.” – Harold Macmillan 👉 Tradotto: lascia spazio. Il controllo non è leadership, è ansia travestita.
🧠 Milo Perrier
Parodia di Hercule Poirot Fattore di auto-sabotaggio: l’ego analitico.
Intellettuale, brillante, prolisso. In azienda è il manager che ha sempre l’ultima parola, soprattutto se non serve. Analizza tutto, agisce poco. È il re dei fogli Excel, ma allergico al feedback.
👉 “Un’analisi paralizzante porta a una leadership assente.” – John Maxwell 👉 Tradotto: il dato è importante, ma non è un alibi per non decidere.
🧘 Jessica Marbles
Parodia di Miss Marple Fattore di auto-sabotaggio: il buon senso tradizionalista.
Calma, saggia, ma inchiodata al passato. In azienda è il manager che dice “abbiamo sempre fatto così”, il killer dell’innovazione. Simpatica, ma letale come il maglione beige in piena estate.
👉 “La tradizione è la personalità dei morti che cerca di governare i vivi.” – Harold Macmillan (di nuovo, a quanto pare era in HR). 👉 Tradotto: l’esperienza è utile solo se sa cambiare.
🧚 Sydney Wang
Parodia dei saggi asiatici dei gialli anni ‘30 Fattore di auto-sabotaggio: il misticismo del caos.
Parla per enigmi, filosofeggia, ma non si capisce mai dove vuole andare. In azienda è il manager che ama le “vision”, le “trasformazioni culturali” senza un piano. Il fumo è tantissimo, ma l’arrosto si è perso nel brainstorming.
👉 “Strategy without execution is hallucination.” – Thomas Edison (CEO ante-litteram). 👉 Tradotto: meno mantra, più roadmap.
🧑🦯 Il manager: cieco, sordo… e responsabile
Nel film, la cuoca è sordomuta e il maggiordomo cieco. Nessuno ascolta. Nessuno vede. Così, il delitto si consuma indisturbato.
Ecco la metafora perfetta. Il manager che non ascolta (i segnali deboli, i feedback, le voci scomode) e non vede (i veri problemi, i conflitti, la cultura tossica) è il primo complice del suo stesso disastro.
Come direbbe De André: “C’è chi l’occhio lo posa su un bottone e chi lo posa dove c’è più luce.”
🔍 Conclusione: indaga, prima che sia troppo tardi
Essere manager oggi significa saper investigare. Non cercare colpevoli, ma capire dinamiche. Non aspettare il “delitto perfetto”, ma leggere i segnali prima del disastro.
Ricorda: la cena è servita. Ma se non impari a riconoscere i sospetti, potresti trovarti tu stesso nel piatto.
🧩 Commenta: quale tra questi “detective” aziendali hai incontrato? O, peggio, sei tu?
GIANLUCA GORI
