TRISULTI LUOGO DELL’ANIMA. INTERVISTA A MARINA MARUCCI.

a cura di BIAGIO CACCIOLA ♦

Intervista a Marina Marucci autrice del libro: “Trisulti luogo dell’anima” edizioni Prospettiva Editrice,  a cura di Biagio Cacciola, docente di storia e filosofia, componente del comitato tecnico scientifico della Provincia di Frosinone.

Il tuo romanzo “Trisulti luogo dell’anima” è soprattutto un atto d’amore nei confronti del monaco poi abate, Vincenzo Marina Marucci, l’autore delle cronache della Certosa fin dalla sua fondazione, attraverso gli Annales. Hai già scritto due romanzi sulla storia recente del monastero e sulle vicissitudine legate alla sua destinazione, perché un terzo libro?

 

“Per le molteplici vicende di cui sono venuta a conoscenza. Nelle mie prime incursioni all’interno della Biblioteca della Certosa, ho recuperato documenti necessari alla stesura dei due testi precedenti poi ho scoperto che il priore, negli anni dal 1719 -1720 e nuovamente dal 1722-1725,  aveva il nome di padre Vincenzo Maria Marucci. Egli compila nel 1692 gli “Annales Trisultani”, come da te accennato , che raccontano con dettagliata precisione la storia della Certosa dal 1204, anno della fondazione al 1343.

 L’omonimia mi aveva incuriosito, perché sono stata sempre convinta che le coincidenze non esistono, nulla accade per pura casualità, così, spinta dal desiderio di sapere, mi sono lasciata trasportare dal flusso di notizie e ho iniziato a ricostruire gli anni dal 1692 fino ai primi del diciassettesimo secolo”

Difatti il tuo romanzo entra dentro la vita quotidiana sia della nobiltà che del contado così  conosciamo personaggi frutto della tua fantasia come Isabella, sorella di padre Marucci, suo marito Bernardo Guglielmi, sposato in seconde nozze e la corte di scapigliati artisti che si riunivano in una “Piccola Versailles” dove le licenze non erano solo poetiche e teatrali ma anche  sessuali. Uno spaccato di vita che preannunziava un cambio di passo rispetto al lungo medioevo.

“Il  XVII secolo e il Barocco, in particolare, sono il periodo in cui si snodano le peripezie dei protagonisti del libro; un tempo complesso, bizzarro, rivitalizzato da grandi scoperte scientifiche, chiamate le “nuove filosofie”, con aspetti ancora da approfondire, tant’è che recentemente sono stati pubblicati saggi e testi che ne riscrivono l’interpretazione”

Però alla ribalta vediamo anche le donne,  come la sorella del monaco Isabella che , nonostante le avversità e i costumi diventa protagonista del romanzo.

  “ Si,  è un tempo in cui le donne sono rappresentate come streghe o madonne, anche se ci sono esempi di contestazione attraverso la scrittura, privilegio di poche, vissute soprattutto nell’ambito religioso, come la teologa e letterata Lucrezia Marinella autrice del testo:”Le nobiltà et eccellenze delle donne et i difetti e mancamenti de gli huomini” o come madre Galerana Baratotti, pseudonimo di suor Arcangela Tarabotti con il libro “La tirannia paterna” che racconta la sua monacazione forzata”

Tornando ai  protagonisti del libro posso dire che Isabella, sfidando una società retta dal pregiudizio sposa l’affascinante e contradditorio Bernardo Guglielmi di Alatri, e in questa sua lotta di emancipazione ha accanto il fratello monaco che ne diventa sodale, nella sfida avvincente che la donna lancerà per avere una famiglia.

“Isabella è  colei che in un società così cristallizzata come quella seicentesca, intraprende una strada quasi impossibile per affermare la sua libertà di scelta d’amore, spalleggiata dalla sua amica e dama di compagnia Drusilla, anche lei vittima dei tempi”

Il libro racconta le vicende conflittuali che hanno interessato la Certosa e i borghi limitrofi primi fra tutti Collepardo, Vico nel Lazio e Alatri.

 

 “ Ho recuperato, attraverso la consultazione di pergamene, bolle papali e testimonianze scritte, la storia delle vicende vissute dai certosini nei confronti dei paesi vicini, per la riconquista di parte della Selva D’Ecio, cioè del  bosco rigoglioso in cui la Certosa è immersa, oggetto nei secoli di aspre contese per l’utilizzo del legnatico e del pascolo. Padre Marucci ha contribuito realmente a fare chiarezza su i possedimenti contestati e per questo nel mio romanzo è oggetto di ritorsioni e violenze dentro e fuori le mura del monastero”.

Stiamo di fronte anche ai tentativi  delle antiche famiglie romane, una delle quali i Colonna, di continuare ad utilizzare il potere ecclesiastico per i propri interessi.

 “Però l’arrivo al soglio pontificio di papa Innocenzo dodicesimo il 12 luglio del 1691  è un segnale forte. Egli  emana la bolla Romanun decet pontificem con la quale abolisce la carica di “cardinal nipote”, quindi contro il nepotismo, adoperato ampliamente dai suoi predecessori; egli è a favore dei poveri e degli umili,  molte situazioni vengono messe in discussione e questo genera malcontento nelle classi dominati”

A un certo punto del romanzo l’abbazia certosina, come in realtà è accaduto, si trova in mezzo a pressioni che mettono a dura prova l’equilibro claustrale, momenti difficili dove soltanto uomini realmente di Dio lo potranno conservare.

“ Descrivo le difficoltà interiori di padre Marucci,  vissute in quei tragici momenti, raccontando i dubbi che lo assalgono e cioè che la strada del monachesimo, insomma la sua vita, sia veramente ciò che deve essere, ciò che Dio ha scelto per lui “fin dalla fondazione del mondo”: il dubbio mina la sua fede!”

A mio parere il tuo libro  fa diventare quel periodo lontano più di quattrocento anni contemporaneo, e grazie alla trama quel mondo è uscito dalle nebbie della storia.

“Questo romanzo rappresenta per me una svolta personale, un ritorno alle origini, perché come tu mi hai spesso suggerito, padre  Vincenzo Marucci, forse mio antenato, mi ha condotto fin qui, in modo che molte persone ne apprendano le vicende e riconoscano in Trisulti un luogo dell’anima”.

BIAGIO CACCIOLA